Un'equipe di scienziati ha ricostruito al computer il volto di Babbo Natale (San Nicola) e, parlando del celebre dispensatore di doni, le sorprese non sono certo mancate. L'identikit del "vero" Babbo Natale è a dire il vero il ritratto di un personaggio tarchiato e con l'aria poco rassicurante: i capelli a spazzola (bianchi) da anziano Terminator, barba sale e pepe, mascella forte, naso storto... Insomma, mancherebbero solo i tatuaggi, i piercing, il giubotto di cuoio nero e la T-Shirt di un gruppo rock per avere un bel Babbo Natale metallaro.

Scherzi (?) a parte, l'immagine che appare al computer sulla base delle reliquie di San Nicola, vissuto nel XIV secolo d.C., i cui resti sono conservati nella basilica di San Nicola a Bari, era proprio questa.

''Se si trovasse quest'uomo in salotto la notte di Natale, verrebbe istintivo tirar fuori una pistola'', è stata, in effetti, la spontanea dichiarazione dell'antropologo Anand Kapoor. Il nome Santa Claus, che deriva dal latino Sanctus Nicolaus, era alto circa un metro e sessantotto e aveva lineamenti marcati, induriti ancora di più da un naso rotto. Secondo la leggenda sarebbe stato la conseguenza di uno scontro fisico con un vescovo.

L'immagine qui sopra (ehm, ovviamente senza il "wanted"), pubblicata nei giorni scorsi da diversi tabloid britannici e su internet, raffigura San Nicola quando aveva fra i 65 ed i 70 anni, quindi poco prima della morte.

Il Babbo Natale che si riconosce oggi, invece, quello paffuto e con l'aria da gigante buono, barba bianca e vestito rosso e bianco, risale agli inizio degli anni Trenta ed è stato inventato da un tal Haddon Sundblom per pubblicizzare la Coca Cola.

Nato il 270 d.C. a Patara nel sud della Turchia, Nicola rimase orfano quando era molto giovane, ma ereditò grandi ricchezze delle quali si servì per aiutare i poveri. Entrato in un monastero per studiare da prete, divenne vescovo di Mitra.

Ma perché proprio lui "Babbo Natale"? La leggenda, riportata anche da Dante nel Purgatorio, racconta questo: desideroso di aiutare la famiglia, per tre notti Nicola gettò dentro la finestra del loro castello tre sacchi pieni di monete d'oro. La terza notte, trovando chiuse tutte le finestre, fu costretto ad arrampicarsi sul tetto per calare le monete giù dal comignolo. L'oro, cadendo, si infilò nelle calze delle fanciulle appese ad asciugare vicino al camino... Et voilà, il mito è pronto.

Furono gli emigranti olandesi, durante la fondazione di quella che è oggi New York, a portare il nome di San Nicola (Sinter Klaas) nel Nuovo Mondo, in qualità di protettore delle navi (le statue sulla prua lo raffiguravano con in bocca una lunga pipa olandese). I coloni inglesi simpatizzarono per il santo e nel 1809 Washigton Irving pubblicò un libro, Una storia di New York, in cui parlava di Sancte Claus, un bizzarro vescovo che la notte di Natale volava nei cieli su un cavallo bianco per portare doni ai bambini.