Chi è lo scrittore?

Puoi dirci “chi è” Jari Lanzoni? Dove sei nato, dove vivi, e cosa fai oltre a scrivere?

Jari Lanzoni è una persona qualsiasi, solo più polemica e distratta della media, ecco perché scrive.

Sono nato a Castel San Pietro Terme il 7 dicembre del 1975, 9 anni fa sono andato a vivere da solo in uno scalcinato bilocale nella piccola città di Medicina, un micromondo di provincia con ancora qualche elemento della Brescello di Guareschi o del villaggio di Asterix. Dopo un decennio di impegni parrocchiali e esperienze di volontariato, di recente mi sono impelagato in una lista civica, Medicinalternativa.

Sono appassionato di fumetto, romanzi e giochi di ruolo da tempo immemorabile, dal 2003 sono anche insegnante di scherma storica, altra grande passione.

Al momento lavoro, dopo diverse vicissitudini, come Grafico presso l’azienda di software CMP srl di Bologna.

Di recente ho aperto il sito web www.schermaenarrativa.com, la cui nuova versione dovrebbe essere online tra un paio di settimane.

Come riesci a conciliare la tua attività di scrittore, con il lavoro, la famiglia, figli, ecc. ecc.?

Ah con i figli è stato facile: non ne ho. 15 km e una buona password hanno anche reso conciliabile l’invadenza famigliare, mentre il lavoro è chiaramente la priorità in quanto mi fornisce pane, mutuo e companatico. Gli amici di Medicina, con il tempo, hanno capito che quando sparisco sto lavorando alle mie stranezze e mi lasciano stare, un po’ come si fa con i matti. Quanto resta del tempo libero va nello studio della scherma, salvo quello che dedico alla domanda successiva…

Come scrittore, come organizzi la tua giornata lavorativa? Ogni scrittore ha una sua ritualità nello scrivere, quale è la tua?

In genere scrivo alla sera o nel fine settimana. Se sto lavorando ad un racconto allora immagini, sequenze, frasi o altro mi girano in testa tutto il giorno quando sono in viaggio, al lavoro, in macchina e quindi il momento in cui sono davanti al computer scarico e metto in ordine tutta questa serie di input. Se si tratta di un lavoro più complesso sviluppo un elenco dei titoli dei capitoli, utile a lasciarmi una traccia della sequenza di eventi.

In realtà i miei processi creativi sono quasi scissi: se ho giorni e giorni disponibili in cui scrivere e basta divento pigro, disinteressato, apatico. Se passo invece un lungo lasso di tempo in cui accumulo le idee e non posso scriverle finisco con l’usare al meglio il primo momento libero disponibile.

In termini di “ritualità” le mie procedure sono assai semplici: