Cosa rende la figura dello zombie così affascinante da aver catturato l’ immaginazione collettiva per decenni?

Film, libri, fumetti, musica, videogame sono stati tutti contagiati dai mostruosi non-morti che, bisogna dirlo, sono davvero resistenti nonostante la tendenza a perdere pezzi… 

Gli zombi sono oggi popolari come non mai e il sito della Tor è andato alla grande nella sua Zombie Week.

In particolare, pochi giorni fa, è stato messo on line Bitter Grounds di Neil Gaiman, un racconto sicuramente in tema apparso la prima volta nell’antologia Mojo: Conjured Stories, successivamente nella raccolta Fragile Things (2006), e in svariate altre collezioni di genere.

Trama:

Un uomo senza nome abbandona la vita condotta fino a quel momento e si mette in viaggio alla guida della sua auto. Lungo la strada, offre un passaggio a un antropologo diretto a New Orleans che gli racconta la strana leggenda haitiana delle Venditrici di Caffè: "giovanissime ragazze, bambine, in giro da sole prima dell’alba a vendere pacchettini di caffè tostato. Le loro grida di cafè grillè! si udivano negli angoli oscuri delle vie, ma loro potevano essere viste solo se le invitavi a entrare. Allora le piccole zombie apparivano, e salivano le scale…”

Bitter Grounds è una storia  tesa a esplorare i legami con la nostra individualità: il protagonista, che racconta in prima persona, scivola durante la narrazione in una nuova identità, verso uno stato più spaventoso della morte e solo alla fine si arrende a una certa consapevolezza.

Di questa inquietante horror short story ha diffusamente parlato Matthew Cheney nel suo blog Mumpsimus http://mumpsimus.blogspot.com/2004/03/bitter-grounds-by-neil-gaiman.html

dopo averla analizzata con i suoi studenti:

Riassumere Bitter Grounds (liberamente, Caffè Amaro) è al di là delle mie capacità, dice Cheney, è’ una storia di perdita, amore noncuranza, vodoo, sesso, fantasmi e altro ancora. La prima volta che l’ho letta non mi aspettavo un simile livello di complessità.  E’ una storia dove quello che non succede  è importante quanto quello che succede.