E' di Fabrizio Corselli il racconto mitologico Satyros - Viaggio arcadico di un Satiro danzante disponibile gratuitamente online presso il portale di cultura ellenica Mondogreco (www.mondogreco.net).

La vicenda narra un percorso di vita iniziatico pieno di sorprese e di vivaci imprevisti. In due libri, il “Satyros. Viaggio arcadico” narra le avventure di Chelide, un satiro “aedo dal cuore mortale”, che parte dall’Arcadia in un viaggio che lo condurrà verso la Sicilia, per poi ritornare nella propria patria.

L'autore spiega in un'intervista che "Il Satyros nasce quindi fondamentalmente come opera poetica che ha la funzione di far conoscere al lettore l’incanto e la vastità della mitologia greca e delle sue influenze sul pensiero umano, soprattutto le sue particolari relazioni geografiche e storiche con la Sicilia (a molti sconosciute)".

Il libro 

Per un capriccio di Himeros,  il dio dei boschi Pan un bel giorno, risvegliatosi da un lungo sonno, è diventato un capripede mortale, di nome Chelide, ardentemente desideroso di capire il senso dell’esistenza mortale e dell’Amore. Lascia così la sua terra, Arcadia, per intraprendere un lungo viaggio. La sua primissima tappa è Olimpia, città famosa per riti religiosi e gare ginniche. Qui assiste al prestigioso Dodekadromos, un’avvincente corsa.  

Quindi salpa con la nave Laocoonte verso l’Europa, pur consapevole dei rischi e dei pericoli in cui può incorrere. Giunto allo stretto di Scilla e Cariddi, in effetti è in balìa di una tempesta… l’invocazione a Castore non riesce ad ottenere l’aiuto richiesto. Arenandosi, si ritrova così presso il monte Etna. Un fiore dai petali di fuoco attrae irresistibilmente Chelide… ne mastica un petalo ma cade all’improvviso a terra, privo di sensi. E’ un fiore magico…è la dea Persefone che in vegetale si è trasformata, ed ora è entrata nell’animo del satiro ad ispirargli poesia. Sgorga così, come una nuova fonte di poesia, il racconto dell’amore di Alfeo ed Aretusa: è un amore che conobbe solo la virtù del giogo e della prepotenza, ma proprio per questo rimase inviolato.

Avviene ora un prodigio: Persefone, impietosita per il destino dei due giovani amanti, discende nell’Ade per osservare l’amore impossibile per eccellenza, quello del cantore Orfeo e della sua amata Euridice. Si rivolge dunque ad una delle Furie con parole umili e commosse affinché la condanna dei due innamorati abbia fine.

Chelide, lasciate le vaste distese dell’Ade, è ancora in stato di dormiente quiescenza. Hermes gli ispira nella mente la giusta rotta, mediante la polena della propria imbarcazione. Può far vela ora verso Akragàs, dove trova ormeggiata la sua nave Laocoonte. E’ pronto per tornare nella sua patria.

Il ritorno verso

la Grecia avviene in tranquillità, fin quando una luce abbagliante illumina il mare scuro…è il Faro di Alessandria! La visione del maestoso faro lo induce a ricordare, in un canto doloroso, la bella Andromeda incatenata in uno scoglio presso Ioppe.

Di onda in onda, di costa in costa, il satiro si dirige verso Creta. Giunto nella grande isola, visita il labirinto di Dedalo, i mosaici, gli incantevoli monumenti  che gli si presentano nel cammino.

Tutt’ad un tratto, mentre percorre un bosco, intravede una luce che fuoriesce dalla chioma di una grande quercia…avvicinandosi si accorge che dentro quell’albero sta per consumarsi addirittura la vita di una ninfa. Sulle note poetiche di un melodico canto, Chelide tenta di raccogliere dai rami  la luce che diviene sempre più abbagliante, forse l’emanazione dello spirito della ninfa, ed essa si materializza in una pietra preziosa! Cessata la luce, Chelide assiste ad un prodigioso evento: Seiphoros, un cavallo dallo spirito libero prima che la sua volontà fosse avvinta dalla dea, si avvia alla morte emettendo i suoi ultimi acuti nitriti. Entrambe le creature saranno poste dagli dèi all’interno di una costellazione.

Chelide continua il suo viaggio, oltrepassando Nasso e giungendo a Lesbo. Qui partecipa ad un rito orfico, in cui il mitico Cantore gli trasmette parte delle sue forze soprannaturali. Il satiro rammenta che poco lontano dall’isola si trova Troia, città teatro di una guerra leggendaria ed indimenticabile, ed inesorabilmente gli tornano in mente alcune figure leggendarie, Cassandra, Pentesilea, Priamo, Laocoonte, il monte Ida terra di nozze di Zeus ed Era…

Dalle sponde di Samotracia Chelide approda ad Atene. Mentre si avvia verso il monte Parnaso invoca la dea Atena perché lo ispiri e lo purifichi…ma è il Partenone ad affascinare i suoi sensi ora… e poi l’oracolo di Delfi…ed ancora tanti altri monumenti…

Il viaggio si fa sempre più intenso e pieno di eventi straordinari. Il satiro riflette sulla condizione divina, diversa da quella umana, insensibile e priva di emozioni, emozioni che gli uomini invece affrontano e vivono fino all’ultimo respiro, elevandosi verso orizzonti sempre più nuovi, sublimi, eroici.

Il viaggio di un uomo non finisce davvero mai.

Titolo: Satyros – Viaggio arcadico di un Satiro danzante

Genere: Opera poetica  epico-mitologica

Libri: I – II e guida al viaggio arcadico (Formato E-Book)

Edizioni: Mondogreco 2007