La demo di Lost Sphear comincia nel più classico dei modi per un gioco di ruolo: il gruppo di protagonisti scorrazza nel tipico overworld, che immediatamente rievoca alla memoria le lunghe scampagnate esplorative in un capitolo qualsiasi tra il primo e il nono di Final Fantasy, per citare un illustre esponente del genere. Questo, però, non avviene su una mappa di pixel, ma in un bell’ambiente finemente modellato, come un diorama di semplice lettura, ma ricco di dettagli capaci di renderlo vivo, con le ombre delle nuvole delicatamente mosse dalla brezza e le increspature dell’oceano che circonda l’isola.

L’overworld con i protagonisti di fronte alla nebbia magica. Esiste di sicuro un incantesimo per dissolverla ed esplorare il resto della mappa. [Fonte: screen scattato da Maurizio Carnago]
L’overworld con i protagonisti di fronte alla nebbia magica. Esiste di sicuro un incantesimo per dissolverla ed esplorare il resto della mappa. [Fonte: screen scattato da Maurizio Carnago]

Parte della mappa è coperta da una nebbia mistica, ma si scoprirà presto che in realtà è una porzione di mondo che deve essere magicamente ripristinata perché è andata perduta a causa di una terribile forza che si è abbattuta sul mondo.

Infatti, il potere del protagonista è quello di risvegliare i ricordi, per recuperare tutti i frammenti della realtà e ricostruire quello che viene chiamato “Lost”, prima che il mondo scompaia per sempre.

Non sarebbe un vero jrpg se non si incontrasse un mercante di strumenti e armi utili per il viaggio. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]
Non sarebbe un vero jrpg se non si incontrasse un mercante di strumenti e armi utili per il viaggio. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]

Una volta entrati in un luogo chiuso, (nel caso della demo provata, una tipica grotta), l’inquadratura si avvicina di più ai personaggi e permette di apprezzare meglio il character design.

Le animazioni sono fluide, l’organizzazione del dungeon di facile comprensione e con il giusto numero di diramazioni utili per invogliare l’esplorazione, senza scadere nella frustrazione di perdere l’orientamento. Ogni nuova meccanica, dalla creazione di “artefatti” per sbloccare nuove aree, alle strategie di battaglia, è introdotta da un brevissimo tutorial che non chiede di memorizzare un’infinità di concetti, ma si limita a fornire una panoramica delle novità.

I tutorial non sono affatto invasivi. Servono soltanto per introdurre le nuove meccaniche di gioco in pochissime battute. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]
I tutorial non sono affatto invasivi. Servono soltanto per introdurre le nuove meccaniche di gioco in pochissime battute. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]

Gli scontri con i nemici si basano sull’ormai rodato Active Time Battle, ma il gruppo di avventurieri non si limita ad allinearsi di fronte al nemico per colpire uno alla volta. Ciascun personaggio può muoversi liberamente nel campo di battaglia durante il suo turno e, in base al proprio equipaggiamento, alle proprie abilità e alla posizione scelta, può colpire più nemici, agire su un’area più ampia, oppure concentrarsi su un solo avversario per causare più danni possibili.

Come in una partita a scacchi, il personaggio di Van si è posizionato in una zona strategica per colpire tre avversari con una sola mossa. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]
Come in una partita a scacchi, il personaggio di Van si è posizionato in una zona strategica per colpire tre avversari con una sola mossa. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]

Un’altra interessante trovata presente nella demo è quella di dotare immediatamente i protagonisti di armature potentissime, chiamate Vulcosuits, capaci di sbloccare nuovi poteri. Nel gioco completo sarà sicuramente un elemento strategico fondamentale, da utilizzare con parsimonia, perché l’uso delle armature non è affatto gratuito. Infatti, è associato alla disponibilità di VP, indicati da una barra sulla destra, che quando scendono a zero diventa impossibile utilizzare i poteri delle armature. Se questo accadesse in battaglia, i personaggi sarebbero obbligati a sprecare un turno prezioso per liberarsi delle Vulcusuits, favorendo gli attacchi dei nemici.

I protagonisti indossano le potenti armature Vulcosuits. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]
I protagonisti indossano le potenti armature Vulcosuits. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]

Lost Sphear è sviluppato da Tokyo RPG Factory, uno studio giapponese specializzato nei tipici giochi di ruolo, adattandoli ai tempi moderni. Ha già alle spalle lo sviluppo di I Am Setsuna, titolo del 2016 dal forte gusto classico che ha riscosso un discreto successo. Inoltre, è distribuito da Square-Enix, un nome che viene automaticamente associato alla tradizione dei giochi di ruolo giapponesi.

Non sarebbe un vero jrpg se non si trovassero dei forzieri nascosti. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]
Non sarebbe un vero jrpg se non si trovassero dei forzieri nascosti. [Fonte: Screen di Maurizio Carnago]

Non è soltanto la memoria del mondo di gioco a essere ripristinata, ma anche quella dei gloriosi giochi di ruolo classici, mantenendo intatta la loro anima (o il loro core, come si dice in programmazione), ma confezionandola in una meccanica frizzante e attualissima.

La demo di Lost Sphear è disponibile gratuitamente nei negozi digitali di PlayStation 4, Nintendo Switch e Steam. Il gioco completo sarà distribuito sia in formato digitale che fisico dal 23 gennaio 2018. Purtroppo, mancherà il supporto alla lingua italiana. L’edizione europea comprenderà soltanto inglese, tedesco, francese e giapponese.