Nemmeno quest'anno le speculazioni politiche hanno risparmiato l'uscita nelle sale del Signore degli Anelli. Questa volta non si è trattato dell'annosa questione della fede di Tolkien, né degli attacchi di cattivo gusto dell'anno scorso a Peter Jackson, reo di aver intitolato il secondo film Le due torri nonostante gli eventi dell'11 settembre. Questa volta al centro della scena ci sono Sean Astin e Viggo Mortensen, entrambi democratici militanti. Il primo ha parlato del suo imbarazzo nell'accettare l'invito di Bush alla Casa Bianca, dicendo che la guerra in Iraq gli ha ricordato molto lo scontro tra Gondor e Isengard, senza distinguere chi fosse da una parte e chi dall'altra. Il secondo, anziché rilasciare dichiarazioni in merito, si è presentato ai giornalisti con un giubbotto delle Nazioni Unite e una spilla con su scritto "proud to be an american against the war" (orgoglioso di essere un americano contro la guerra). Mortensen ha inizialmente preferito affrontare l'argomento parlando del suo personaggio che, comunque, rispecchia molto la sua sensibilità e i suoi valori. "Aragorn è un guerriero per necessità e un uomo di pace per scelta. Non vive per combattere, a differenza di altri personaggi". E poi ha continuato: "E' il personaggio che conosce meglio la Terra di Mezzo: come ramingo l'ha girata in ogni angolo. Ha legami con tutti, ha esperienza: per questo è un leader. E' un uomo di relazioni e le relazioni sono tutto nella vita, nella politica, nell'arte". Ma poi non ha resistito alla tentazione di tornare se stesso: "Nella Terra di Mezzo, e anche nel nostro mondo. Perché, secondo voi, indosso un giubbotto dell'Onu? Perché credo che l'Onu sia una buona idea. Abbiamo divergenze? La pensiamo in modo diverso da altri paesi? Parliamone. Scopriremo di avere anche molto in comune". L'attore è nato a New York, ma il padre è danese. E' vissuto fino a undici anni in Argentina e Venezuela, poi in Danimarca prima di tornare negli States. Non sappiamo se nasce da questo la sua spiccata sensibilità cosmopolita, di sicuro il suo essere un ramingo nella vita gli è servito per la sua straordinaria interpretazione nella trilogia, che l'ha strappato dal limbo degli attori sconosciuti e messo sul trono di Hollywood.