Presentato fuori concorso alla Berlinale 2023, Laggiù qualcuno mi ama è un documentario in cui Mario Martone racconta la vita personale e artistica di Massimo Troisi e la sua capacità non solo di essere un comico di immenso talento, ma soprattutto un grande autore. Il film parte dai luoghi della giovinezza di Troisi, descrive i primi problemi cardiaci e il viaggio in America che gli ha salvato la vita. Ma è soprattutto dai racconti di chi l’ha conosciuto come lo scrittore Francesco Piccolo o l’ex compagna Anna Pavignano che stata insieme a lui sceneggiatrice di tutti i suoi film, che Martone fa emergere la personalità di un artista, spesso amato dal grande pubblico solo come comico ma sottovalutato come autore. Chiama in campo anche colleghi, da Sorrentino a Ficarra e Picone, capaci di spiegare la grandezza di Troisi come regista, il suo uso dilatato del tempo e le sue scelte non scontate di messa in scena.

Laggiù qualcuno mi ama non è solo un omaggio o il ricordo emozionato di un artista, ma una vera e propria analisi critica. Martone scomoda niente meno che François Truffaut, paragonando il suo Antoine Doinel al personaggio romantico, impacciato e spesso lunatico che ha sempre portato in scena Troisi, e lo paragona a Chaplin per la capacità di mescolare perfettamente comico e tragico. È evidente la volontà di lasciare da parte i luoghi comuni, come quelli che lo legano alla città di Napoli di cui è diventato il simbolo, anche se lo stesso Troisi non si sentiva un particolare riferimento per la sua città.

Martone è poi bravissimo a mescolare momenti di commozione e risate, facendo in modo che lo spettatore possa capire quale sia stata l’idea di cinema sposata dall’autore. Una visione personale e unica quella di Massimo Troisi capace di emergere anche in film come Il Postino girati da un altro regista, in cui lui si è limitato ad essere un indimenticabile protagonista.