Luce e Ombra

Elencare tutti i kami sarebbe lungo, lunghissimo, noioso, e rischierebbe di annodare la lingua dei lettori più appassionati, quelli che si sforzano di pronunciarne i nomi. 

Fra tutti e ottocentomila, formano un esercito di personaggi protagonisti di leggende più o meno antiche. Si tratta di racconti o aneddoti che a volte hanno un significato profondo, altre sono semplici storie legate al folklore di questa o quella zona del Giappone. Naturalmente, un po’ come capita in tutte le mitologie, le storie dei kami sono spesso frammentate e contraddittorie fra loro. 

Amaterasu in tutto il suo splendore
Amaterasu in tutto il suo splendore

I due kami più importanti e conosciuti sono Amaterasu e Susano-ō;;, che rappresentano una sorta di doppio che è uno, come se l’uno non avesse senso senza l’altro, in perenne conflitto.

Amaterasu è la personificazione del Sole,  la dea benevola che protegge la vita. Susano-ō è l’orgoglio, la forza e nel contempo la ribellione; non ha necessariamente un’accezione negativa, e molte versioni del mito raccontano riconciliazioni e pentimenti nel suo perenne incontro/scontro con Amaterasu. .

Una delle tante storie, sempre dal Kojiki, racconta la cocciutaggine di Susano-ō, deciso a non adempiere all’incarico datogli dal padre: il governo del mare. Tanto disse e tanto fece, lamentandosi e pestando i piedi così forte da far cadere tutti gli alberi delle montagne, che Izanagi decise di mandarlo in esilio. Ma prima di sparire, andò a fare una visitina ad Amaterasu su nel cielo.

Ma la dea del Sole non accolse con piacere l’impetuoso fratello, e lo accusò di essere una specie di disgrazia ambulante, con tutta la distruzione che aveva causato sulla terra. Susano-ō pensò bene di non smentire quella snob della sorella, e finì per combinarle un guaio dietro l’altro. Il peggiore fu quello di prendere il Cavallo Pezzato del Cielo, scorticarlo contropelo (una pratica particolarmente brutale), per gettare il cadavere della povera bestia nel centro della stanza della tessitrice di Amaterasu; la donnina finì per trafiggersi col fuso e morì. Praticamente un misto fra Il Padrino e La bella addormentata nel bosco.

Susano-ō se la prende coi cavalli della sorella
Susano-ō se la prende coi cavalli della sorella

Amaterasu si offese così tanto che si rinchiuse nella grotta più buia e profonda che trovò, la Grotta del Cielo. Tutti i kami erano sconvolti dalla cosa, dato che la luce era sparita dal mondo; fecero una sorta di concilio e decisero sul da farsi. 

Il saggio di turno, Omoi-kane, ideò il suo bel piano. Uzume, kami femminile della danza, si piazzò davanti alla caverna e cominciò a fare quello che le veniva meglio: danzare, appunto. Davanti a tutti gli ottantamila kami, la conturbante Uzume si fece prendere dalla musica, e con lei i suoi spettatori, in un crescendo di ritmo e atmosfera; il tutto aiutato dal fatto che la nostra bella danzatrice non si risparmiò uno spogliarello. Inutile dire che lassù nel cielo, perché era da quelle parti che si stava svolgendo lo spettacolo, la confusione non mancava di certo.  

Ad Amaterasu, bella chiusa nella sua grotta, parve proprio strano che là fuori ci fosse tutte quel chiasso, considerando che aveva lasciato al buio l'intero Creato.

La curiosità è donna, e la nostra augusta divinità non resistette e diede una sbirciatina. Davanti alla fessura dalla quale Amaterasu stava cercando di dare un’occhiata, i kami avevano pensato bene di piazzare uno specchio. Sgomenta, la nostra reclusa credette che un altro kami avesse preso il suo posto e si affrettò a uscire.  E la luce tornò.

