Non lasciatevi ingannare dal titolo e dalla copertina: ne I diari della mezzanotte, di Scott Westerfeld, non troverete alcun vampiro.

La storia, in questo romanzo come nel blasonato Twilight, inizia quando una ragazza proveniente ‘dalla grande città’ si trasferisce in uno sperduto paesino dell’interland americano, ma le due opere non presentano altri punti di contatto.

La ragazza in questione si chiama Jessica Day ed è appena arrivata a Bixby, Oklahoma, da Chicago.

Sotto la tranquillità apparente, Bixby nasconde più di un segreto, a cominciare dal coprifuoco che vieta a tutti gli abitanti di andare in giro di notte, fino alla misteriosa stella a tredici punte disegnata all’entrata di ogni edificio pubblico cittadino.

Jessica scoprirà ben presto di essere una Midnighter, una dei pochi eletti che, nati esattamente allo scoccare della mezzanotte, hanno la facoltà di vivere una venticinquesima ora, ignota al resto della popolazione, in cui l’unica luce proviene da una luna bluastra e imperversano gli Oscuri, pericolose creature d’ombra che assumono la forma di animali predatori.

Braccata dagli Oscuri, Jessica può contare sull’aiuto di un gruppo di ragazzi che, come lei, ha la facoltà di vivere e muoversi durante l’ora segreta: Rex il Vedente, Melissa la Telepate, Dess la Polimatematica e Jonathan l’Acrobata.

Vincitore di numerosi e prestigiosi premi letterari, tra cui l’inserimento nel New York Times Notable Books of the Years, la Philip K. Dick Special Citation, l’Aurealis Award e il Victorian Premier Award, Scott Westerfeld oltre alla saga dedicata alle figure dei Midnighters (delle cui avventure, dopo L’ora segreta, sono stati pubblicati negli Stati Uniti il secondo e il terzo volume, Touching Darkness e Blue Noon), è autore di altre opere di successo, come il romanzo Peeps (Vampirus, Fazi Editore, in Italia), la Uglies Trilogy (Brutti, edito dalla Mondadori), The Risen Empire e Killing of Worlds (questi ultimi due erano in origine un’opera unica).

Sposato con la scrittrice australiana Justine Larbalestrier (di cui Mondadori ha pubblicato in Italia Sangue di strega – La rivelazione e Sangue di strega – L’iniziazione), Westerfeld vive tra New York e Sidney.

Più vicino alla fantascienza di Maximum Ride che al sentimental-horror di Twilight, I diari della mezzanotte, grazie a un’idea tutto sommato originale e a una scrittura piuttosto scorrevole, parte bene, ma si perde nel corso della narrazione.

La trama non arriva mai al dunque e gli scontri con gli Oscuri descritti da Westerfeld finiscono per essere tutti uguali e presentare poche differenze l’uno rispetto all’altro.

La scrittura di Westerfeld si velocizza in passaggi che avrebbero meritato una descrizione più accurata e si dilata all’inverosimile in momenti tranquillamente sorvolabili, fino a giungere al caso estremo di un paio di capitoli (brevissimi, per carità) inutili, che potevano essere tagliati se non altro in fase di editing.