Due storie parallele in Destino Zoppo, ultimo romanzo pubblicato dai fratelli Strugackij nel 1972. 

Protagonista è un alter ego dei due autori, lo scrittore Feliks Sorokin, il quale si scontra con una realtà che cerca di annichilirne la funzione, con un regime che sottopone gli scritti al vaglio di una AI, per verificarne la rispondenza ai canoni costituiti.

Alla vicenda della narrazione si intreccia la meta narrazione, con il romanzo Brutti Cigni di Sorokin, del quale è protagonista il suo alter ego letterario, lo scrittore Viktor Banev.

L'alternanza dei capitoli della narrazione con quelli della metanarrazione è un vero e proprio flusso emozionale senza soluzione di continuità. Anzi è proprio l'intrecciarsi dei due flussi a restituire il vero senso di quanto vogliono comunicarci Arkadij e Boris Strugackij.

Intanto perché popolano narrazione e meta narrazione di figure inquietanti e speculari. Intelligenze artificiali e burocrati ottusi nel regime totalitario in cui vive Sorokin si contrappongono ai misteriosi mokrecy con cui si confronta Banev. Figure speculari, due facce dello stesso senso di spiazzamento.

Il romanzo è anche una grande summa del pensiero degli autori su cosa è narrazione e cosa è "realtà", avulso da una precisa catalogazione di "genere".

Fantascienza, fantastico, realismo magico? Probabilmente in un romanzo così complesso, così vicino a quella idea calviniana del romanzo come enciclopedia, una "rete di connessione tra i fatti, tra le persone, tra le cose del mondo", ognuno troverà ciò che più gli appartiene per sensibilità. Persino lo spiazzamento dell'orrore.

Una cosa appare cristallina: il doppio passaggio, dalla finzione narrativa alla finzione della finzione narrativa, come una doppia negazione diventa affermazione, diventa il racconto del reale. Una lucida e impietosa analisi del contemporaneo degli autori.

Un grande testamento letterario, per due tra i più grandi autori della letteratura russa del XX secolo. Da leggere.