Dopo la trasposizione cinematografica del Codice Da Vinci, il regista Ron Howard si dedicherà agli aztechi, tra storia e leggenda, con il film The Serpent And The Eagle.

Ambientato nell'epoca in cui giunsero i conquistadores dalla Spagna con a capo il feroce Hernando Cortez, il nuovo progetto di Howard non dovrebbe uscire prima del 2007. Un anno che a sua volta comincia a diventare leggendario, con tutti i sequel e le produzioni annunciate...

Ma torniamo al dramma del "magico" mondo azteco. Era detto "il popolo del cactus, dell'aquila e del serpente sul cuore palpitante", e l'immagine persiste nei dipinti e nel simbolo centrale della bandiera messicana.

Secondo quanto si tramanda, l'arrivo dei conquistadores in Messico faceva parte di secolari predizioni.

Proprio nel 1519 (secondo il calendario europeo) era predetto dai sacerdoti il ritorno sulla terra del dio Quetzalcoatl, il serpente piumato atteso ogni 52 anni. Sarebbe tornato sotto forma di nuvola bianca per salvare gli uomini.

A Texcoco, il re Nezahualpilli, preveggente, aveva parlato di terribili cambiamenti. Montezuma II si rigirava invece sul suo giaciglio, preda di sogni premonitori: stava giungendo un disastro per il suo popolo, un tempio avrebbe preso fuoco, la laguna sarebbe stata gonfia di onde anche in assenza di vento.

Poco tempo dopo nell'attuale Golfo del Messico comparvero navi "grandi come montagne". Trasportavano uomini di cui si vedeva solo il volto (gli spagnoli) e animali che sembravano "cervi enormi" (cavalli). Il serpente piumato era tornato. Ed era bianco e barbuto.

Cortez approfittò della situazione nel più fetente dei modi: "Per il fatto che voi dite di venire da quella parte del mondo dove si leva il sole, e per tutto quello che raccontate del potente re che vi ha mandati, siamo convinti che egli sia il nostro antico signore".

Purtroppo per gli aztechi, Cortez non portava affatto la redenzione per il "popolo del sole", ma morte ed evangelizzazione forzata in cambio di montagne d'argento e altri preziosi.