«Ha davvero uno scarso senso dell’umorismo, poco ma sicuro.»

«Come un uomo cresce in potenza, il suo buon umore avvizzisce.» Yilling fissò accigliato la traccia di impronte insanguinate che aveva lasciato fra le colonne. Fra i cada- veri. «il Gran Re gli è molto simile. non sarebbe prudente sgraffignare una ragazza a quei due.»

«Proprio ciò che ho pensato per tutta la strada da Kalyiv» disse Jenner.

Yilling lo splendente schioccò le dita forte come un colpo di frusta, gli occhi improvvisamente accesi di entusiasmo puerile. «Ecco la mia idea! Tiriamo una moneta. Testa, puoi portare questa cosuccia graziosa a Skeken e farle lavare i piedi del Gran Re. Croce, ti uccido e ne faccio miglior uso.» Diede una pacca sulla spalla di Jenner. «Che ne dici, mio nuovo amico?»

«Dico che gran Madre Wexen potrebbe prenderla male» rispose Jenner.

«Lei prende tutto male.» Yilling fece un gran sorriso, e la pelle liscia intorno agli occhi gli si increspò di rughette cordiali. «ma io mi piego al volere di un’unica donna. Non a gran Madre Wexen, né a Madre Mare, né a Madre Sole, e neppure a Madre Guerra.» lanciò una moneta nel vuoto venerando della Foresta, e l’oro lampeggiò. «Solo alla morte.»

l’acciuffò dalle ombre. «Re o contadino, alto o basso, forte o debole, saggio o sciocco. la morte ci aspetta tutti.» e aprì la mano, con la moneta che gli luccicava nel palmo.

«Uh.» Jenner il gramo sbirciò giù, le sopracciglia inarca- te. «Credo che possa aspettarmi un altro po’.»

Si affrettarono tra le macerie di Yaletoft, la paglia in fiamme fluttuava al vento caldo, la notte traboccava di urla, suppliche e pianti. Skara teneva gli occhi bassi come una bra- va schiava, con nessuno adesso a dirle di non stare gobba, mentre la paura si scioglieva piano nel senso di colpa.

Balzarono a bordo della nave di Jenner e presero il largo, con la ciurma che mormorava preghiere a Padre Pace per essere stata risparmiata dal massacro; i remi cigolavano a ritmo costante scivolando fra le imbarcazioni dei razziato- ri e poi in mare aperto. Skara si lasciò cadere in mezzo al carico di mercanzie: il senso di colpa si trasformava lenta- mente in un lago di dolore, mentre guardava le fiamme impossessarsi dello splendido palazzo di re Fynn, e, insieme a esso, anche della sua vita passata. L’enorme frontone in- tagliato spiccava nero contro il fuoco, prima di crollare in una fontana di scintille vorticose.

L’incendio di tutto ciò che aveva conosciuto si perse in lontananza: Yaletoft era una chiazza di fuoco all’orizzonte, nel buio; la vela schioccava all’ordine di Jenner di voltare la nave verso il nord, in direzione del Gettland. Skara si alzò e guardò indietro, verso il passato: le lacrime le si asciugavano in viso mentre il dolore raggelava in un freddo fardello di furia, duro come il ferro.

«Io vedrò il Throvenland libero» bisbigliò, stringendo i pugni. «e il palazzo di mio nonno ricostruito, e la carcassa di Yilling lo splendente lasciata in balìa dei corvi.»

«Per adesso, vediamo di farti restare viva come da accordi, principessa.» Jenner le tolse il collare, e poi le avvolse le spalle tremanti col proprio mantello.

Lei sollevò lo sguardo su di lui, massaggiandosi delicatamente i segni lasciati dal filo d’argento. «Ti avevo giudicato male, Jenner il gramo.»

«Il tuo giudizio è acuto. Ho fatto cose ben peggiori di ciò che potresti immaginare.»

«Perché rischiare la tua vita per la mia, allora?»

Lui sembrò pensarci un momento, grattandosi la mascella. Poi fece spallucce. «Perché non c’è modo di cambiare il giorno di ieri. Solo il domani.» le premette qualcosa in mano. Il bracciale di Bail, col rubino che luccicava sanguigno alla luce della luna. «Credo che questo sia tuo.»

Copyright © 2015 by Joe Abercrombie ltd. 

© 2015 Mondadori Libri S.p.A., Milano 

I edizione settembre 2015 

traduzione di Edoardo Rialti