Bobo è il più giovane dei sette nani e per sbaglio punge la principessa Rose (La Bella Addormentata) facendola piombare in un sonno profondo con tutto il regno di Fantabulosa. A causare tale maleficio è la malvagia strega Perfidia, da cui Rose si era dovuta difendere sin dall’infanzia. Insieme agli altri sei compagni, Bobo parte in viaggio alla ricerca di un modo per risvegliare la principessa. 

I 7 nani, diretto dalla coppia tedesca Harald Siepermann (purtroppo venuto a mancare nel 2013) e da Boris Aljnovic è un chiaro omaggio al mondo delle fiabe più famose. Mescolando protagonisti quali la Bella Addormentata e i mitici sette nani, l’obiettivo era quello di creare un mix intelligente e scanzonato dedicato principalmente al pubblico dei più piccoli; il lungometraggio animato prodotto da Douglas Welbat, che insieme a Siepermann e Daniel Welbat è l’autore della sceneggiatura, ci riesce in parte. 

Se da un lato siamo di fronte a una trama semplice e a misura di bambino, dall’altro assistiamo a una produzione priva di sostanza. Seppur con passione e qualche spunto interessante il risultato finale non lascia il segno. La sensazione, dall’inizio alla fine, è quella di vedere i sette nani – e il resto del cast – alla disperata ricerca di un’identità, muovendosi senza convinzione (e senza convincere) all'interno della storia. Considerando che negli ultimi anni anche il pubblico più giovane ha acquisito una certa preparazione di base, divenendo sempre più esigente, va da sé pensare che I 7 nani difficilmente verrà annoverato tra i film memorabili ispirati alla fiabe. 

Dal lato tecnico siamo di fronte a una piccola produzione, lontana dai grandi nomi (Shrek su tutti), a cui I 7 nani vuole comunque ed evidentemente ispirarsi. I disegni e la ricostruzione dei set non spiccano per originalità, nonostante buone proposte come il covo roccioso di Perfidia e il simpatico personaggio del drago Burny. Sui nani è stato fatto un lavoro di ricerca, accostando ai sette protagonisti una controparte di riferimento, come per Rambolo, che secondo le indicazioni di Welbat è ispirato a un piccolo Groucho Marx.

Non brilla neanche il lavoro di trattamento dei dialoghi e il doppiaggio, in entrambi i casi non di prima qualità.

Strappando qualche risata per scene e interazioni in stile slapstick, i 7 nani arriva al finale senza grossi colpi di scena. Una prova appena dignitosa per la produzione, incapace di conferire carattere a una pellicola che ne avrebbe avuto tanto bisogno.