PROLOGO

Nel bel mezzo di una tempesta, un drago cercava di nascondersi.

I lampi guizzavano tra le nuvole nere. Espero strinse più forte a sé il fragile carico che trasportava. Se fosse riuscito a superare le montagne, sarebbe stato salvo. Era fuggito non visto dal palazzo dei draghi del cielo. E la caverna segreta era talmente vicina… Ma occhi neri come l’ossidiana seguivano le sue mosse dal basso.

L’enorme drago femmina, appostato sul costone roccioso, era ricoperto di squame dorate che tremolavano come la linea dell’orizzonte nel deserto. Stringendo gli occhi a fessura, osservò il bagliore delle ali argentee su in alto, tra le nuvole. Mosse la coda, e due draghi alle sue spalle si levarono in volo per tuffarsi nel cuore della tempesta. Un grido penetrante riecheggiò fra le montagne mentre i loro artigli ghermivano il drago di ghiaccio, pallido come la luna.

– Legategli la bocca – ordinò il drago femmina mentre i soldati lasciavano cadere Espero ai suoi piedi, sulla roccia viscida e bagnata. Il prigioniero stava già inspirando, pronto ad attaccare. – Veloci!

Uno dei due afferrò una catena da un mucchio di carboni ardenti e gliela gettò intorno al muso che, sfrigolando, esalò un odore di squame bruciacchiate. Espero si lasciò sfuggire un grido soffocato.

– Troppo tardi, drago di ghiaccio! – disse il drago di sabbia facendo saettare la lingua biforcuta fuori dalla bocca. – Non userai contro di noi il tuo letale alito raggelante.

– Trasportava questo, regina Ardent – la informò un soldato porgendole un uovo di  drago.

Ardent lo scrutò attraverso la pioggia torrenziale. – Questo non è un uovo d’Ali di Ghiaccio – sibilò. – Deve averlo rubato dal palazzo degli Ali di   Cielo.

Il prigioniero la fissò. Nei punti in cui la catena rovente era a contatto con le sue fredde squame argentate, il muso emanava nuvole di vapore sibilante.

– Pensavi di essertela cavata senza farti notare? – domandò Ardent. – La mia alleata degli Ali di Cielo non è una stupida: la regina Scarlet è informata di tutto ciò che accade nel suo regno. Le vedette le hanno riferito che un Ali di Ghiaccio se la stava svignando come un ladro, così ho pensato che un po’ di violenza era quel che ci voleva per spezzare la monotonia di questa scampagnata –. Sollevò il grosso uovo verso la luce del falò per analizzarlo. Sotto la chiara superficie liscia si intravedeva un luccichio rosso-dorato. – Già. Questo è  un uovo d’Ali di Cielo che sta per schiudersi – osservò. – Perché mai mia sorella avrebbe dovuto mandarti a rubare un cucciolo? Flamma odia tutti i draghi più giovani e più carini di lei –. Rifletté un attimo mentre la pioggia tamburellava sul costone roccioso. – Adesso che ci penso… domani sarà la notte più luminosa… –. La sua coda guizzò in alto come quella di uno scorpione, e il pungiglione avvelenato quasi sfiorò gli occhi di Espero. – Non farai parte dell’esercito di Flamma, vero? O sei uno di quegli insulsi pacifisti?

– Gli Artigli della pace? – domandò un soldato. – Vuoi dire  che  esistono davvero?

Ardent sbuffò. – Un branco di vermiciattoli che piagnucolano per qualche goccia di sangue. Liberatelo! Non potrà congelarci fin quando le sue squame non si saranno raffreddate –. Mentre il soldato scioglieva la catena, lei si avvicinò ancora di più. – Dimmi, drago di ghiaccio, credi davvero a quella vecchia, ampollosa profezia degli Ali di Notte?

– Non sono già morti abbastanza draghi nella vostra guerra? – ringhiò Espero e sussultò per il dolore alle mandibole. – Tutto il Regno di Pyrha ha sofferto negli ultimi dodici anni. La profezia dice…

–  Non mi interessa – lo interruppe Ardent. – Nessuna profezia potrà decidere il mio destino. Non permetterò  che sia un mucchio di parole o qualche cucciolo di drago a stabilire quando lascerò questo mondo e a chi devo la mia ubbidienza. Avremo la pace dopo che le mie sorelle saranno morte e io sarò diventata la regina degli Ali di Sabbia –. La sua coda velenosa si avvicinò ancora di più al drago argentato.

La pioggia picchiettava sulle squame di Espero mentre lui squadrava con odio la propria avversaria. – I draghi del destino stanno arrivando, che ti piaccia o no, e saranno loro a scegliere la prossima regina degli Ali di Sabbia.

– Ma davvero? –. Ardent fece un passo indietro e si rigirò lentamente l’uovo tra le zampe, mentre la sua lingua biforcuta guizzava dentro e fuori dall’orrido muso. – Dunque, Ali di Ghiaccio, quest’uovo fa parte della tua patetica   profezia?

Espero rimase impietrito.

Ardent diede un colpetto sul guscio con un lungo arti glio. – C’è qualcuno? – chiese, sarcastica. – Un drago del destino pronto a uscire per mettere fine a questa  guerra sporca  e cattiva?

– Lascialo stare – la supplicò Espero, con voce strozzata.

– Dimmi, a cosa servirebbe la tua preziosa profezia se uno dei cinque draghi non dovesse mai nascere?

– Non faresti mai una cosa del genere – ribatté lui. – Nessuno danneggerebbe un uovo di drago – aggiunse fissando con apprensione gli artigli della regina.

