Mentre aspettiamo di poter leggere Gli inferni di Zandru (annunciato da Longanesi come di prossima uscita in Italia, il 20 gennaio), ci siamo intrattenuti in una lunga chiacchierata con Deborah J. Ross, l'autrice che dal 1999 ha ereditato la saga di Darkover su espresso volere di Marion Zimmer Bradley.

In questa nostra lunga chiacchierata abbiamo scoperto, tra una domanda e l'altra, un'autrice che - quasi in punta di piedi - si è accostata a una delle saghe più lette al mondo, cercando il più possibile di rispettarne la visione originale, i temi (spesso importanti), e il sentire di un mondo come quello di Darkover.  Un lavoro che, come afferma la stessa Ross, si avvicina molto alla ricerca storica, tra articoli e racconti mai pubblicati, volumi compendio, e saggi sul tema, per regalare ai lettori della saga romanzi rispettosi di una serie che da più di 50 anni parla di luoghi, personaggi, e storie non comuni.

La quarta di copertina del romanzo

Rumail, potente e diabolico laranzu sopravvissuto alla guerra che suo fratello, Damian Deslucido, ha scatenato contro il regno di Hastur, affida al figlio Eduin la missione di eliminare gli ultimi discendenti della casa reale. Eduin è quindi mandato alla Torre di Arilinn, dove l’erede al trono, il principe Carolin, viene addestrato all’uso del laran, l’arma psichica dal terribile potere. Benché il suo compito sia quello di ucciderlo, tra loro nasce un’amicizia. Ma è solo la quiete che precede la tempesta...

Alla Torre arriva infatti il giovane Varzil Ridenow, e tra lui e il futuro sovrano si crea immediatamente un legame fortissimo, un profondo affetto basato sui comuni doni telepatici e sugli ideali condivisi, che li unirà per tutta la vita. Nell’animo di Eduin esplode la rabbia: ormai divenuto un espertissimo laranzu, il ragazzo, raffinato strumento di vendetta nelle mani del padre, rovescerà sulle esistenze di Carolin e di Varzil un odio tanto cieco quanto subdolo, e nascosto dai suoi poteri cercherà in ogni modo di portare a termine la sua missione di morte, disseminando la loro vita di dolore e ostacolando il grande sogno dei due amici: mettere fine alla minaccia rappresentata dalle armi laran e ricostruire moralmente la Torre di Neskaya...

Un estratto

"In quel mattino di primo autunno i raggi obliqui del grande Sole Rosso di Darkover illuminavano il cortile davanti ai cancelli della Torre di Arilinn. Il pavimento e i due muri di blocchi di granito e traslucida pietra azzurra erano uniti con tanta maestria che neppure un filo d’erba o un tralcio d’edera avevano messo radici. Le strutture alte e svettanti racchiudevano una gola dove indugiava ancora il gelo della notte. In fondo, un elegante arco conteneva il Velo multicolore che solo coloro di puro sangue Comyn, la casta dell’aristocrazia darkovana dotata di poteri psichici, potevano attraversare. Nella luce soffusa dell’alba, il Velo sembrava una cascata di splendenti colori dell’arcobaleno.

Quando era entrato di soppiatto nel cortile, nell’ora più buia della notte, Varzil Ridenow non aveva osato avvicinarsi troppo al Velo. Anche da lì, dall’angolo dove si era raggomitolato per sonnecchiare fino alle prime luci, avvertiva la propria energia scorrergli lungo i nervi..."

Di seguito, l'intervista a Deborah J. Ross:

Sotto al Sole Rosso con Deborah J. Ross

Sotto al Sole Rosso con Deborah J. Ross

Articolo di Luca Azzolini e Andrea Storti Mercoledì, 12 gennaio 2011

L'erede di Darkover, Deborah J. Ross, autrice di La Caduta di Neskaya e Gli inferni di Zandru, ci parla di sé, della narrativa fantasy, di Darkover e di Marion Zimmer Bradley.

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