Può dirci chi è Deborah J. Ross? Dov'è nata, e cosa fa oltre a scrivere?

Sono cresciuta in California e in Oregon, e mi sono laureata in Biologia e Psicologia. Mentre scrivevo, ho vissuto in Francia, lavorato come assistente medica di un cardiologo, rilanciato la biblioteca di una scuola elementare, studiato piano, ebraico e yoga, e sono stata attiva nel campo delle arti marziali femminili e nella comunità quacchera locale. 

Ms. Ross, quando ha inizato a leggere? E quando ha scoperto la narrativa fantastica? Si ricorda i primi libri letti?

Credo di aver incominciato a leggere quando avevo 6 o 7 anni, ma prima mia madre mi leggeva sempre delle storie a voce alta. Durante le scuole elementari e superiori leggevo semplicemente tutto quello che riuscivo a trovare. Poi presi The Beast Master di Andre Norton e mi innamorai. Il libro non solo catturava il senso di alienazione (e credo fermamente che ogni adolescente si senta un alieno, almeno ogni tanto), ma aveva anche gli animali per me più meravigliosi. Ero senza dubbio un'adolescente che andava pazza per i cavalli!

Quel libro mi ha aperto una porta, e molto presto avevo pile di romanzi preferiti, non solo della Norton, ma Poul Anderson e C. L. Moore e Leigh Brackett, e qualche anno più tardi scoprii quella corrente di scrittrici che comprendeva: Marion, naturalmente, e Vonda N. McIntyre, Ursula Le Guin, C. J. Cherryh e molte altre. 

Quando e come ha scoperto di voler diventare una scrittrice? E com'è giunta alla pubblicazione del suo primo romanzo, Jaydium?

In quarta elementare scrissi un libricino su un cavallo che salvava il mondo facendo smettere di combattere tra loro tutti gli animali in Africa. Lo illustrai e lo rilegai, anche. 

Iniziai a vendere racconti; la mia prima vendita fu a Marion nei primi anni ottanta. Entrai in un locale gruppo di scrittura e lavorai molto per migliorare le mie capacità di scrittura. Il mio primo lavoro, Jaydium, era un divertente romanzo fantascientifico attraversato da molti percorsi temporali alternativi, e completo di alieni argentei con sei piedi. Northlight, scritto mentre vivevo in Francia, era ambientato invece in un mondo a bassa tecnologia, più personale ed emotivo, talvolta spirituale. Questi libri sono fuori catalogo, ma disponibili in formato per Kindle e altri formati elettronici. 

Hastur Lord (2010)
Hastur Lord (2010)
Che cos'è che la affascina della narrativa fantastica? E cosa non le piace?

David Brin una volta disse che la fantascienza è la letteratura della speranza, perché suppone ci sarà un futuro migliore. Credo sia vero anche per il fantasy. Il mondo è pieno di meraviglie, e le storie ci aiutano ad apprezzarle e a esplorarle. Come ogni genere, anche il fantasy può diventare trito. Non mi piacciono i bei elfi e non leggo molto horror o libri con zombi o finali deprimenti. Ho amato Harry Potter e sono poco incline a Twilight

Cosa significa, per lei, essere una scrittrice?

Amo quando le parole fluiscono e le idee scoppiettano nella mia testa. Sembra quasi io sia sotto dettatura. Faccio fatica ad attendere per vedere quello che accade poi. Odio la prima pagina. Inizio sempre nel luogo sbagliato, ma non trovo mai il luogo giusto se non ho già iniziato da qualche parte. Spesso, devo permettermi di scrivere un pessimo inizio che nessun'altro vedrà mai e poi correggerlo durante la revisione. Ma, com'è stato detto, l'unica stesura che conta è quella sulla scrivania dell'editor. 

La maggior parte dei giorni mi sveglio, mi esercito e pratico musica (piano e voce) prima di mettermi a lavorare. Alterno lo stare seduta alla scrivania all'usare il mio portatile in una sedia confortevole che dà sul nostro giardino e sulle montagne. Di norma faccio un sonnellino dopo pranzo e un break nel tardo pomeriggio, spesso portando fuori il cane. È dura, per me, rimanere seduta per più di qualche ora, quindi mi muovo molto spesso. Quando lavoro alle prime stesure grossolane, fisso una quota di pagine, normalmente da 5 a 10 pagine al giorno. Tento di non pensare, ma di lasciar riversare le parole. Quando sto revisionando divento molto più brontolona perché sono in "editor mode" e cerco di tenere a mente 500 pagine di intreccio e dettagli. Fortunatamente, anche mio marito è uno scrittore ed è molto comprensivo.

Quando mi blocco, pulisco casa. Puoi capire come sta andando il mio lavoro guardando quanta polvere c'è sul pavimento. 

Marion Zimmer Bradley
Marion Zimmer Bradley
Quando ha incontrato Marion Zimmer Bradley per la prima volta? E com'è nata la vostra amicizia e la vostra intesa professionale?

Da qualche parte attorno al 1980, scrissi una lettera a Marion, come fan. Mi stavo allenando nelle arti marziali (t'ai chi chu'an e kung fu san soo) e abbiamo iniziato una conversazione sulla responsabilizzazione, sulle donne, il fantasy e la scrittura. Questo fu subito prima che lei iniziasse a editare la serie Sword & Sorceress (n.d.r.: una lunga serie antologica fantasy, nota anche in Italia, e pubblicata dall'Editrice Nord), per la quale acquistò il mio primo racconto professionale.

Nel corso degli anni siamo diventate amiche, colleghe scrittrici, e editor/scrittrici. Verso la fine della sua vita, mentre la sua salute declinava, abbiamo parlato del poter lavorare insieme, come scrittrici senior e junior. Lei era molto in confidenza col mio lavoro viste tutte le storie che aveva editato, non solo per S&S, ma anche per molte delle antologie di Darkover, Spell of Wonder, e la sua rivista fantasy. Riconoscemmo che la mia naturale voce letteraria, e la mia visione di Darkover, era molto vicina alla sua. All'epoca della sua morte, aveva approvato il mio outline per La caduta di Neskaya e avevo pile di note per i due libri successivi. 

Marion Zimmer Bradley amava scoprire e seguire nuovi e talentuosi scrittori. Pensiamo a lei, a Diana L. Paxson o a Mercedes Lackey, ma la lista potrebbe essere ben più lunga. Com'era Marion Zimmer Bradley durante quei momenti? E cosa suggeriva ai suoi scrittori?

Marion ha incoraggiato molti nuovi scrittori nel corso degli anni. Amava scoprire un nuovo talento. Per un  po', ha anche insegnato in una classe di scrittura, e io sono stata fortunata a poter studiare assieme a lei. Aveva opinioni ferme su cosa rendeva buona una storia, e potete leggere alcuni dei suoi saggi e dei suoi consigli agli scrittori sul sito del Marion Zimmer Bradley Literary Works: http://www.mzbworks.com/.