Roma, 1378. Nicolas Eymerich vi è giunto dopo una rocambolesca fuga dalla prigione in cui era stato rinchiuso dal re Pietro IV d'Aragona. Giusto in tempo per riparare a Roma, dove il vecchio e malato Gregorio IX ha riportato la sede del papato dopo gli anni in cui era ad Avignone.

Il momento è critico, perché alla morte del Papa, dopo  un drammatico conclave, Eymerich sarà testimone all'inizio degli eventi noti agli storici come Scisma d'Occidente. Se infatti il conclave elegge l'arcivescovo di Bari Bartolomeo Prignano, il quale assume il nome di Urbano VI, alcuni cardinali insoddisfatti della sua politica si rivoltano e fuggono ad Anagni eleggendo come loro Papa il cardinale Roberto di Ginevra, Clemente VII. 

Eymerich non è parte attiva di questo scisma, lui serve interessi più alti, e la sua missione lo porta ad accorgersi che trasversale a queste vicende ci sono le azioni  di una misteriosa setta che pratica antichi culti pagani.

Un altro mistero da risolvere per l'Inquisitore è la presenza un uomo misterioso che gira per Roma, spacciandosi per lo stesso Eymerich.

In Il fantasma di Eymerich, come in tutti i romanzi di Eymerich, c'è anche un "frattempo", molto relativo trattandosi di spazio-tempo. Due vicende: quella del futuro prossimo venturo che vede approdare il prof. Marcus Frullifer nella Repubblica di Catalogna, alla ricerca di finanziatori per il suo progetto di astronave capace di superare le barriere spazio-temporali; quella di un futuro lontanissimo, quasi la fine di tutti i tempi, nella quale in un'umanità che è ormai composta di idee e ombre senza corpo riconosciamo il Magister e Lilith nella loro forma più pura.

Come queste trame convergeranno, quasi collasseranno, in un unico punto lo scoprirete leggendo quest'ultimo, probabilmente definitivo, romanzo del ciclo di Eymerich.

Un romanzo che può essere letto, se vogliamo, come puro ma non banale intrattenimento, ma nel quale constatiamo che lo sguardo al passato dello storico Valerio Evangelisti arrivi a coincidere con quello dell'osservatore del proprio tempo. La Roma in rovina del 1378 è un monito, che ci ricorda come certe situazioni si ripresentino ciclicamente, resistendo all'avvicendarsi delle generazioni. Un continuo avvicendarsi di cadute e di risollevamenti, di rinascimenti e rovine. Una struttura di corsi e ricorsi che Evangelisti avviluppa nella spirale temporale della cronologia dell'universo di Eymerich.

Il miniciclo iniziato da Eymerich Risorge, che si conclude con questo romanzo, completa l'affresco che aveva trovato una sua degna fine nel complesso Rex Tremendae Maiestatis, pur lasciando in sospeso alcune vicende, legate soprattutto alla cosmogonia complessiva e alla visione del futuro da parte di Valerio Evangelisti

Nella sua costruzione cronologica a spirale, Il fantasma ci riporta più o meno dove avevamo cominciato con Nicolas Eymerich, Inquisitore. A questo punto Eymerich Risorge e Il fantasma di Eymerich, sono il raccordo, il pezzo mancante della spirale, diventando allo stesso tempo fine e inizio del ciclo complessivo. Si tratta solo di punti di vista.  

A questo punto potete  iniziare un nuovo viaggio con l'Inquisitore, e vi invidio molto se non li avete ancora letti, perché vi aspettano tanti bei momenti di lettura e scoperta.

Non è da sottovalutare anche la rilettura, perché alla luce di quanto emerso nei ultimi tre romanzi pubblicati, adesso è possibile guardare con occhi nuovi all'intera saga.