Il cast di Tru Calling
Il cast di Tru Calling

Quali scelte fareste se poteste tornare indietro nel tempo di ventiquattro ore, sapendo tutto quello che accadrà? Cerchereste di migliorare la vostra situazione e quella altrui? E se dal vostro intervento, o mancato intervento, dipendesse la vita di qualcuno o la possibilità di evitare qualche disastro? Sono questi gli interrogativi che si pone Tru Davies, la protagonista del telefilm Tru Calling, prodotto dalla televisione americana Fox nel 2003.

Tru è interpretata da Eliza Dushku, che qualche anno fa ha conquistato un discreto pubblico nel ruolo di Faith, la cacciatrice prima malvagia e poi redenta di Buffy the Vampire Slayer e Angel, prodotte da Joss Whedon.

La protagonista di Tru Calling è una giovane laureata in medicina che, per pagarsi la specializzazione, accetta di fare il turno di notte in un obitorio. Qui, mentre cerca di abituarsi a un contesto molto diverso da quello dell'ospedale, scopre di avere un potere insieme singolare e spaventoso: può sentire le disperate richieste d'aiuto di alcuni dei cadaveri presenti nell'obitorio. I corpi di chi ha perso la vita a causa di incidenti o omicidi, infatti, si rianimano per un instante chiedondole aiuto e immediatamente dopo la ragazza si ritrova ventiquattr’ore nel passato con la responsabilità di evitare gli eventi che hanno portato a quelle morti.

Come se la sua vita non fosse abbastanza complicata, Tru deve anche badare ad un fratello irresponsabile, anche se simpatico e di buon cuore (Shawn Reaves), ad una sorella avvocato in carriera tossicodipendente (Jessica Collins, attrice televisiva già vista in numerose serie TV, tra le quali Star Trek: Voyager), nonché gestire i rapporti col responsabile dell’obitorio, Davis (Zach Galifianakis).

Nel corso degli episodi la protagonista avrà modo di conoscere ed aiutare molta gente, guadagnarsi la fiducia e la stima di chi le sta intorno, ma la sua strada non sarà né semplice né indolore perché la porterà a confrontarsi con la natura inquietante del suo potere e a scoprire che la storia della sua famiglia è intrecciata ad esso. Alla fine della prima stagione si unisce al gruppo Jack Harper, (interpretato da un Jason Priestley affascinante ma decisamente appesantito rispetto ai tempi di Beverly Hills 90210), un nuovo dipendente dell’obitorio che pare capire sin troppo bene la situazione di Tru e che si scoprirà essere molto più di quanto non sembri.

Eliza Dushku
Eliza Dushku

L’idea di fondo di Tru Calling è quindi abbastanza intrigante e le sceneggiature – se non sempre originalissime – sono però generalmente avvicenti e dotate di un bel ritmo, grazie anche alla regia serrata. La Dushku, che all'epoca rinunciò alla proposta di uno spin-off di Buffy basato sul personaggio di Faith per interpretare questa serie, è ormai una veterana di produzioni fantasy-horror, mentre il cast di supporto rappresenta un bel mix di belle speranze e veterani della TV a stelle e strisce. Nonostante queste premesse, però, la serie non è riuscita a ritagliarsi un suo spazio nel panorama dei telefilm americani: minacciata di cancellazione al termine della prima stagione, si è salvata soltanto grazie al contemporaneo termine di Friends, il programma diretto concorrente trasmesso alla stessa fascia oraria dalla NBC. Le speranze di protagonisti e produttori sono andate deluse nella seconda stagione, quando gli ascolti non sono migliorati – anzi – e la serie è stata cancellata dopo appena sei episodi, portando la produzione totale a 26.

E’ difficile dire per quale ragione Tru Calling abbia avuto così scarsa fortuna con gli ascolti, eppure nonostante abbia generato una base di fan decisamente appassionati i numeri non sono stati dalla sua parte. Un risultato abbastanza inaspettato visto il fascino cupo del tema di fondo ma probabilmente imputabile all’abbondanza di telefilm che in questi anni hanno – in forme e modi diversi – affrontato il tema dell’oltretomba: da Six Feet Under al recentissimo Ghost Whisperer, passando per Dead Like Me, queste produzioni hanno un po' saturato il mercato. È un peccato che a fare le spese di questo sovraffollamento sia stato proprio il prodotto più fantasy.