<< Si dice che come lei nessuna sappia amare. Nemmeno io posso confermalo. E’ l’unica della Casa nel cui grembo non mi sia deliziato di giacere. Un giorno, lo farò anch’io. Quando dalle altre non avrò più soddisfazione. So che sarà un giorno lontano, però – concluse, concedendosi una parvenza di sorriso.

- Conducimi da lei, allora… – concede l’Errante, con scarsa convinzione.

DONG, DONG, DONG. Il Lord tende le orecchie.

- Qualcuno bussa alle porte della Casa. Un nuovo Ospite. Mi dispiace, devo lasciarti: spetta a me accoglierlo. Sali per quella gradinata. Non puoi sbagliare. Arriverai a lei.

Fa per andarsene, ma prima, inaspettatamente, lo avvolge in una stretta calorosa e sincera, e lo bacia poggiando labbra su labbra.

- Lei ti farà felice! – esclama con enfasi, ma anche con occhio malinconico. Poi si dilegua frettolosamente.

Perplesso da quel commiato imprevisto, l’Errante affronta gli stretti gradoni di una rampa a chiocciola che taglia il fiato e pare non avere mai fine.

Finalmente, eccola lì, una piccola porta solitaria accostata allo stipite.

Lì, di fronte a quel varco socchiuso, l’Errante ha la certezza che, in qualche modo, anche la sua cerca è giunta a compimento.

C’è una targhetta argentata affissa alla porta, alla quale da’ una rapida scorsa. Non è una sorpresa scoprire il nome che vi è impresso. E’ una conferma di quanto ormai ha intuito.

Senza timore, con l’animo sollevato e libero, entra.

Attorniata da una nebbiolina eterea che le spiraleggia attorno, l’ultima Speranza allarga le braccia, pronta ad accoglierlo.

Per sempre.