Federico Memola, partiamo dal tuo ultimo lavoro, il volume Il regno di Fanes. Come mai hai deciso di trasformare in un fumetto un ciclo fantasy tutto italiano?

Devo confessare che prima di essere contattato da Zeno Kastlunger, il "produttore" del volume, io non conoscevo nemmeno quelle leggende. Sebbene affascinanti, sono molto note e amate nella zona delle Dolomiti, in Trentino Alto Adige, ma io non ne avevo mai sentito parlare. Quando Zeno mi ha proposto il progetto, prima di accettare, ho chiesto di poterle leggere e lui mi ha dato il volume di Karl Felix Wolff (Leggende delle Dolomiti, edito da Mursia) in cui erano raccolte.

Il regno di Fanes
Il regno di Fanes

Sono rimasto molto colpito dalla lettura, non immaginavo che possedessimo delle tradizioni così marcatamente fantasy, in Italia, così ho deciso di mettermi alla prova su questo progetto, visto che non avevo mai dovuto adattare un’opera preesistente, finora.

E com’è stato il lavoro di adattamento?

In realtà più semplice di quanto temessi: la vicenda è ricca è molto avventurosa, quindi la maggior parte degli interventi che ho dovuto apportare è stato di sintesi, soprattutto per problemi di spazio. E ho dovuto inventarmi qualche nome (consultandomi con Zeno) perché alcune figure, anche chiave, della vicenda non ne possedevano uno, nella tradizione vengono chiamate unicamente con il loro titolo,come il re e la regina o il principe fratello della protagonista.

Inoltre mi sono concentrato sulla figura di Dolasilla, la protagonista, e ho deciso di chiudere la vicenda a quella che in realtà è circa metà dell’opera originale. Lasciando così aperta la possibilità di un secondo volume, in realtà.

Che realizzerete?

Ne stiamo parlando, in effetti. Anche se al momento non abbiamo ancora deciso nulla. Dipende soprattutto da Zeno, è lui che – unendo le sue due passioni, ovvero il ciclo dei Fanes e i fumetti – ha deciso di produrre questo volume. La mia disponibilità, comunque, l’ho già data.

Data la tua reputazione di autore fantasy (dopo La stirpe di Elan, Jonathan Steele, Rourke e Agenzia Incantesimi) per lui dev’essere stato quasi scontato rivolgersi a te.
La stirpe di Elan
La stirpe di Elan

In realtà a me è arrivato tramite un amico comune, Mario Alberti (che infatti ha realizzato la splendida copertina del volume), il quale gli ha suggerito il mio nome quando Zeno gli ha parlato del progetto.

Quanto a me, il genere fantastico è senza dubbio quello in cui mi trovo più a mio agio, anche se poi la verità è che la mia passione principale è soprattutto  la fantascienza. Ma credo di essere approdato al mondo del fumetto, all’inizio degli anni Novanta, in un momento in cui la nicchia del fantasy, soprattutto in Bonelli, dove sono cresciuto professionalmente, era praticamente vuota e questo ha portato gli editori ad accettare proposte e progetti che la coprissero.

Come mai pensi che nessuno avesse ancora realizzato una serie fantasy a fumetti di successo, all’epoca?

In realtà per molti anni il fantasy è stato a lungo ritenuto un genere molto di nicchia e – in ambito cinematografico – ritenuto particolarmente “sfortunato”. Sebbene i film di Conan con Schwarzenegger fossero stati dei successi, c'erano stati clamorosi “flop” (Legend di Ridley Scott e Willow di Ron Howard su tutti) che avevano creato questa fama. È stato solo il clamoroso successo della versione cinematografica del Signore degli Anelli a sfatare questa pessima fama del fantasy e a sdoganare nuovamente il genere.

In Bonelli, effettivamente, solo molto più tardi hanno aperto una testata dichiaratamente fantasy, Dragonero.
Il regno di Fanes
Il regno di Fanes

Già, questo perché Sergio Bonelli non ha mai apprezzato il fantasy, lo associava al genere peplum, che detestava fieramente. E questo per tutto un periodo ha contribuito, insieme alla mancanza di successi cinematografici, a influenzare le tendenze generali del fumetto italiano. Anche Jonathan Steele, pur essendo una serie palesemente fantasy, con maghi, elfi, draghi e via dicendo, venne approvata perché “camuffata” da serie avventurosa, grazie all’ambientazione contemporanea. E perché appoggiata da Decio Canzio.

Oltre al volume sui Fanes, tu stai portando avanti anche le tue serie “storiche”, ovvero Jonathan Steele e Agenzia Incantesimi

Sì. Di Jonathan, Joachim Tilloca (il disegnatore) e io abbiamo appena concluso la trilogia dei colori per Kappalab e adesso stiamo lavorando a una nuova storia, ma con un diverso formato…

Jonathan Steele: Noir

Jonathan Steele: Noir

Articolo di Emanuele Manco Martedì, 20 febbraio 2018

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È un progetto che abbiamo iniziato per cercare di portare il personaggio all’estero, vedremo se ci riusciremo.

Agenzia Incantesimi
Agenzia Incantesimi

Quanto ad Agenzia Incantesimi, invece, siamo nel pieno della lavorazione di questo volume che – ci auguriamo! – sarà il primo della nuova serie. Mentre la versione reloaded proseguirà con vari autori e con cadenza del tutto irregolare su internet, sul sito di Indieversus, questa nuova serie cartacea dovrebbe uscire con cadenza annuale e sarà interamente illustrata da Francesca Follini. In effetti è proprio perché ho incontrato lei che ho deciso di provarci e di realizzarla: Francesca non è solo una disegnatrice straordinaria, ma possiede anche il segno giusto per la serie, Myriam e Jasmine prendono letteralmente vita nelle sue mani.

I nuovi incantesimi di Federico Memola

I nuovi incantesimi di Federico Memola

Articolo di Martina Grusovin Lunedì, 9 ottobre 2017

Abbiamo incontrato l'autore di Jonathan Steele in merito ai suoi nuovi progetti indipendenti.

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Il volume uscirà alla prossima Lucca, giusto?

Esatto. Già con le prenotazioni raccolte per conto nostro ci eravamo assicurati di poterlo realizzare, ma di recente è anche entrata in gioco la società Ingoal, che ha preso Agenzia Incantesimi sotto la sua ala e dovrebbe aiutarci a raggiungere un pubblico e dei risultati molto superiori alle nostre aspettative, quindi siamo molto ottimisti sull’esito di questa avventura!