Chi è lo scrittore?

Puoi dirci “chi è” Cristian Pavone? Dove sei nato, dove vivi, e cosa fai oltre a scrivere?

Sono nato a Gallarate, provincia di Varese, l’11/1/1980. Vivo a Cardano al Campo, un paesino vicino all’aeroporto di Milano Malpensa. Oltre a scrivere (che, facendo una stima approssimativa, purtroppo per me occupa, quando gira bene, solo i 2/24 della mia giornata), lavoro come commesso part-time in aeroporto; vendo borse e valige. Il tardo pomeriggio e la sera, essendo laureato in Scienze Motorie, lavoro in una palestra come personal trainer e istruttore. Per non farmi mancare niente, tre giorni la settimana pratico sport a livello agonistico. Calcio. In passato, invece, ho avuto “l’onore e l’onere” di ricoprire i ruoli di professore di educazione fisica, di animatore, di allenatore di calcio e di giornalista per alcuni quotidiani locali. E con questo direi che ci siamo. O quasi.

Come riesci a conciliare la tua attività di scrittore, con il lavoro, la famiglia, figli, ecc. ecc.?

“Hai voluto la bici? Adesso pedala”, ecco come faccio. Cerco d’impiegare al meglio il mio tempo (in attesa che approvino una petizione per aggiungere due o tre ore libere in più alla giornata) e quando questo non basta, rubacchio qua e la un po’ di minuti alla famiglia, alla fidanzata, agli amici e alle altre passioni “minori”. Ogni tanto qualcuno sbotta e io cerco un compromesso, strattonato come un giocattolo conteso da più mani.

Come scrittore, in che modo organizzi la tua giornata lavorativa? Ogni scrittore ha una sua ritualità nello scrivere, qual è la tua?

Non la organizzo, anche perché facendo i turni, la ritualità me la scordo. Diciamo che se a fine giornata conservo ancora qualche barlume di energia, lo “spunto buono” e un tarlo che mi frulla in testa, scrivo prima di andare a letto. Quando mi capita il riposo di mattina, ne approfitto e ci do dentro finché posso (ispirazione, concentrazione e impegni vari permettendo). Solo se ho una scadenza, riesco a impormi ritmi serrati e quasi estenuanti. In quei giorni chi vive con me sa che sono intrattabile… neanche avessi il ciclo!

Senti di avere raggiunto qualche traguardo?

No, semmai mi sento come… alle Olimpiadi. Sì, proprio lì, ai blocchi di partenza della prima gara di qualificazione per le finali dei 100 metri; ecco come mi sento. Magari defilato in ultima corsia, quella degli outsider, lontano anni luce dai migliori, ma pur sempre felice di vederli finalmente da vicino, dopo averli “rincorsi/letti”, invidiati e ammirati per anni. Il traguardo, invece, è solo un miraggio lontanissimo. Niente più.

Leggere

Quali sono i tuoi hobby, il passatempo preferito, cosa ti piace leggere? E quali sono i tuoi autori preferiti?

I miei hobby? Il calcio e la lettura. Cosa leggo? Di tutto, purché si tratti di romanzi. Non ho preclusioni di sorta verso alcuni generi letterari, anche se devo ammette che i classici “gialli” sono tra quelli che mi attirano di meno. Penso che potrei definire Dan Simmos come uno dei miei scrittori preferiti: “Hyperion” e “La caduta di Hyperion” sono avventure fantastiche. Tra gli italiani strizzo l’occhio a Carmine Abate.

Quando hai iniziato a leggere e cosa? E quando hai scoperto la narrativa fantastica? Ti ricordi i primi titoli letti?

Ho iniziato a leggere “seriamente” solo dopo la scuola dell’obbligo, con l’avvento dell’università: l’idea di leggere per forza qualcosa di deciso da altri mi ha sempre infastidito, come le imposizioni in genere. Scegliere di accostarsi alla lettura di mia spontanea volontà, invece, ha assunto tutt’altro sapore… Il primo amore è stato Stephen King e con questo rispondo anche alla domanda su qual è stato il primo fantasy che ho letto: “L’ultimo cavaliere”, il primo della serie della Torre Nera. “Nicolas Eymerich, Inquisitore”, di Valerio Evangelisti e “La legione perduta” di Harry Turtledove sono venuti subito dopo.

Quali autori ti fanno da "guida"? Cosa leggi abitualmente?
Cristian Pavone
Cristian Pavone

Mi fanno da guida gli autori che dicono cose interessanti, catturano la mia attenzione e mi aprono le porte di nuovi mondi, scenari o situazioni, tramite una scrittura veloce e snella; chiunque essi siano. Quando inizio un libro (a prescindere dal genere e dal nome dell’autore) spero d’imbattermi in qualcuno di loro. A volte butta bene, altre meno.

Che libro hai in questo momento sul comodino?

Ho appena finito “Mia Sorella è una foca monaca” di Christian Frascella (molto divertente!) e ho iniziato “L’estate della paura” di Dan Simmons (in questo caso non mi posso ancora sbilanciare).

Per concludere, vuoi darci un consiglio di lettura?

Ok. Vi posso fornire un breve elenco di libri a cui, se ripenso oggi, sono rimasto affezionato e che mi hanno “lasciato un segno”. Opere accessibili a tutti. Li elenco in ordine sparso, senza pretese di classifiche o hit parade di sorta:

Gli anni veloci – Carmine Abate

Novecento – Alessandro Baricco

Rovine – Scott Smith

Il cacciatore di aquiloni – Khaled Hosseini

L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafon

Love life – di Ray Kluun

Hyperion – Dan Simmons

La caduta di Hyperion – Dan Simmons

I pilastri della terra – Ken Follett

Fanteria dello spazio – Robert Heinlein

Il canto di Kali – Dan Simmons

L'ultima legione – Valerio Massimo Manfredi

La sfera del buio – Stephen King

La notte eterna del coniglio – Giacomo Gardumi

L'uomo che sussurrava ai cavalli – Nicholas Evans