“Cerchiamo di assimilare questa lezione" è  una frase che, ancora una volta,  pare riferirsi alle tematiche metafisiche: come ciascuno ha le proprie singole lezioni da imparare, così le ha anche l’umanità in blocco (secondo alcune teorie reincarnazioniste, ogni persona si troverebbe a subire e a condividere infatti cinque tipi di karma: quello individuale, quello della famiglia, quello della razza o dell’etnia, quello della nazione e, infine, quello del pianeta), per cui ciascuno dovrebbe sentirsi doppiamente responsabile del buon esito di questo apprendimento ove risiede la chiave per liberarci dall’incessante carosello del samsara </em />(ossia la continua rinascita in questo imperfetto mondo).

“Prepara oggi il tuo domani” è il tema guida della lirica: sono i pensieri e le azioni del presente  a creare il futuro, sia in senso ‘metafisico’ che in senso più ‘reale’. E’ un  invito a pensare per tempo, condito con un pizzico di coscienza ecologista e preoccupazione ‘parentale’ (“tutti i figli dei figli dei vostri figli, avete mai pensato a cosa troveranno?”).

C’è anche un invito a non rinunciare a sognare, attraverso affermazioni decise come “quando il sogno del sognatore viene osato in ciascuno di noi, un sogno può ardere come il sole”. E come non ripensare, qui, alle parole dell'hit gabrieliana ‘Biko’, che, seppur ritagliate per tutt’altro contesto, esprimevano lo stesso concetto di ‘unione che fa forza’: (“puoi soffiare su una candela ma non su un fuoco, una volta che la fiamma comincia a prendere, il vento la soffierà più in alto”)? Naturalmente la chiave di lettura è sempre in ragione sia metafisica (in quanto assommando le energie psichiche si moltiplicherebbe il loro impatto sui ‘piani astrali’ ), sia tangibile (perché più persone su uno stesso obiettivo traducono più velocemente quest’ultimo in risultati fisicamente concreti – e qui sembra di riavvertire i bellissimi versi di Anne Sexton ripresi da Gabriel in ‘Mercy Street’, nell'album 'So': “tutte le costruzioni, tutte le macchine, una volta erano solo un sogno nella testa di qualcuno”).

Per aiutarci a focalizzare meglio le cose, Peter ci trasporta poi in un punto d’osservazione molto particolare, che ci fa riappropriare della giusta prospettiva: se ci sediamo “in un'astronave, guardando in basso verso la Terra”,</em />  comprendiamo immediatamente quant’è piccolo, meschino e insignificante il nostro quotidiano (“ti chiedi per cos’è che si sforzano tanto, cos’è che conta veramente”</em />) rispetto all’immensità dell’universo e, soprattutto, al disegno finale di Colui che l’ha creato, che è poi quello che invece, veramente, ognuno dovrebbe perseguire per elevarsi. A proposito di quest’ultimo tema, tutte le principali dottrine religiose concordano su un punto: il disegno divino mira alla completa realizzazione dell’Amore Incondizionato, quello che dovrebbe  secondo le parole del Vangelo – portarci ad “amare gli altri come noi stessi”, perché comunque siamo tutti una cosa sola. E’ quell’amore che gli ‘avatar’, ‘illuminati’</em /> come Gesù Cristo, Krishna o Budda</strong /> predicavano e praticavano già secoli e secoli fa, è quell’Amore che spinge a dare senza prendere nè pretendere nulla in cambio, perché l’appagamento dell’agente sta nell’azione stessa del dare. Per dirla poeticamente con le splendide parole di  Gibran Khalil Gibran, “l’Amore non dà nulla fuorché se stesso e non coglie nulla  se non da se stesso, l’Amore non possiede né vorrebbe essere posseduto, poiché l’Amore basta all’Amore".

Pic: Mark Fisher studio
Pic: Mark Fisher studio

Verso questo Domani ancora tutto da costruire, e nel quale riposano tante e così alte aspettative, l’ultima immagine del cartoon fotografa il nido di Ovo che scompare nel manto blu del cielo (o è diventato un mare? “Downside up upside down…”) punteggiato dalle stelle. In quel blu che, rapportato all’aura, è indice di grande determinazione e che, nella simbologia dei colori, rappresenta la devozione a Dio, l’espressione dell’anima che si incarna in un corpo per compiere un compito specifico (ricordo che il piccolo Ovo è frutto della sintesi di due razze e rappresenta la speranza di un futuro diverso) e, infine,  il legame con l’Io Superiore dell’individuo, ossia quella parte più eletta e riposta che lo conduce verso il proprio innalzamento spirituale attraverso intuizioni che sfuggono all’analisi razionale. L’Io Superiore fungerà infatti da guida alla nuova etnia di cui Ovo è capostipite e, fuor di metafora, sarà la guida della nostra umanità ‘risvegliata’ secondo l’accezione delle antiche filosofie tornate in voga negli ultimi decenni grazie al movimento New Age’. Il tutto a simboleggiare, insomma, che alla missione del piccolo Ovo sono affidate le aspirazioni di evoluzione interiore sviluppatesi in millenni di storia umana.

Nella trasposizione ‘teatrale’, coreografia e scenografia si fondono a questo punto in una bellezza struggente e mozzafiato. Gli Oviani entrano in scena con dei lunghissimi nastri multicolori che intrecciano sul palco mediante movimenti di una precisione svizzera, ma al tempo stesso naturali come la grazia di una ballerina classica. Le estremità del nido così ottenuto vengono raccolte dagli Skyboy che, volando agilmente sui loro trapezi, ne completano la costruzione sollevando contemporaneamente l’intera struttura. Questa ‘decolla’ quindi verso l’alto in un tripudio di geometrie policrome, mentre il palco sprigiona dal basso una nuova meraviglia: una enorme rete circolare sulla quale sono annodati migliaia di triangoli verdi e marroni, a rappresentare, rispettivamente, il fusto e le foglie dell’albero scaturito dalla ghianda conservata da Sofia. Qui il pensiero corre istantaneamente a un novello Giardino dell’Eden, all’alba di un Nuovo Mondo, dove, stavolta, l’umanità, ricca del sapere e dell’esperienza accumulate nel corso di innumerevoli travagli,  saprà governarsi e vivere in perfetta armonia.

ovo 5
ovo 5

A più di vent’anni di distanza, attraverso strabilianti messe in scena e ‘visioni di angeli’ futuristicamente rivisitate sotto forma di alieni volanti, Peter ha così trovato il modo di condurre l’umanità al moderno epilogo di quel viaggio iniziato tanto tempo fa con Genesi, Rivelazioni e Apocalissi: “a casa, nella  Nuova Gerusalemme”.