Ambientato nella Mosca contemporanea, I Guardiani della notte descrive la battaglia ultraterrena per mantenere la tregua millenaria tra le forze della Luce e le forze dell’Oscurità.

Per secoli, i membri in incognito della Guardia Notturna hanno sorvegliato gli Esseri Oscuri del mondo, i vampiri, le streghe, i mutaforma e gli stregoni che incitano alla rivolta, mentre gli Esseri Oscuri hanno una Guardia Diurna, che a sua volta sorveglia le forze della Luce. Il destino dell’umanità poggia su un delicato equilibrio tra il bene e il male, ma questo destino è ora in pericolo…

Un’antica profezia prevede infatti che un giorno compaia un “Essere Straordinario”, in grado di porre fine all’apocalittica battaglia tra la Luce e l’Oscurità. A Mosca è giunto questo momento, ma quale fazione sceglierà l’Essere Straordinario?

Il film è tratto dal romanzo Nochnoi Dozor dello scrittore russo Sergei Lukyanenko, prima parte di una trilogia che comprende Day Watch e Dusk Watch.

L'accoglienza del film in Italia (visto in anteprima al Ravenna Nightmare film fest) è stata tiepida. Ecco alcuni estratti:

Filmup

"La potenza delle immagini dei Guardiani della notte, e l'originalità di alcune soluzioni visive adottate è più che degna di nota, come pure la cura nella costruzione dei personaggi. I combattenti della luce, ad esempio, sono ben lontani dall'essere un esempio di purezza, molti di loro hanno una qualche colpa da scontare, e spesso usano metodi che fanno dubitare del loro rigore morale. Però durante lo svolgimento della trama si assiste ad un intreccio tra scontro epico di larga scala e vicende umane molto personali e private, senza che i due piani riescano ad integrarsi perfettamente. Questo rende il film molto confuso e non molto facile da seguire, nonostante le premesse fossero quanto meno promettenti".

Cineclick

"Al di là di questa invogliante e pirotecnica confezione lussuosa, però, tra avvincenti sequenze d'azione prese in prestito dal cinema honkonghese post-John Woo, con tanto di ralenti, spargimenti di emoglobina, veloci movimenti di macchina, una indispensabile spruzzatina d'ironia ed il serrato montaggio di Dmitri Kiselyov, il film di Bekmambetov, che richiama immediatamente alla memoria la trilogia Blade ed i cui protagonisti guardano in tv Buffy - L'ammazzavampiri, si presenta come un (troppo) lungo e variopinto videoclip che sembra soffrire di una esasperata, e tutto sommato inutile, ricerca del virtuosismo tecnico a tutti i costi, in ogni singola inquadratura, mentre l'unione tra il tripudio di effetti digitali e la rumorosa colonna sonora non fa altro che rendere il tutto fastidiosamente fracassone".

Castlerock

"Il film, in realtà, non ha nulla da invidiare ai tanto strombazzati action-movie statunitensi; sebbene il budget sia di soli 4 milioni di dollari, tutto l'aspetto puramente estetico del film è di grande impatto, con scenografie ricche di particolari e oltre quattrocento inquadrature elaborate in Computer Graphic a tratti sorprendenti perfino per gli standard, altissimi, a cui siamo oggi abituati. Il look del film è estremamente moderno, sia nei movimenti di camera che nel montaggio stile videoclip ormai parte integrante del genere action, ma al tempo stesso la pellicola conserva un'atmosfera magica e incantata che rende la storia raccontata sospesa nel tempo, quasi come fosse realmente in attesa della fine di quell'equilibrio, di quella stasi, che essa racconta".

Badtaste

"Insomma, niente scuse. Le possibilità di fare qualcosa di simile ci sono tutte. Peraltro, uno dei meriti de I guardiani della notte è proprio la capacità di fondere magia e vita quotidiana russa. Insomma, si avverte decisamente una cultura dietro tutto questo e non una semplice scopiazzatura dei modelli a stelle e strisce. Una lezione che sarebbe il caso di imparare.

Dato atto ai realizzatori di aver creato qualcosa di storico, bisogna comunque dire che purtroppo il film ha numerose pecche. Il regista Timur Bekmambetov viene dalla pubblicità e talvolta la cosa traspare eccessivamente. L’impressione è che i suoi modelli principali siano David Fincher (certi piani sequenza che attraversano pareti e porte) o James Cameron (una grande spettacolarità nelle scene d’azione), ma che alla fine i risultati siano più “degni” di un Renny Harlin",