Scrivere

Quando hai scoperto, e come, che avevi qualcosa da dire, che sentivi la necessità di scrivere? E quando hai iniziato e su quali argomenti? Quale è stato il percorso che hai affrontato prima di veder pubblicato un tuo romanzo? Hai ricevuto molti rifiuti?

Fin da bambino, essendo figlio unico, giocavo a inventarmi storie, personaggi, avventure e mondi alternativi, con i quali poi intrattenevo gli amici dell’epoca. Intorno ai vent’anni, ho sentito il bisogno di “sfogare” e incanalare questa mia creatività scrivendo. I primi romanzi sono stati dei thriller-horror alla Sthepen King poi, a mano a mano che le mie letture si ampliavano, ho saggiato tutti i principali generi letterari e, mio malgrado, anche le tipiche forme di rifiuto delle case editrici… “Gli orchi di Kunnat” ha seguito un iter insolito.

Diciamo che, anziché essere io a proporre il testo, quest’ultimo mi è stato “commissionato” dall’editore di DelosBooks, Franco Forte. A me, come a qualche altro che due estati fa partecipava a un suo corso di scrittura creativa, è stato chiesto se ce la sentissimo di provare a scrivere un fantasy per ragazzi dalla lunghezza prestabilita, per una nuova collana: “Storie di draghi, maghi e guerrieri”. Ho accettato e, al primo tentativo, ho fatto centro. L’idea dello stirpico e la trama sono piaciute, ma l’editore ha voluto che riscrivessi tutto il romanzo cambiando il punto di vista (che nella versione originale passava di mano in mano ogni capitolo).

Il risultato, com’era nelle intenzioni di Franco, ha fatto risaltare ancor più il personaggio di Zaru, rendendolo il protagonista principale dell’opera. Questo succedeva a dicembre dell’anno scorso. Nel frattempo ho scritto il seguito, quello che nel libro appare come LIBRO SECONDO. Il secondo episodio, appunto, è piaciuto tanto da essere accorpato al primo, rendendo “Gli orchi di Kunnat” un libro unico e sostanzioso. In progetto c’è l’idea è di proseguire con un secondo volume; vedremo…

La copertina di Maurizio Campidelli
La copertina di Maurizio Campidelli
Come e quando nascono le idee per i tuoi romanzi e da quali esigenze sono mossi? Da dove “nascono” le tue storie? Da dove i tuoi personaggi?

Le idee mi vengono quasi sempre per caso e nei momenti meno attesi; spesso sono frutto di suggestioni, intuizioni e a volte sogni. Altre ancora sono il prodotto di una lunga meditazione su un argomento specifico (questo quando, come nel caso degli “Orchi di Kunnat”, ho delle linee guida da seguire). Le esigenze, che accomunano entrambi i tipi “parto”, sono quelle di comunicare-raccontare qualcosa, farsi sentire-leggere, interessare gli altri e renderli partecipi di qualcosa di segreto e personale. I personaggi, invece, sono i frutti di uno studio più accurato: sono singole entità composte da una miscela chimica da bilanciare con misurino e contagocce, “sostanze” che, se messe a contatto le une con le altre, producono incalzanti reazioni a catena.

Antico e sempre attuale dilemma: pensi che scrivere sia dote innata o che si possa imparare, anche con le "nuove tecniche di scrittura"?

Penso che possedere una mente “predisposta alla fantasia” sia una dote (in qualsiasi modo e vettore essa si manifesti) innata e già ben marcata nella prima infanzia. Scrivere “divinamente” è un dono, ma tutti possono imparare a scrivere “ottimamente”, leggendo, esercitandosi con costanza e seguendo dei validi corsi di scrittura creativa. In merito a questo, vi consiglio quello dell’amico e maestro Franco Forte. Le capacità di sognare a occhi aperti, estraniarsi dalla realtà e immedesimarsi negli altri, lettore compreso, restano comunque indispensabili.

Sei uno scrittore lento o veloce, meditativo o istintivo? Tecnica a macchia di leopardo o disciplinato con ruolino di marcia? Imbrigli i personaggi o lasci che siano loro a decidere quale percorso deve seguire la vicenda?

Credo di essere un po’ un mix di tutto questo. Forse propendo più verso l’istintività, visto che a monte mi preparo una scaletta d’insieme che, però, evolve, cambia e si modifica a seconda dell’ispirazione e delle esigenze di trama e personaggi. Nei periodi in cui sto scrivendo un romanzo, cerco di tenere un ritmo costante, giorno dopo giorno, ma non vi nascondo che a volte scrivo 40 pagine di getto e altre manco mezza; in ogni caso, prima di cimentarmi nella “fase creativa” vera e propria, rileggo sempre le ultime venti o trenta pagine dell’opera e mi concentro sulle correzioni a caccia di refusi, eventuali abbellimenti, cadute di stile o “misfatti” vari.

Come è nato Gli Orchi di Kunnat? E a cosa stai lavorando ora?

Adesso sto lavorando a un romanzo di fantascienza dal titolo singolare: “Niente pasta-carta sulle lune di Taurus45”, che intendo proporre per un premio letterario. “Gli orchi di Kunnat” e il personaggio dello stirpico sono nati grazie al contributo di mio cugino Fabrizio Aspesi (che ringrazio ancora). Fabrizio è un inventore di giochi in scatola, un master nei giochi di ruolo, un ex-fumettista, un appassionato di fantasy, di carte e quant’altro abbia a che fare con il mondo della fantasia e della fantascienza. Ben conscio di queste sue qualità, mi sono rivolto a lui per uno scambio di opinioni e consigli, e da quest’ultimo è nata l’idea per la situazione iniziale del romanzo e un abbozzo dei protagonisti. Il resto si è aggiunto/definito da sé con l’evolversi della narrazione che, per completezza d’informazione, vi devo rivelare essere il mio primo romanzo fantasy.