La storia è nota: Cyrano de Bergerac (Peter Dinklage), è un militare, tanto abile con la spada quanto con le parole, capace di comporre rime al volo mentre duella contro pericolosi assassini o sfidanti incauti. È innamorato dell'amica d'infanzia Rossana, alla quale non ha mai confessato il suo amore perché timoroso di essere respinto per le sue caratteristiche fisiche. 

Non cambia in questa versione l'arrivo di un terzo incomodo: il giovane Cristiano (Kelvin Harrison Jr.), che si innamora ricambiato di Rossana. Totalmente incapace di esprimersi in modo intellegibile quando incontra la ragazza, Cristiano, cadetto delle guardie reali, riceverà l'aiuto di Cyrano, al quale Rossana ha chiesto di porre il giovane sotto la sua ala protettiva. Cyrano suggerirà, dapprima con lettere, poi nascondendosi dietro un muro quando Cristiano parlerà con Rossana, le parole adatte a conquistare l'animo della giovane.

Cyrano
Cyrano

La storia del triangolo Cyrano, Rossana e Cristiano è ben nota. Da quando la commedia/tragedia di Edmond Rostand è stata messa in scena nel 1897 per la prima volta, è stata poi adattata e riadattata innumerevoli volte al teatro e al cinema, anche in forma musicale. Se volete conoscere una versione romanzata di come sia nata l'opera originale, e di come sia stata rocambolescamente messa in scena, con grande successo sin da subito, vi consiglio il film Cyrano Mon Amour (Edmond, 2018), diretto da  Alexis Michalik.

Questa versione, intitolata semplicemente Cyrano, è diretta da Joe Wright (Anna Karenina, Pan – Viaggio sull’isola che non c’è, L’ora più buia), basandosi sul musical di Erica Schmidt, (qui autrice della sceneggiatura). Si tratta di una versione messa in scena in diverse produzioni negli Stati Uniti, tra cui quella a cui ha assistito Joe Wright, con gli stessi interpreti dell'adattamento cinematografico: Peter Dinklage e Haley Bennett.

Wright ha abbracciato e fatto sua l'idea di quella versione di abbandonare la classica rappresentazione di Cyrano con un enorme nasone, scegliendo di rendere esplicita la diversità fisica non con un naso posticcio, bensì con il nanismo del protagonista.

Cyrano
Cyrano

Ne risulta un film che non parla di una diversità pretestuosa e volutamente esagerata, bensì concreta quanto quella dell'attore che la porta in scena. Ma è una diversità presente più nell'animo del protagonista che negli occhi di chi lo guarda. Chi si rapporta a Cyrano alla fine non vede altro che il poeta, l'intellettuale e il guerriero.

La chimica tra gli interpreti principali rende gli scambi scoppiettanti. Meno efficace risulta il legnoso Cristiano di Kelvin Harrison Jr., mentre il De Guiche di Ben Mendelsohn è il cattivo che tutti amiamo odiare.

Cyrano
Cyrano

Tutto contribuisce nella messa in scena a rendere la storia atemporale, e quindi universale, non legata a un luogo e un tempo: le canzoni post rock composte da Bryce e Aaron Dessner; le splendide località siciliane dove il film è stato girato, tra Noto, Siracusa e l'Etna, scelte da Sarah Greenwood e splendidamente illuminate da Seamus McGarvey; gli efficaci costumi di Massimo Cantini Parrini; il trucco di Alessandro Bertolazzi, e il parrucco di Siân Miller.

Cyrano
Cyrano

Non sembri didascalico citare tutte queste componenti. Mai come in altre occasioni sono queste ad avere costruito al meglio l'atmosfera generale del film, concorrendo all'efficacia complessiva tanto quanto i versi di Rostand o la bravura di Peter Dinklage.

Si tratta di un adattamento che affonda le sue radici nel nostro tempo, perché riesce a conciliare l'estrapolazione di quanto di universale era presente nell'opera originale con una rappresentazione visiva dal linguaggio attuale.

Ma, innanzitutto, pur se con un noto epilogo drammatico, Cyrano di Joe Wright è un film che appassiona, intrattiene, commuove e diverte lo spettatore.