Francesco Barbi aveva già suscitato interesse con il suo primo romanzo, L'Acchiapparatti di Tilos.

Il romanzo, pur presentando qualche ingenuità da esordiente era però stato apprezzato nell'ambiente, ricevendo per lo più recensioni favorevoli.

Molti autori sarebbero stati paghi di un simile risultato. Ma Francesco ha invece fatto tesoro delle critiche ricevute, e ha realizzato una revisione del romanzo, che ora viene pubblicata da Baldini e Castoldi Dalai Editore, con il titolo L'Acchiapparatti.

Probabilmente chiederemo a Francesco qualche informazione sul processo che l'ha portato a rivedere la sua opera, in una delle nostre interviste.

Prima di lasciarvi alle informazioni di rito, vi ricordiamo la favorevole recensione della prima edizione, scritta da Bruno Bacelli, che pubblicammo nel 2008.

L'Acchiapparatti di Tilos

L'Acchiapparatti di Tilos

Articolo di Bruno Bacelli Giovedì, 18 dicembre 2008

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La bandella interna:

Pochi a Tilos conoscono il nome di Ghescik. Lui è soltanto il becchino, l’ometto gobbo e storpio che vive al cimitero, ai margini del paese. Pochissimi sanno che coltiva una passione insana per la feldspina e gli scritti antichi. Solo lo squinternato acchiapparatti gli è amico.

Notte fonda. Al sicuro tra le mura della casa-torre diroccata, Zaccaria sta rimproverando uno dei suoi gatti quando qualcuno bussa alla porta. Il becchino si presenta con un libro rilegato in pelle scura, che sostiene di aver vinto grazie a una scommessa con lo speziale. Risale a epoche in cui la magia non era stata ancora messa al bando e sembrerebbe contenere le memorie di un defunto negromante. Ghescik non fa parola del misterioso diadema che ha rinvenuto la notte precedente in un sotterraneo della «torre maledetta», ma per scoprire se certi suoi sospetti sono fondati ha un solo modo: far tradurre il libro a Zaccaria che, inspiegabilmente, ha sempre avuto grandi doti come decifratore delle lingue arcane…

Inseguiti dagli sgherri dello speziale, becchino e acchiapparatti si ritroveranno nei meandri di una vicenda terribile che coinvolgerà una compagine di personaggi inconsueti: un cacciatore di taglie sfigurato, una prostituta dalle molte risorse, un gigante che parla per proverbi sgrammaticati e una schiera di feroci tagliagole.

Quale legame esiste tra il misterioso diadema e la terrificante creatura rinchiusa da secoli nelle segrete di Giloc?

Un viaggio rocambolesco, tra presagi e inganni, esecuzioni ed evasioni, attraverso atmosfere cupe e sanguinarie che rievocano gli aspetti più grotteschi dell’Alto Medioevo. Una storia avvincente, tanto insolita quanto indimenticabile, in cui convivono suspense e orrore, tenerezza e ilarità.

La quarta:

«Furti, razzie, stupri, omicidi. Numerosi erano i crimini commessi in quell’epoca nelle Terre di Confine. Poiché scelleratezza e barbarie imperversavano in ogni dove, le punizioni e le condanne, sommariamente assegnate, non potevano che essere molto dure… Ogni paese aveva il suo sistema. A Brunosco l’esecuzione si attuava tramite impiccagione, una pratica piuttosto banale. A Burik il reo veniva interrato fino al petto e quindi lapidato dalla folla. Sulle mura di Tambulin i condannati erano lasciati a penzolare per giorni in gabbiotti di ferro. A Fontecheta si legava il malcapitato a un masso e lo si gettava nel Riomaggiore, mentre sulle piazze centrali di Fortevia e Valbel erano sempre pronti i patiboli per le decapitazioni. Tilos, infine, era provvista di un fossato circolare e profondo in cui il condannato correva nel vano tentativo di sfuggire a un branco di cani affamati. Ma era il signore di Giloc a vantare lo spettacolo di gran lunga più eccitante. Qui, la pena di morte si chiamava Il Buco.»

L'autore:

Francesco Barbi è nato a Pisa nel 1975. Laureato in Scienze Fisiche, insegna matematica e fisica nelle scuole superiori. Da sempre inventore e costruttore di storie, scrive per dar voce ai suoi personaggi interni, imbrigliare e condividere le sue «visioni».

L'anteprima:

L'acchiapparatti

L'acchiapparatti

Articolo di Francesco Barbi Venerdì, 5 marzo 2010

Dal 9 marzo sarà in libreria la riedizione del romanzo di Francesco Barbi “L'acchiapparatti”, edito da B.C. Dalai Editore. Vi proponiamo, in contemporanea con la rivista Linus, il prologo e un estratto del quarto capitolo che presenta il personaggio dell’acchiapparatti. Le illustrazioni sono di Sergio Ponchione.

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Francesco Barbi, L’acchiapparatti

B.C.Dalai Editore

pg. 480 - 18,50 euro

ISBN: 978-886073652-9