Dall'account Facebook di James Gunn ho saputo che John Romita, fumettista di lungo corso della Marvel, è morto all'età di 93 anni.

Purtroppo, o per fortuna, chi può dirlo, ho l'età per ricordarmi di quando non c'era bisogno di aggiungere Sr. o Jr., per distinguerlo dal figlio con il suo stesso nome, la cui carriera non sembra da meno di quella del padre, mutatis mutandis.

Sì perché al pari di Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko, John Buscema e Sal Buscema, e tanti altri, John Romita Sr. (ok, ce lo metto, non faccio più il GenX puntiglioso) ha vissuto un'epoca irripetibile per forza di cose, quella Silver Age of Comics nella versione Marvel iniziata nel 1961 nella quale l'immaginario odierno dei comics affonda ancora oggi, foraggiando con le sue propaggini cinema, tv e videogiochi, tra gli altri.

Nel mio personale e parzialissimo ricordo John Romita è indissolubilmente legato a storie mitiche di Spider-Man, nelle quali portò una ventata di rotondità, dopo le spigolose ma non meno efficaci matite di Ditko, più spigolose e cupe.

The Amazing Spider-Man #42 (Marvel, 1966) con la prima apparizione di Mary Jane Watson
The Amazing Spider-Man #42 (Marvel, 1966) con la prima apparizione di Mary Jane Watson

Ciascuno porta la propria esperienza, se Ditko proveniva dall'horror, i pregressi nel romance di Romita contribuirono a rendere indimenticabili la sua caratterizzazione di due grandi personaggi femminili tra i comprimari del ragno: Gwen Stacy, già vista in precedenza ma non amata dal predecessore; Mary Jane Watson, autentica creazione grafica di Romita, che esordì nel numero 42 di  The Amazing Spider-Man nel 1966 (UR Corno 35, 1971).

Spider-Man vs Kingpin in un disegno di John Romita
Spider-Man vs Kingpin in un disegno di John Romita

Tecnicamente Mary Jane fu introdotta durante la gestione Lee/Ditko, ma appariva di spalle, e non era stata definita graficamente, pertanto tutti i fan ricordano come esordio la mitica frase "Ammettilo tigrotto… hai appena fatto centro!", traduzione di "Face it, tiger… You just hit the jackpot!".

Non meno innovativo fu il suo apporto alla galleria degli antagonisti. Uno per tutti: Kingpin, la cui caratterizzazione è stata ripresa praticamente di peso non solo dai successori come Frank Miller, ma anche dall'interpretazione di Vincent D'Onofrio nel MCU.

Tutti i miei ricordi d'infanzia sono legati all'eleganza dello Spider-Man di Romita, a dettagli, come la sua gallery di teste dei personaggi nella prima pagina di L'Uomo Ragno Gigante della Corno.

Spider-Man, o L'Uomo Ragno, è di certo il personaggio al quale è stato più legato, del quale ha inchiostrato una delle storie più tristi, La notte in cui morì Gwen Stacy, su disegni di Gil Kane.

E come dimenticare la storia, scritta da Stan Lee, nella quale Goblin smaschera Peter Parker, rivelando la sua vera identità. Quante emozioni.

Non disegno o inchiostrò solo spidey, va detto. Ricordo con simpatia le sue chine in una storia degli X-Men, dove Peter Rasputin, alias Colosso, somigliava forse un po' troppo a Peter Parker. Vezzi perdonabili a un grande professionista, uno di quelli per i quali non dovrebbe essere esagerato usare il titolo di Maestro.

Grazie mr. Romita, di tutti i bei momenti che ci hai fatto passare. Se gli uomini passano, le loro opere restano per sempre.