Susano-ō fu esiliato sulla penisola di Izumo, ma non mancò di vivere tante altre avventure.

Un mondo di kami

Ma le leggende legate ad Amaterasu non sono certo le uniche. 

I tuoni, che sembrano muoversi nel cielo col loro assordante rumore, sono causati da Aji-suki-taka, un kami bambino tanto chiassoso che deve essere portato su e giù su una scala per restare quieto. Quando la scala sta per finire, il piccolo ricomincia a piangere, e così il tuono si sente arrivare. 

Fukurokujo
Fukurokujo

Molto importanti sono i sette kami buoi che portano fortuna agli uomini.

Benzaiten è l’unica femmina, e viene associata al mare e alle isole. Si muove in compagnia dei draghi del mare e ha potere sulle arti femminili e l’amore. Vive nel lago Biwa.

Bishamon è il riccone del gruppo, il protettore del denaro, e il suo culto ha origine buddista. Ha l’aspetto di un guerriero in armatura, con  un germoglio nella mano destra e una piccola pagoda nella sinistra.

Daidoku protegge i contadini, è grasso e gioviale e porta con sé un attrezzo che può esaudire i desideri. 

Ebisu è un pescatore e un commerciante, mentre Hotei se ne sta sempre in compagnia dei bambini, che si aggirano attorno alla sua pancia nuda, simbolo dell’anima.

Jurojin è  il più anziano e trasporta un rotolo di pergamena che contiene tutte le saggezze del mondo; la sua barba bianca è sempre accompagnata da una gru e una tartaruga.

Il simpatico Fukurokuju è molto rappresentato nei templi e sulle vecchie pergamene. Ha una testa lunga e stretta e da vivo era un filosofo, forse cinese.

Naturalmente non possono mancare i kami delle spettacolari bellezze naturali del Giappone. Sengen-sama è il kami femminile del monte sacro Fujiyama.

Sulla spiaggia di Ame-no-hashi-date ci sono due scogli sacri chiamati Izaname e Izanagi, a simbolo del mistero della sessualità.

Kawa-no è il kami maschio dei fiumi. Ogni fiume ha il suo kami, ma tutti rendono conto a Kawa-no. In un lontano passato gli furono offerti sacrifici umani per placare la furia delle sue inondazioni.

E infatti  non tutti i kami sono cari e buoni.  

Il più cattivo è Amatsu Mikaboshi, kami maschio personificazione stessa della malvagità.

Kami del vento
Kami del vento

Un altro malvagio è Fujin, kami del vento. Sempre rappresentato con un sacchetto pieno dei venti portato sopra le spalle.  

Nai-no è lo spirito dei terremoti; compare per la prima volta solo negli scritti del settimo secolo.

Raiden è un altro kami del tuono, più demoniaco di Aji-suki-taka. Batte su un tamburo per tutta la notte, da qui il gran rumore.

Negli animali ci sono speciali kami chiamati mono, e sono spiriti dispettosi o perfino maligni.

Uno de i cattivi più famosi è il terribile dragone Ya-mata-orochi, più lungo di otto valli e otto monti. Susano-ō lo fece a pezzi con la spada per conquistare il cuore della bella Kushi-nada-hime.

Un posto di rilievo nella complessa mitologia dei kami lo occupano gli antenati. Parte dei Giapponesi crede di esser continuamente sotto gli occhi dei propri antenati, che conduco un’esistenza parallela a quella reale come spiriti buoi o maligni. L’anima del congiunto viene custodita in casa, dentro uno scrigno di legno chiamato Mitamaya.

Le famiglie shintoiste possiedono un Kami-dame, una mensola dove vengono poste tavole che riportano i nomi dei kami e piccoli portafortuna.

Da non confondere coi kami sono i kodama, spiriti degli alberi simili alle ninfe della Grecia, anche se di aspetto molto meno avvenente, in genere mostruoso.