2. La Fantasy

Un altro corpus progressivo risulta incentrato invece su questo genere narrativo. Se ne possono  distinguere due tipi: uno di stretta derivazione letteraria, l'altro, seppur ricalcato sui modelli degli scrittori più conosciuti, creato comunque dalla fervida immaginazione dei musicisti.

Al primo gruppo appartengono alcuni testi degli inglesi Barclay James Harvest, in cui rivivono gli ormai celeberrimi personaggi del Signore Degli Anelli. Troviamo così pezzi dedicati a Tom Bombadil, oppure alla Dama Elfica, celebrata nell'avvolgente melodia di 'Galadriel' (LP ‘Once Again’, '71). Nella stessa matrice si inserisce anche il pezzo ‘Lords Of the Ring’ firmato nel 1978 dagli americani STYX (una delle poche band che gli States hanno sfornato in ambito progressive, assieme ai Kansas, ai Pavlov’s Dog e a una manciata di altri nomi).

Come non rilevare, poi, la diretta influenza di J.R.R. Tolkien sulla scelta dei nomi di tanti artisti, come il new ager/progger austriaco Gandalf, gli spagnoli Galadriel, ancora gli inglesi Galadriel e i conterranei  Moria Falls, gli svedesi Isildur's Bane e Valinor's Tree, gli spagnoli Rivendell,  gli americani Iluvatar, o i già citati Marillion? Il nome di questi ultimi, infatti, era proprio, originariamente, Silmarillion (in omaggio alle  preziose Gemme Elfiche) e solo in seguito venne accorciato nella forma attuale. La scelta iniziale fu operata dal fondatore del gruppo, che però ne fu presto estromesso, e per questo motivo tale retaggio è sempre risultato scomodo per i musicisti giunti in seguito, che temevano un collegamento penalizzante fra musica e genere di nicchia.

Il cantante Fish dichiarò apertamente i pessimi rapporti intercorrenti fra la band e Tolkien, e affermò di preferire, piuttosto, S.R.Donaldson, autore del celebre ciclo Le Cronache di Thomas Covenant, l'Incredulo. Secondo Fish, gli scritti di costui risultano più convincenti perché mantengono un certo contatto con la realtà. Covenant, infatti, uomo comune del nostro tempo, è stato abbandonato da tutti da quando ha contratto un principio di lebbra. Ogni tanto, egli viene evocato in un'altra dimensione in cui la sua malattia scompare e in cui egli è la reincarnazione profetizzata di un eroe del luogo, nonché la sola salvezza dal Male in agguato. Il protagonista conserva però ingombranti tratti psicologici umani, che lo portano a compiere errori e persino crimini, e a dubitare costantemente della realtà della Landa fatata. E Fish trovava geniale quest'idea di trasporre delle umanissime crisi esistenziali nelle certezze della Terra Mezzo.

La copertina del primo album degli Asia, disegnata da Roger Dean
La copertina del primo album degli Asia, disegnata da Roger Dean

Una menzione va fatta anche per il fresco prog rock dei francesi Arrakeen, che nella loro L'Entaluve (LP Patchwork, '91) piangono la scomparsa della capacità di sognare: "dove sono partiti gli antichi Elfi, i cantastorie erranti? La gran Dama Elfica se n'è andata, i Troll fuggiti, gli Hobbit spariti…". Così infatti cantava, malinconica, la solista Maiko con la sua magnifica voce da soprano.

Il Ciclo di Narnia non poteva certo restare escluso da questa trattazione, e infatti a tributare onori all’opera di C.S.Lewis hanno pensato i britannici Jadis, scegliendosi come nome quello della perfida Strega Bianca della saga, e Steve Hackett, che ha dedicato allo straordinario Paese una composizione inclusa nell’album Please Don’t Touch (’78). 

Alla seconda matrice cui ci si riferiva in apertura di paragrafo si ricollega, anzitutto, la trilogia degli inviati del pianeta GONG, partorita dalla mente dell'omonimo gruppo. Di derivazione canterburiana (particolare ramo del prog britannico i cui più illustri esponenti sono stati i Soft Machine, nei quali militò Daevid Allen, fondatore, appunto, dei Gong), questa band, autrice di un particolare prog spaziale, 'fuori di testa', a volte ai limiti dello psichedelico, articolò negli album dall’aroma mistico-buddista The Flying Teapot, Angel's Egg’(entrambi del '73) e ‘You’ ('74), le avventure di una delegazione di gnomi e folletti giunti sulla Terra a bordo di una teiera volante e qui accolti dal guru Banana Ananda, capo della Compagnia dell' Opera Invisibile del Tibet. 

Ci sono poi i Fruup, con i loro concept ispirati alle novelle di  Paul Charles e popolati da folletti che partono alla ricerca dell'Arcobaleno (LP The Prince Of Heaven's Eyes, '74) e quindi gli italiani Fancyfluid, che con l’album King's Journey ('92) cesellano un'appassionata colonna sonora per le avventure (con tutti i Giganti e le Signore di Lago del caso) di un re messosi in viaggio per trovare il tesoro del Nano Sieg.

Sempre in Italia, vanno ricordati gli Ezra Winston, che in Ancient Afternoons ('90), narrano le imprese di 7 guerrieri, i quali – per assicurare la sopravvivenza allo spirito del proprio re – combatteranno bagliori incantati, nani e orchi malvagi, e, infine, il drago custode del Rubino dell'Eternità. 

Da non dimenticare, poi, le gesta incluse in The Eye Of Wendor: Prophecies ('75), della Mandalaband, un supergruppo che annoverava elementi di Moody Blues, Steeleye Span, B.J. Harvest, 10CC. La formazione inglese, capitanata dall’egittologo David Rohl,  aveva progettato una trilogia musicale ruotante attorno alla profetizzata conquista – da parte dell'eroe Florian – di una magica pietra preziosa in possesso della crudele Strega Regina Silesandre. Purtroppo, questioni di budget arenarono il progetto dopo il primo LP, ancora maestoso e pieno di fascino a 30 anni di distanza.

Infine, va ricordato il contributo visivo dato dal prog a questi soggetti mediante alcune splendide copertine, da quelle siglate da Mark Wilkinson, coi suoi malinconici Giullari, passando per i primi solo dell'ex Genesis Anthony Phillips, illustrati dalla fiabesca  mano di Peter Cross, per finire con quelle che il disegnatore Roger Dean ha dipinto per moltissimi album degli Yes (e, più tardi, degli Asia) scenari in cui tutta la Compagnia dell'Anello si sentirebbe certamente a casa. 

La fiabesca copertina di A Trick of the Tail dei Genesis
La fiabesca copertina di A Trick of the Tail dei Genesis

A mezza via tra il filone di cui si sta trattando e quello che verrà introdotto a breve, si pongono due testi dei Genesis: il primo è un affresco gustosamente ironico (Scenes From A Night Dream, LP  And Then There Were Three, '78), in cui un'indigestione procura al piccolo Nemo sogni che si muovono indifferentemente fra draghi, giganti e gnomi, principesse e funghi enormi, o figure emblematiche quali Re Morfeo o… George Washington! Il secondo è la titletrack dell'album A Trick Of The Tail ('76), che ci introduce in una fatata e allegorica Città d'Oro abitata da fantastici esseri simili a satiri o a fauni, che pone in chiave arguta l’ancora attuale tema del diverso.