Secondo lo storico latino Svetonio quando l’imperatore Cesare Augusto seppe come era terminata La battaglia di Teutoburgo esclamò “Varo, rendimi le mie legioni!”

Era il 9 d.C., e il confine dell’Impero, portato sul fiume Elba dalle campagne di Druso e Tiberio, non poteva certo definirsi stabile, con le popolazioni germaniche insofferenti nei confronti del dominio romano.

È su questo conflitto che si è concentrata l’attenzione di Harry Turtledove, che gli ha dedicato il suo ultimo romanzo.

Nato a Los Angeles nel 1949, lo scrittore si è laureato in storia alla UCLA nel 1977 con una tesi intitolata The Immediate Successors of Justinian: A Study of the Persian Problem and of Continuity and Change in Internal Secular Affairs in the Later Roman Empire During the Reigns of Justin II and Tiberius II Constantine (A.D. 565-582).

A questi anni risale il suo primo romanzo, Il libro dei poteri, pubblicato originariamente nel 1979 in due parti intitolate Wereblood e Werenight. I volumi erano firmati con lo pseudonimo di Eric Iverson, perché a giudizio dell’editore il suo vero nome (“tortora”) era poco credibile. La scelta perciò è caduta su qualcosa dal suono più “nordico”.

L’autore ha cominciato a firmarsi Turtledove solo nel 1987 con La legione perduta, primo romanzo ambientato nell’immaginario impero di Videssos, tradotto in italiano due anni più tardi. La saga inaugurata da questo volume raccontava le avventure di una legione romana che, dalla Gallia in cui combatteva Caio Giulio Cesare, si ritrovava per magia in una terra che richiamava molto l’Impero bizantino.

In questo caso si trattava di un mondo inventato ispirato a uno realmente esistito ma con forti differenze dal nostro, come la presenza di una magia effettivamente funzionante e spesso determinante nello svolgersi degli eventi. Con il passare del tempo, però, lo scrittore ha creato realtà differenti dalla nostra per particolari a volte piccoli, realtà che, se solo le circostanze fossero state lievemente diverse, avrebbero anche potuto realizzarsi.

Come in Per il trono d’Inghilterra, nel quale l’Invincibile Armata di Filippo II di Spagna è riuscita a effettuare quell’invasione che nella nostra storia non si è mai verificata. O come nella serie The Great War, mai tradotta, che immagina uno svolgimento differente della Prima guerra mondiale, e nel racconto Il dovere e la gloria, comparso nel numero 50 della rivista Robot, in cui l’omicidio di Abraham Lincoln avvenuto in piena Guerra di secessione portava a una pace ben diversa da quella che conosciamo.

Queste opere, insieme a cicli più propriamente fantascientifici come quello di Invasione nel quale, durante la Seconda guerra mondiale, una flotta extraterrestre cerca d’invadere la Terra, o a quello fantasy della Guerra dei Regni, nel quale rivisitava la Seconda guerra mondiale adoperando draghi al posto degli aerei e behemot invece dei carri armati, gli sono valse il soprannome di “Maestro della storia alternativa”.

Turtledove ha spiegato il suo interesse per la storia nella prefazione a Basil Argyros. Agente dell’impero di Bisanzio.

“Se non fossi un appassionato della fantascienza, probabilmente non mi sarei mai interessato alla storia bizantina” scriveva. “Frequentavo ancora il liceo quando lessi Abisso del passato di L. Sprague de Camp, nel quale un moderno archeologo si ritrova nell’Italia del sesto secolo. Continuavo a domandarmi quanto quel testo avesse rispettato la realtà storica e quanto fosse frutto della fantasia e così rimasi intrappolato.”

Il volume comprende una serie di racconti ambientati in un XIV secolo simile al nostro, ma nel quale Maometto, anziché dare origine alla religione islamica, diventa cristiano. La conseguenza è che sparisce l’espansione araba del VII-VIII secolo, e l’Impero Bizantino nel quale vive il protagonista deve confrontarsi con la Persia.

Fra una svolta e l’altra nella nostra storia, l’autore ha deciso di fare anche qualche vera e propria incursione nel passato, in romanzi che non alterano gli eventi che conosciamo.

La prima di queste opere è stata Justinian, pubblicata nel 1998 sotto lo pseudonimo di H.N. Turteltaub. La scelta di cambiare il nome contemporaneamente al cambio di genere è stata dovuta allo volontà di non correre il rischio che le grosse catene di librerie abbassassero gli ordini dei suoi successivi romanzi di fantasy e fantascienza nel caso in cui Justinian avesse venduto poco. Il romanzo, scritto sotto forma di autobiografia dell’imperatore Giustiniano, ha ricevuto un discreto apprezzamento, e nel 2001 si è Turteltaub visto pubblicare una seconda opera, Over the Wine-Dark Sea, dedicata a due cugini che lavorano come mercanti nel IV secolo a.C.

A questo romanzo hanno fatto seguito altri tre titoli con gli stessi protagonisti.

Risale al 2006 The Battle of Fort Pillow, il primo romanzo storico pubblicato da Turtledove sotto il suo vero nome, e dedicato a uno degli scontri avvenuti alla fine della Guerra di secessione.

Ora un nuovo tuffo in quel mondo romano al quale, in un modo o nell’altro, si è già dedicato tante volte in passato.

Il risvolto di copertina:

Publio Quintilio Varo viene convocato dall’imperatore Cesare Augusto che gli affida tre legioni e lo incarica di partire per la frontiera orientale dell’Impero, sul Reno. L’obiettivo è quello di sottomettere le tribù di barbari germanici, contro le quali molti altri condottieri hanno fallito, e portare le loro terre sotto il dominio di Roma, facendole diventare a tutti gli effetti una provincia. Intanto Arminio, capo dei cherusci, è impegnato in un gioco mortale: presta servizio sotto l’impero romano, diventando cittadino e ausiliario, ma ha come unico scopo quello di apprendere le arti della guerra e della politica per usarle contro i romani stessi. Tornato in patria per riprendersi la donna che gli era stata promessa, ed evitare che venga data in moglie a un germano molto fedele al nemico, comincerà la sua azione in nome della sopravvivenza del suo popolo, che riunirà sotto la propria guida nella strenua lotta contro l’invasore, prima che l’Impero possa ridurlo in schiavitù e cancellarne tutte le tradizioni. Si prepara così un combattimento senza eguali, in cui due uomini si fronteggiano in quella che entrerà nella leggenda come la battaglia di Teutoburgo, uno scontro sanguinoso che cambierà per sempre il corso della storia.

L’epica battaglia fra le legioni romane e i barbari teutoni riletta da uno storico di indubbio valore internazionale: un emozionante romanzo su Roma antica, il magnifico ritorno di Harry Turtledove.

Harry Turtledove, La battaglia di Teutoburgo (Give Me Back My Legions!,2009), Fanucci, collana Gli Aceri.

Pag. 384, 18,50 €. ISBN 978-88-347-1525-3