Gli spiriti sullo schermo

Nella filmografia giapponese i kami compaiono molto spesso, specie se si tratta di pellicole dell’orrore o di genere comico-grottesco. Non possiamo mancare di citare almeno un paio di opere di Hayao Miyazaki, maestro indiscusso dell’animazione. 

Chihiro e lo spirito drago Aku
Chihiro e lo spirito drago Aku

Cominciamo col Premio Oscar 2003 La Città incantata, dove la protagonista Chihiro viene catapultata in una stazione termale per kami (nella traduzione italiana si è scelto di usare la parola spiriti).

Qui i kami vengono rappresentati in forme buffe e accattivanti, raramente spaventose, fatta forse eccezione per lo spirito del fiume.

Nella Principessa Mononoke del 1997, anch'esso candidato all’Oscar, come miglior film straniero, Miyazaki ci racconta il destino dei kami degli animali contro la tecnologia dell’uomo.

Il demone cinghiale
Il demone cinghiale

I lupi, i cinghiali, le scimmie, sono tutti carne e spirito nello stesso tempo, e se contaminati dall’uomo, divengono demoni. È proprio quello che succede al gigantesco cinghiale che apre il film: orribile e malvagio perché ferito da una pallottola, contaminerà con la sua maledizione il protagonista Ashitaka.

Una splendida pellicola, consigliata a chi vuole capire la  filosofia dietro al culto dei kami.