Millie e Tim sono una coppia decisamente in crisi. Lui, eterno adolescente, a trentacinque anni suonati sogna ancora di fare la rock star, lei è invece una responsabile insegnante di scuola elementare che, dopo dieci anni di relazione, vorrebbe sposarsi. Per cercare di ritrovare la sintonia perduta decidono di lasciare New York per la campagna, ma durante una passeggiata nei boschi si perdono e sotto un acquazzone, finiscono per ritrovarsi in una misteriosa grotta dove passano la notte. Una volta tornati a casa scoprono che il luogo era una chiesa usata da una setta per i rituali, ma la notizia non sembra allarmarli se non fosse per la scomparsa di una coppia avvenuta proprio nei pressi della grotta. Da quella notte, poi, Tim inizia a essere sempre più strano, prova un’attrazione morbosa nei confronti di Millie, sentendosi male se non sta fisicamente insieme a lei.

Together è l’opera prima del regista australiano Michael Shanks, che ne firma anche la sceneggiatura, presentando un horror bifronte quanto il mito di Aristofane di Platone, citato all’interno del film stesso. Da una parte, si potrebbe dire, c’è la storia legata alla sua morale: il discorso sui rapporti di coppia, l’amore tossico e così via, dall’altra il body horror. Shanks fa una lunga premessa per mostrare la crisi tra Millie e Tim, una coppia male assortita che sembra amarsi con affetto sincero anche se la passione è finita da tempo. Per questo, e i personaggi lo dicono esplicitamente quasi all’inizio del film, o la relazione si interrompe oppure deve andare a un livello successivo (matrimonio? Figli?). La separazione sarebbe sicuramente dolorosa, ma lo diventerebbe ancora di più se la crisi dovesse durare anche quando sono stati fatti dei passi più vincolanti rispetto a una situazione di convivenza.

Il body horror usato da Shanks mette in immagini esattamente questo concetto e, durante la prima fusione tra i due, che si limita alla pelle di un braccio, riescono ancora a separarsi anche se dolorosamente, tagliando il legame in modo fisico. Dopo quello, però, se si decide davvero di stare insieme non c’è più modo di tornare in dietro, lo vede bene Tim quando va da solo per la seconda volta nella caverna e capisce che fine hanno fatto i due escursionisti scomparsi. Tutta la scrittura di Together urla alla spiegazione in modo che sia assolutamente chiaro per lo spettatore, in maniera pedissequa, che cosa stia succedendo, senza alcuna ambiguità se non nel finale che chi guarda potrà giudicare come happy end o incubo.

Platone, la coppia scomparsa, la comunità hippy e persino la sega elettrica sono punti disseminati nel racconto e facilissimi da unire tra loro senza particolare impegno. In questo senso Together risulta poco stimolante, mettendo in primo piano la metafora e togliendo a chi guarda il piacere di capire che cosa sta raccontando. Tale desiderio di mostrare si riflette anche nell’uso del body horror, dove l’immagine perturbante della carne ibrida perde la sua carica sovversiva diventando grottesca più che ripugnante.
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