Le Cinque Stirpi è il primo romanzo di un ciclo letterario fantasy improntato principalmente sulla stirpe dei nani e sulle vicende della Terra Nascosta. Opera dello scrittore tedesco Markus Heitz, è stato pubblicato nel nostro paese dalla Casa Editrice Nord.

 

La Terra Nascosta è circondata da una catena montuosa pressoché impenetrabile, nella quale si aprono soltanto cinque passaggi, ciascuno difeso da una stirpe di nani. All'interno, uomini, elfi e nani vivono in armonia governati e protetti dai sei maghi che, grazie alla potenza congiunta della loro energia, controllano le porte d'accesso, sbarrando così la strada al male.

Improvvisamente, però, la porta che chiude il Passo Settentrionale viene aperta e un esercito di orchi e albi – creature simili agli elfi, ma votate al male – comincia a infiltrarsi e a soggiogare parte dei territori. Tuttavia le forze oscure sanno che, per conquistare il dominio assoluto della Terra Nascosta, devono spezzare l'unione dei maghi e individuano colui che può tradire gli altri: Nudin, uno stregone ambizioso e assetato di conoscenza, che cede alle lusinghe dell'ombra.

Adesso le orde degli invasori possono dilagare e ai popoli della Terra Nascosta non rimane che un’unica speranza. Secondo un'antica leggenda, infatti, la sola arma che può uccidere un mago posseduto dallo spirito del male è la Lama di Fuoco, un’ascia costituita dai metalli più preziosi, che deve essere forgiata col fuoco del drago e battuta in una fucina sotterranea. Spetterà a Tungdil, un nano educato dal potente mago Lot-Ionan, affrontare un viaggio ricco di insidie e pericoli per recarsi nel solo luogo in cui potrà essere forgiata l’arma leggendaria.

 

Sarò franco: Le Cinque Stirpi non ha soddisfatto pienamente le mie attese.

Pur disponendo di una trama di fondo alquanto originale, la prosa del romanzo appare di una pesantezza tale da superare persino alcune parti de Il Silmarillion e questo non invoglia certamente l’ipotetico lettore a immergersi nei quattro voluminosi tomi successivi pubblicati dall’autore.

Le vicissitudini si basano su una serie infinita di azioni comuni e su un incessante viaggio che sembra quasi destinato a non giungere mai alla fine, senza considerare il fatto che l’uso di alcuni termini moderni o delle cosiddette frasi fatte appare in netto contrasto con il contesto medievaleggiante della storia.

 

Purtroppo i difetti non finiscono qui. Anche se il più dei personaggi è dotato di una caratterizzazione emotiva particolareggiata e piuttosto azzeccata, come Boëndal e Boïndil, intrepidi nani gemelli che accompagnano il protagonista nel corso delle sue avventure quasi sin dalle prime pagine, alcuni appaiono piuttosto superflui e la sfumatura eccessivamente ironica conferitagli per rendere la storia più piacevole li fa cadere inesorabilmente nel ridicolo.

Lo stesso protagonista Tungdil stona con il resto dell’intrepida razza nordica per via del suo carattere da gentiluomo, ragionevole ed educato, che lo contraddistingue dagli altri nani. Il fatto che tutto ciò venga esaurientemente motivato dall’educazione impostagli da Lot-Ionan, il mago umano che lo ha adottato quando era ancora i fasce, non cambia di certo le cose. Avrei preferito di gran lunga un guerriero fiero e valoroso come Glandallin del clan Colpo di Martello, il nano che già dalle prime pagine del prologo mette in mostra le sue abilità con scudo e ascia.

 

Unico punto di forza del romanzo resta quindi l’intento di creare un vero e proprio scorcio fantasy della cultura nanica, con una sorta di estensione del mondo fantastico di J.R.R Tolkien e con spunti ripresi dai miti e dalle leggende nordiche.

 

Se Heitz si fosse concentrato ad alleggerire o a scartare le parti più prolisse, oltre a descrivere con impareggiabile maestria le scene di battaglia e le splendide gallerie dei nani, allora forse Le Cinque Stirpi sarebbe divenuto un’opera completa ed estasiante, inducendomi ad acquistare senza ulteriori dubbi il seguito del suo ciclo letterario.