Oggi è un giorno di lutto per la cultura italiana. È morto Valerio Evangelisti, lo scrittore, storico e saggista che era diventato famoso per il Ciclo dell'Inquisitore Eymerich.

La biografia la potrete trovare facilmente sia su questo sito, nelle notizie che riguardano i suoi libri, che sulla Wikipedia o sul suo sito ufficiale.

Per me oggi scrivere di Valerio è scrivere di un amico, di un compagno di bevute notturne, di un mentore ispiratore non solo nel campo del fantastico, ma anche del pensiero su politica e società. Una persona con la quale era piacevole anche non andare d'accordo, perché non rifiutava mai il confronto aperto e sincero. 

Posso solo dire che, come tutti i veri grandi, Valerio era un gigante nell'umiltà e la semplicità con la quale si rapportava ai suoi lettori, che animano una comunità che tuttora è attiva, e che fino all'anno scorso ha organizzato il suo raduno annuale. Un appuntamento al quale mancavo da troppi anni, per vari motivi, e che ogni anno mi ripromettevo di ritrovare. Ora non sarà più possibile.

Ora, travolto come da una fucilata, mi rendo conto sempre più di che bestia inesorabile sia il tempo, e che non bisogna farlo passare invano, perché le occasioni passano e non tornano più. Banale da dire, è vero, ma è qualcosa a cui si fa caso solo in queste circostanze.

Mi unisco al dolore dei suoi familiari, della sua compagna, dei suoi amici. Abbiamo perso tutti più di quanto crediamo.