Con il mese di luglio e la pubblicazione dei numeri 19 e 20 termina la pubblicazione dei volumi della collana I Capolavori della Letteratura Horror che il lettore trovava ogni martedi allegati al quotidiano Il Sole 24 Ore.

Si tratta di due romanzi che hanno lasciato un segno indelebile nella narrativa non solo horror ma di ogni genere, sono Frankenstein, ossia il moderno Prometeo (Frankenstein: or, the Modern Prometheus) di Mary Shelley e infine Il vampiro (The Vampyre) di John William Polidori

Su questi due capolavori sono state scritte centinaia di recensioni, valutazioni e molto altro che riteniamo inutile aggiungere altro, pertanto riportiamo la quarta di ognuno e sintetici dati sugli autori.

n. 19 – Frankenstein di Mary Shelley

La quarta:

Uno scienziato, Victor Frankenstein, con l’ambizione di sconfiggere la morte, riesce ad assemblare un essere con parti di cadavere e ad animarlo; ma ben presto scopre a sue spese che sostituendosi alla natura ha di fatto sovvertito il suo ordine, dando vita ad una creatura abominevole. Il capitano Robert Walton, in un susseguirsi di lettere, racconta alla sorella della missione al polo Nord intrapresa e del misterioso e incredibile incontro con questo scienziato, che, salvato da morte certa tra i ghiacci del polo, gli confida la sua tragica avventura: studioso di chimica e filosofia naturale, si fa coinvolgere nell’utopia di dare la vita alla materia inanimata, compiendo studi ed esperimenti sul corpo umano, fino a che, una notte, la sua creatura prende vita. Terrorizzato Frankenstein fugge abbandonando il mostro appena creato; ma presto scoprirà che la creatura si è impadronita della sua vita, funestandola con fughe e molteplici morti. Frankenstein si trova al polo Nord proprio sulle sue tracce, ma la morte lo coglierà prima, mettendo la parola fine ad un esperimento innaturale: la creatura, che alla fine si rivelerà malinconica, dirà addio al suo creatore, pentita per il male causato ma consapevole che tale disgrazia sia nata dal rifiuto e dall’allontanamento del suo creatore e dalla conseguente infelicità che l’abbandono aveva generato.

L’autrice:

Nasce a Londra, nel 1797. La madre, nota femminista, muore pochi

giorni dopo averla data alla luce, così il padre, filosofo e politologo, dovette occuparsi della sua crescita. Nel 1801 Godwin, la cui casa era sempre popolata da intellettuali,

si risposa con Mary Jane Clairmont. I rapporti con la matrigna furono da subito complicati, così Mary venne mandata in Scozia dove si dedica alla scrittura, già sua grande passione, e a sviluppare intriganti immagini letterarie.

Ritornata a Londra, nel 1812 conosce il poeta e saggista, Percy Bysshe Shelley, frequentatore del salotto del padre di cui condivideva l’ateismo e i principi filosofici, e ne diventa l’amante pochi anni più tardi. La relazione viene fortemente ostacolata da Godwin – Shelley era sposato – e i due nel 1814 fuggono in Francia. Inizia così un vagabondaggio

tutto registrato da Mary in un diario pubblicato nel 1817 con il titolo di History of a Six Weeks Tour. Dopo aver perso la prima figlia, Mary e Shelley trascorrono l’estate in Svizzera in compagnia di Lord Byron: qui Mary si immerge

nella scrittura, arrivando ad immaginare il racconto alla base del suo romanzo più famoso, Frankenstein che sarà pubblicato in forma anonima nel 1818. Il 1818 e il 1819 sono gli anni del viaggio in Italia, tristemente segnati dalle morti di altri due figli. La nascita del suo ultimo figlio Percy

Florence Shelley (unico figlio che sopravvive ai genitori) riporta Mary alla vita e alla scrittura. Conclude Mathilda (1819) e Proserpine and Midas (1820) e si impegna nella stesura del romanzo storico Valperga, pubblicato poi nel 1823. Nell’estate del 1822 gli Shelley si rifugiano a Lerici: Mary è debilitata da un aborto spontaneo in cui ha rischiato

di perdere la vita. L’8 luglio di quell’anno, Percy Shelley annega e viene cremato sulla spiaggia di Viareggio. Ritornata

a Londra, Mary si dedica alla stesura del romanzo The Last Man (1826), a cui seguirono The Fortunes of Perkin Warbeck (1830), Lodore (1835) e Falkner del 1837. Morì a Londra il 1° febbraio del 1851.

n. 20 – Il vampiro di John William Polidori

la quarta

Il vampiro di John William Polidori, apparso nel 1819 sul «New Monthly Magazine», primizia della

letteratura macabra inglese, si presenta come l’archetipo di ogni futuro vampiro, come un perfetto

repertorio degli elementi tipici del racconto dell’orrore. Tuttavia l’originalità maggiore di questa creatura letteraria sta nella movimentata storia della sua pubblicazione, fatta di smentite e di attribuzioni contestate. In questo volume il lettore potrà trovare, oltre a Il vampiro, il Frammento di Byron da cui Polidori elaborò il suo racconto, e diversi altri scritti fra cui lettere e pagine di diario che fanno luce sui momenti salienti della vicenda editoriale di Il vampiro.

l’autore:

Nacque a Londra nel 1795. Precocissimo, si laureò appena diciannovenne in medicina all’Università di Edimburgo.

Di lì a un anno divenne medico personale di Lord Byron: giovane, bello e geniale dovette affascinare Byron che, probabilmente, si aspettava da quel sodalizio sviluppi interessanti. Ma non fu così: Polidori si rivelò petulante, rissoso, di umore spesso tetro, pieno di invidia e a volte anche patetico e fu licenziato già nell’estate del 1816.

Rovinato dai debiti di gioco, proprio come uno dei suoi personaggi, John William Polidori nell’agosto del 1821, all’età di ventisei anni, si uccise con un «sottile veleno di propria composizione», l’acido prussico.

Mary Shelley, Frankenstein, ossia il moderno Prometeo (Frankenstein: or, the Modern Prometheus)

Traduzione Simona Fefè

Il Sole 24 Ore - Collana I Capolavori della letteratura horror 19 - Pag. 222 - 8,90€ (più il costo del quotidiano)

John William Polidori, Il vampiro (The Vampyre)

Il Sole 24 Ore - Collana I Capolavori della letteratura horror 20 - Pag. 94 - 8,90€ (più il costo del quotidiano)