Lo scrittore Matthew Kirby torna nelle nostre librerie con il romanzo La tomba dei Khan (An Assassin’s Creed Series – Last Descendants. Tomb of the Khan, 2016) secondo volume della serie Last Descendants. La serie è rivolta a giovani lettori ed è basata sul famoso videogioco Assassin’s Creed della Ubisoft.

Da questa serie di videogiochi, recentemente ne è stato tratto il film dal titolo Assassin's Creed, con protagonista Michael Fassbender, uscito a gennaio nelle nostre sale. Inoltre sono stati scritti da Oliver Bowden (pseudonimo di Anton Gill) ben otto romanzi.

Nel primo romanzo di questa nuova serie di Matthew Kirby, abbiamo conosciuto i vari protagonisti come Owen, il suo amico Monroe, Javier e altri. L’ Animus, una apparecchiatura avveniristica, consente di esplorare i ricordi genetici sepolti all’interno del DNA di ognuno, permettendo poi di “entrare” nella mente di un proprio antenato e in pratica assistere alle sue imprese.

Sarà l’inizio di una serie di avventure.

I ragazzi scopriranno l’esistenza di una potente reliquia, conosciuta come il Tridente dell’Eden, ma questo artefatto interessa anche due potenti organizzazioni segrete: la Confraternita degli Assassini e l'Ordine dei Templari che sono in lotta da millenni e che vogliono impossessarsene.

In questo secondo romanzo continueremo a seguire le avventure dei ragazzi: ormai si sa che il “tridente” è stato diviso in tre parti e forse una di queste è stata in possesso di un nipote di Gengis Khan, il famoso condottiero mongolo. Si presume che alla morte di questo nipote conosciuto con il nome di  Mongke Khan, quella parte del tridente sia stata sepolta nella sua tomba. Per scoprire il luogo della sepoltura Natalya rivive i ricordi di Bayan un guerriero mongolo delle truppe di Mongke Khan. Questi morì proprio mentre guidava l’assedio a una delle ultime fortezze dell’impero Song, pertanto molto probabilmente la sua tomba si trova in quei luoghi.

Anche Owen usando l’Animus si reca in quell’epoca e si ritrova nella mente di una sua antenata: Zhang Zi (anche lei una assassina) a cui viene data la notizia che suo padre è morto nel condurre una azione contro i mongoli, salvando così la fortezza dei Song.

Usando le qualità dell’Animus sia gli Assassini che i Templari cercano in ogni modo di trovare le parti del tridente, e i relativi ragazzi lotteranno gli uni contro gli altri, senza esclusione di colpi, cercando di essere i primi a trovare quel potente reperto.

L’uso dell’Animus permette all’autore di scrivere romanzi avventurosi che si svolgono in parte nel presente ma anche nel passato.

Un brano

Javier si preparò al lancio, e poi mormorò: «Ora».

Owen sollevò la pistola e prese la mira, mentre la granata descriveva un arco e colpiva il cemento dal lato opposto del garage. Si udì un breve ronzio, e un attimo dopo i quattro agenti vicino alla granata caddero a terra rotolandosi e urlando.

Owen irruppe nel garage mentre premeva il grilletto, puntando il fascio ustionante negli occhi degli altri agenti, distratti dall'esplosione e Javier lo seguì di corsa, sparando una raffica di frecce soporifere.

L'assalto iniziale fu un successo. Una decina di agenti atterrati in pochi istanti. Ma gli altri si stavano già radunando, cercando riparo.

«Nasconditi!» urlò Owen, e un istante dopo lui e l'amico sui tuffarono tra due auto diverse.

I caschi indossati dagli agenti consentivano loro di comunicare via radio, il che significava che Owen non poteva sentirli né anticipare le loro mosse, e per via del nuovo sistema di protezione non era nemmeno in grado di disattivare i loro strumenti elettronici. Ma grazie alla Vista d'Aquila scoprì che sei di loro stavano convergendo sul loro nascondiglio, con le armi pronte far fuoco (e, diversamente dalle loro, quelle dei Templari erano letali.)

La quarta di copertina

Owen e i suoi amici non ce l'hanno fatta. Catapultati, grazie ad Animus, in un tempo lontano, e coinvolti loro malgrado nella ricerca di un'antica e potente reliquia a lungo considerata leggenda, il Tridente dell'Eden, sono riusciti in qualcosa di incredibile. Ma questo non è bastato a evitare la sconfitta. Sembrava che, una volta localizzato il prezioso oggetto, nulla potesse fermarli, eppure qualcuno li ha battuti sul tempo. Ma non è il momento di darsi per vinti, perché pare che il Tridente sia stato spezzato in tre parti, tre rebbi, ciascuno con un diverso e immenso potere, e ne restano quindi ancora due da trovare. Uno dei quali si dice sia stato sepolto con il condottiero mongolo Möngke Khan, nipote di Gengis Khan, la cui tomba non è mai stata trovata. Nessuno vuole ripetere gli stessi errori. Ma i pericoli da affrontare sono ancora molti, e per Owen e gli altri ragazzi restare uniti non sarà facile. Presto si troveranno divisi tra la Fratellanza degli Assassini e l'Ordine dei Templari, e la loro ricerca si trasformerà in una disperata corsa contro il tempo per salvare se stessi.

L’autore

Matthew Kirby è nato nello Utah. Essendo figlio di un ufficiale di marina ha avuto l’opportunità di vivere in diverse parti del paese tra cui  il Maryland, la California, e le Hawaii.

Da ragazzo leggendo i romanzi della serie di Earthsea di Ursula K. Le Guin decise che sarebbe diventato scrittore.

Si è laureato in storia, e poi ha continuato conseguendo un Master in psicologia scolastica.

Per dieci mesi l'anno lavora con gli studenti, e durante il resto dell'anno, scrive. Lui e sua moglie attualmente vivono nel nord dello Utah.

Matthew Kirby, La tomba dei Khan -Last Descendants – Assassin’s Creed (An Assassin’s Creed Series – Last Descendants. Tomb of the Khan, 2016)

Traduzione Anna Carbone e Chiara Brovelli

Sperling & Kupfer – Collana Pandora – Pagg. 307 – 19,90€

ISBN 978-88-200-6132-6