Kimota!

Poche cose emozionano la memoria di un appassionato di comics come la lettura di Miracleman.

I redazionali dell'albo ne raccontano la storia all'interno, però credo che una piccola sintesi sia doverosa. 

Nel 1982 gli autori inglesi Alan Moore e Garry Leach ripresero a narrare le storie di un personaggio ideato da Mick Anglo nel 1954. Il personaggio si chiamava Marvelman ed era una versione liberamente rivista di Capitan Marvel, alias Shazam.

Per questioni di copyright sul nome Marvel, il personaggio degli anni '80 venne ribattezzato Miracleman. Quello che Moore e Leach iniziarono, dapprima serializzato sulla rivista Warrior, portato poi negli Stati Uniti dalla Eclipse Comics, fu un ciclo di storie che chi ha avuto modo di leggere ricorda con grandissimo piacere. Anche noi italiani abbiamo avuto l'occasione di leggerne una parte, nei primi anni '90, sulla rivista Super Comics, edita dalla Max Bunker Press.

Si tratta del fumetto che in pratica inaugura la Bronze Age dei supereroi, rivedendo alle fondamenta il concetto stesso di supereroe, in maniera ancora più radicale di quanto non sia stato fatto da Stan Lee durante la Silver Age

Se infatti Stan Lee, per ideare i supereroi con superproblemi inventò parecchi nuovi personaggi, l'età del dubbio e delle incertezze iniziata nei primi anni '80 raggiunge i suoi maggiori picchi di efficacia proprio quando affonda le sue radici nella Golden Age, rivoltandone i temi fondamentali come un guanto, sfruttando gli stessi personaggi.

L'albo di cui parliamo è quindi il primo numero di una ristampa di quelle storie. La Marvel ha lavorato a stretto contatto con gli artisti recuperando le tavole originali o loro riproduzioni fotostatiche, applicando poi le stesse tecniche di restauro e di ricolorazione dei Marvel Masterworks, ossia i volumi cartonati con i quali in passato ha riproposto le prime storie dei suoi personaggi.

Alle storie anni '80 questa ristampa affianca un ricco apparato redazionale, fatto di articoli e interviste. In questo numero spicca l'intervista a Mick Anglo, realizzata poco tempo prima che morisse.

La storia che introduce l'albo, 1956 - Gli invasori dal futuro, narra di come un trio di supereroi, Kid Miracleman, Young Miracleman e Miracleman, sventino un tentativo di invasione da un futuro all'epoca visto come lontano, ossia il 1981.

È una storia del 1985 in realtà, remake di una originale degli anni '50 di Mick Anglo, disegnata da Don Lawrence, noto anche in Italia per il fumetto di fantascienza Storm.

Serve per contestualizzare il personaggio e preparare il lettore all'arrivo di Miracleman, nelle due storie successive.

Nel 1982, Michael Moran, è un giornalista freelance inglese di mezza età che ogni notte sogna di essere un supereroe capace di volare. E sogna un parola, che non riesce a mettere a fuoco, a ricordare, ma che potrebbe da sola cambiare la sua vita.

Quando si trova coinvolto suo malgrado in un attentato terroristico a una centrale nucleare, l'improvviso ricordo di quella parola, Kimota (Atomik se letta al rovescio) e la sua pronuncia, lo trasformano nell'eroe che fu, Miracleman.

Ma i tempi sono cambiati. Se Miracleman sembra avere i poteri di un tempo, Michael Moran ha i dubbi e le incertezze di chi ha vissuto una vita in un presente più complicato. Sarà pronto il mondo moderno per una nuova età degli eroi?

Ma non anticipiamo troppo. C'è giusto lo spazio per il ritorno in scena del personaggio e per lanciare interrogativi per le storie successive.

Giusto il tempo per volerne ancora, e ancora.

Ma dovrete aspettare il prossimo numero.

A complemento dell'albo, nella meritoria operazione di dare i giusti onori ad Anglo, possiamo leggere tre storie degli anni '50, chiudendo idealmente il cerchio con la prima storia.

Il risultato di questa scelta non fa affatto svilire le storie anni '50, anzi ne mette in risalto la straordinaria capacità narrativa e sense of wonder.

Appare ancora più evidente poi come le storie revisioniste anni '80 facessero della sintesi la loro migliore qualità. Con poche battute, poche ben azzeccate vignette, Moore e Leach mettono in scena una storia in realtà densissima, nella quale anche una singola vignetta ha una grande capacità comunicativa.

Riuscire a raccontare storie nuove con le tecniche dei grandi del passato, aggiungendo allo stesso tempo nuovi livelli di complessità, significa realizzare un capolavoro.

A questo punto però occorre una spiegazione sulla mancanza dai crediti di questa ristampa di Alan Moore, l'autore che iniziò questo mirabile ciclo.

Moore non ha voluto essere accreditato nella ristampa, per correttezza nei confronti del creatore originale del personaggio.

Parecchie sono state le controversie legali sulla proprietà di Miracleman infatti. Ma per maggiori particolari vi lascio a questo bell'articolo su Comicus), nel quale è anche linkata l'intervista in cui Moore spiega le ragioni della sua scelta, motivo per la quale è accreditato nell'albo come Lo scrittore originale anziché con il suo vero nome.

In conclusione, con questa ristampa si ha l'occasione di riscoprire un capolavoro. Se potete o volete leggere un solo fumetto di supereroi nel 2014, Miracleman è quel fumetto.