– Nessun’Ali di Cielo che salvi il mondo… – commentò Ardent. – Che storia triste! –. Cominciò a palleggiare l’uovo fra le zampe anteriori. – Immagino che bisogni fare molta attenzione con questo piccolo, importantissimo… Ooops! –. Con uno slancio in avanti davvero esagerato, Ardent finse di perdere la presa sull’uovo bagnato e lo lasciò cadere oltre il ciglio dello strapiombo, nell’oscuro abisso roccioso sottostante.

– No! – strillò Espero. Si scrollò di dosso i due soldati e si lanciò verso il baratro.

Ardent gli piantò i lunghi artigli nel collo prima che lui potesse tuffarsi all’inseguimento dell’uovo. – Alla faccia del destino – lo prese in giro. – Alla faccia del tuo minuscolo, patetico  esercito.

L’Ali di Ghiaccio sussultò. – Sei un mostro – disse, con voce rotta dalla disperazione, mentre si divincolava tra le sue grinfie. – Non rinunceremo mai. I draghi del destino arriveranno e porranno fine a questa  guerra.

Ardent si chinò per sibilargli all’orecchio: – Se anche fosse, per te sarà comunque troppo tardi –. Affondò gli artigli, strappandogli le ali fino a ridurle a brandelli, mentre Espero urlava di dolore. Poi,  con un rapido movimento, lo infilzò  con la coda avvelenata e scagliò il lungo corpo argenteo oltre l’orlo del precipizio.

Le grida del drago di ghiaccio si spensero prima che il suo corpo si schiantasse sulle rocce con un tonfo.

L’Ali di Sabbia puntò gli occhi neri sui soldati. – Perfetto. Dovrebbe essere l’ultima volta che sentiamo parlare di quella stupida profezia –. Allargò gli artigli in modo che la pioggia sciacquasse via il sangue lucente di Espero. – Andiamo a cercare qualcos’altro da uccidere.

I tre draghi spiegarono le ali, presero il volo e di lì a poco scomparvero tra le dense nubi nere.

Più tardi, molto più in basso, un grande drago femmina rosso come il tramonto strisciò sulle rocce verso il cadavere di Espero. Gli scostò la coda da un lato e recuperò una scheggia di guscio d’uovo, poi sgattaiolò via e scomparve nel labirinto di caverne.

Lungo il corridoio buio, nel ventre della montagna, le pareti di pietra le sfioravano le ali. Emise una fiammata per illuminare il cammino.

– Io sto con gli Artigli della pace – sibilò una voce nell’ombra. – Astral, sei tu?

– Restiamo in attesa degli Ali di Fuoco – rispose il drago rosso. Un Ali di Mare emerse da un lato della caverna, e lei gli scagliò ai piedi il pezzo di guscio d’uovo. – Non che possa tornarci molto utile, ormai – grugnì. – Espero è morto. L’altro fissò il frammento. – Ma… l’uovo d’Ali di Cielo…

– Distrutto. Andato. È finita, Webb.

– Non può essere. Domani sarà la notte più luminosa. Tutt’e tre le lune saranno piene, insieme, per la prima volta da un secolo. Le uova dei draghi della profezia devono schiudersi domani.

– Be’, uno di loro è già morto – ribatté Astral. La rabbia le infuocava lo sguardo. – Sapevo  che avrei  dovuto trafugare io stessa l’uovo d’Ali di Cielo. Conosco bene il loro regno. Non  mi  avrebbero  mai acchiappato.

Webb fece una smorfia e con una zampa si grattò i bargigli sul collo. – Anche Asha non c’è più.

– Asha? –. Le sfuggì dal naso una breve fiammata. – Come?

– È rimasta coinvolta nella battaglia tra gli eserciti di Flamma e Cynere mentre cercava di raggiungerci. Comunque  è riuscita a portarci l’uovo d’Ali di Fango, ma poco dopo è morta  per  le ferite.

– Quindi siamo rimasti solo io, te e Dune ad allevare quei vermiciattoli – si infuriò Astral. – In nome di una profezia che non potrà mai avverarsi. Rompiamo queste maledette uova adesso e facciamola finita. Ce ne saremo andati da un pezzo quando gli Artigli della pace verranno a cercare i loro giovani draghi.

–  No! – sibilò Webb. – Tenerli in vita per i prossimi otto anni è più importante di qualsiasi altra cosa. Se non vuoi…

–  Ma sta’ zitto! – lo interruppe Astral, spazientita. – Sono la più forte negli Artigli della pace. Avete bisogno di me. Non importa quello che provo per quegli orrendi draghi –. Lanciò un’occhiata al frammento di guscio sul pavimento sfregandosi i palmi pieni di cicatrici. – Anche se credevo che almeno uno di loro sarebbe stato un Ali di Cielo.

– Troverò io il quinto –. Mentre le passava accanto, Webb le diede uno spintone e sfregò le squame contro la roccia.

– Non c’è più modo di entrare nel Regno del Cielo – gli fece notare. – Ormai terranno attentamente d’occhio il loro  nido.

– Allora troverò un uovo da un’altra parte – si ostinò lui, torvo. – Gli Ali di Pioggia neanche si prendono la briga di contarle. Potrei prenderne uno dalla foresta pluviale senza che se ne accorgano.

– Che razza d’idea ridicola! – commentò Astral rabbrividendo. – Gli Ali di Pioggia sono creature miserabili. Niente a che vedere con gli Ali di   Cielo.

– Dobbiamo pur fare qualcosa! – insistette Webb. Emise un sibilo mentre la sua coda faceva slittare il guscio sul pavimento. – Fra otto anni gli Artigli della pace verranno a cercare cinque draghi, come dice la profezia, e noi faremo in modo di farglieli trovare… a qualsiasi costo.