In sordina, dal sito ufficiale di Valerio Evangelisti, apprendiamo che Tortuga, il nuovo romanzo di ambientazione piratesca, non uscirà più il 16 ottobre, come previsto, bensì il 4 novembre.

In realtà avevamo già saputo per vie ufficiose del rinvio, che addirittura è il secondo.

Il primo rinvio doveva essere di una sola settimana. Poi l'uscita è stata definitivamente rinviata al 4 novembre 2008.

Pare che ci siano stati problemi tecnici con la copertina, qualcosa che doveva avere un dato colore ne aveva un'altro. Cose che capitano. Certo è che chi ha in mano qualche copia di anteprima, ora ha una sorta di "gronchi rosa", fatte le dovute proporzioni. Una rarità da tenersi ben stretta.

Attendiamo quindi con pazienza il passaggio delle festività di inizio novembre, e godiamoci per ora il testo delle bandelle di copertina.

"Nel 1685, i giorni dei pirati raggruppati nella confraternita detta dei Fratelli della Costa, obbedienti al re di Francia, sono contati. Luigi XIV ha fatto la pace con la Spagna e le scorribande dei filibustieri dei Caraibi, che hanno per base l’isola della Tortuga (La Tortue), sono diventate scomode. Un nuovo governatore ha preso possesso dell’isola e intende normalizzarla.

E’ in questa situazione che un nostromo portoghese, Rogério de Campos, ex gesuita dal passato torbido, è catturato dal comandante pirata Lorencillo e arruolato a forza. Si trova a vivere tra gente sconcertante, dalla vita libera e indisciplinata e dalle imprevedibili esplosioni di crudeltà.

Lentamente, Rogério è conquistato dalle regole a volte fraterne, a volte feroci, di quella comunità singolare. La sua è una progressiva discesa all’inferno – un inferno, però, fondato sullo scatenamento degli istinti, e a suo modo “democratico”. La stessa Tortuga, covo della Filibusta fedele in teoria alla Francia, ha le apparenze di una repubblica, eppure si fonda sul più rigido schiavismo.

Rogério, passato al servizio del tetro cavaliere de Grammont, partecipa all’ultima grande avventura dei pirati della Tortuga: la presa, sanguinosissima, della città di Campeche, sulle coste messicane. Unica luce, in quella conquista infernale, l’amore del portoghese per una schiava africana da cui lo stesso De Grammont è attratto. Sarà l’episodio che volgerà il viaggio di ritorno in tragedia.

Tra abbordaggi, episodi di ferocia, momenti di cameratismo, su vascelli sovraccarichi in cui il sangue si mescola al sudore, una percezione tormenta Rogério. Nel mar dei Caraibi si sta fondando una nuova società. Sì, ma quale? La fine della Tortuga a cosa prelude?"