Mr. Morgan, benvenuto su FantasyMagazine. Posso evitare il formalismo, e chiamarti Richard?

Certamente. 

Considerato il target della nostra webzine, l’oggetto principale della nostra intervista (ma non l’unico, ovviamente!) sarà il romanzo The Steel Remains, che in Italia è stato pubblicato grazie alla Gargoyle Books con il titolo Sopravvissuti. Questo potrebbe essere un buon punto di partenza per iniziare a esplorare il libro, la sua trama e i suoi attori.

Come lettore, devo dire che mi sentivo molto più intrigato dall’originale The Steel Remains (L’acciaio resta), molto più epico; ma dopo la lettura, sono contento di ammettere che anche la scelta di Gargoyle ha senso: i tre protagonisti principali del romanzo, infatti, sono indubbiamente outsiders e “sopravvissuti”. Alla guerra, ma non solo…

Sì, è stata una buona scelta, quella del titolo, molto attenta ai temi del libro. Il presupposto centrale di Sopravvissuti è che la forza e la resistenza che si trova negli eroi di guerra non è un tratto caratteriale che semplicemente salta fuori quando il combattimento inizia e poi tranquillamente sparisce al suo termine. La ragione per cui questi protagonisti sono sopravvissuti alla guerra è perché appartenevano già al tipo del “sopravvissuto” da prima che iniziasse il conflitto. Erano già veterani della vita, sopravvissuti in una società che non ha posto o sentimento per loro… 

Parliamo dunque di questi eroi non convenzionali, partendo dal primo: Ringil Eskiath.

Ringil è marchiato soprattutto dai suoi appetiti. Da gay in una società che demonizza l’omosessualità, deve essere molto solido per riuscire a sopravvivere alla sua stessa educazione, per non parlare di qualsiasi tipo di guerra esterna. Appartenere a una famiglia nobile lo ha isolato in qualche modo dalle ricadute che la sua sessualità avrebbe potuto causargli, ma lo ha lasciato pure con il senso di colpa del superstite, che gli dà un’enorme resistenza al(e forse persino una altrettanto grande propensione per)la sofferenza. E ovviamente, in conformità con gran parte delle società medievali del nostro mondo, il background nobiliare di Ringil gli ha garantito un addestramento da guerriero sin dall’infanzia. Quindi, egli ha gli strumenti per combattere i suoi nemici, sia esterni che interni. E non fa molta distinzione tra gli uni e gli altri!

Il secondo è il capotribù Egar Dragonbane.

Egar lascia la sua famiglia da adolescente, perché dopo la morte del padre per lui non è più un posto in cui valga la pena vivere, spende anni sopravvivendo come “sporco straniero” nell’imperiale città meridionale di Yhelteth, emerge come condottiero mercenario durante la guerra, e poi se ne torna a casa… o meglio ci prova, perché una volta indietro scopre di non sentirsi appartenere alla sua cultura natia più di quanto non abbia mai fatto nel sud.

“Last but not least”, Lady Archeth…

Archeth ha forse le migliori possibilità in termini di vera appartenenza, in quanto cresciuta da genitori che l’hanno amata e membro di una rispettata (benché  anche temuta) razza aliena che ha aiutato l’impero meridionale a stare in piedi: volendo, si può immaginarla come la figlia di consiglieri della CIA in qualche “repubblica delle banane” sudamericana, dalla quale non possono rientrare in patria. Ma poi ovviamente il suo popolo ritorna a casa (o muore nel tentativo, non è chiaro), lasciandosi lei alle spalle. Archeth assume quindi il ruolo di consigliere personale dell’imperatore e dei suoi discendenti (il suo popolo ha una vita lunga), ma disprezza l’impero umano per la sua barbarie, laddove messo a confronto con la sua razza scomparsa. Inoltre, anche lei è omosessuale, un segreto di Pulcinella il quale può solo che aggravarle il senso di alienazione che prova verso quanti la circondano…

Nel romanzo, il lettore segue i tre protagonisti lungo tre rispettivi vettori narrativi che convergono in un finale comune. Ma ci sono anche svariati sub-plot. Vuoi per cortesia sintetizzare per i nostri lettori gli aspetti principali della storia?

Ehm, dunque… vediamo: la Grande Guerra per salvare la civiltà è vinta, ma il costo è stato enorme. Le culture che l’hanno combattuta sono a pezzi, si battono per mantenersi in piedi politicamente ed economicamente, ogni concetto di progresso di civiltà pare essersi invertito… Tutto ciò vi suona familiare?: -) Nell’apparentemente libero Nord, bancarotta e povertà sono all'ordine del giorno, e la schiavitù è stata reintrodotta poiché le norme precedenti al conflitto sono state “liberalizzate” per coadiuvare la ripresa economica. Nel Sud, il fervore religioso che è stato alimentato per aiutare a reclutare uomini da mandare in guerra è ora diventato rancido e depreda la società civile: il fondamentalismo è in ascesa, i suoi ranghi si vanno ingrossando di poveri e diseredati arrabbiati. I ricchi di entrambe le società cercano di isolarsi nel loro benessere. Quando sorge una nuova arcana minaccia al genere umano, nessuno ci presta abbastanza attenzione sinché non è quasi troppo tardi.