Lo si vedrebbe volentieri come protagonista dei suoi film: John Landis è simpatico, spumeggiante, perennemente allegro e pronto alla battuta pungente; un uomo che esprime una grande carica energetica. Durante l’incontro tenuto all’università di Trieste ha risposto alle domande del pubblico con abilità consumata arrivando a trasformarsi da intervistato in intervistatore.

Una sorta di ritorno al festival, quello del famoso regista, che fu il vincitore dell’Asteroide d’Oro nel ’73 con il suo film d’esordio, Schlock, con un gorillone alla King Kong che terrorizza una tranquilla cittadina di provincia); all’epoca il premio venne ritirato dal produttore, Jack H. Harris, ma per l’allora ventunenne regista americano fu l’inizio di una carriera tutta in crescendo, che raggiunse il suo vertice nel genere fantastico con Un lupo mannaro americano a Londra del 1981.

Chi non ricorda il famoso film horror (personalmente non posso prendere metropolitana milanese senza provare l’irrazionale timore, o l’inconfessabile desiderio, di vedere un lupo mannaro aspettarmi ai piedi della scala mobile) o il videoclip Thriller (1983) con Michael Jackson, per restare in tema fantastico? Oppure i primi successi non fantastici: Animal House (1978), The Blues Brothers (1980) e Una poltrona per due (1983).

John Landis ha parlato delle sue esperienze e ha risposto alle domande che hanno toccato molteplici aspetti della sua carriera, si è discusso ovviamente di cinema e di business, parole che ormai sembrano sinonimi e di molte altre cose che potrete leggere nell’intervista che tra breve pubblicheremo.

L’altro importante ospite della giornata è stato il direttore degli sfx di Immortal (Ad Vitam), Jacquemin Piel, presentato da fantascienza.com Franco Clun.

Come supervisore degli effetti visuali per la società Duran, Jacquemin Piel ha portato a termine un compito molto ambizioso: niente di meno che il più grande film di effetti speciali che sia mai stato realizzato in Francia, Immortal (Ad vitam) di Enki Bilal presentato in anteprima proprio a Trieste nel giorno di apertura del SciencePlusFiction.

Piel, prima di mettere la sua arte digitale al servizio dell’immaginazione surreale di Enki Bilal, ha curato gli effetti speciali di numerosi video musicali tra i quali ricordiamo Starlight dei Supermen Lovers e Number One dei Playgroup.

Nel lungo intervento Piel ha mostrato le diverse fasi di costruzione di un’opera complessa come Immortal, la concretizzazione di due anni di intenso sviluppo e di una riorganizzazione interna che ha portato la Duran a concentrarsi sulla realizzazione di lungometraggi, produzione di fiction e animazioni 3D. Un interessante Making of commentato direttamente dal supervisore degli effetti visuali a cui ha fatto seguito una divertente intervista (anche questa a breve a vostra disposizione.

Appuntamento a domani