«Credimi, Talon, non c’è molto da ridere. Tu vivi da solo per scelta. Hai idea di quanto sia frustrante che nessuno si ricordi di te dopo cinque minuti che ti sei allontanato?»

Wulf lasciò andare un respiro lungo e stanco. «La madre di Christopher è venuta qui tre volte solo la scorsa settimana per poter incontrare la persona per cui lui lavora. Da quanto la

conosco? Trent’anni? E non dimentichiamoci di quella volta sedici anni fa, quando sono tornato a casa e lei ha chiamato gli sbirri perché pensava che mi fossi intrufolato nella mia stessa abitazione.»

Talon fece una smorfia per il dolore nella voce di Wulf. Gli ricordò il motivo per cui non aveva consentito a sé stesso di provare nulla tranne il piacere fisico.

Le emozioni non avevano alcuno scopo nella vita e lui stava molto meglio senza.

«Mi spiace, fratellino» disse a Wulf. «Almeno tu hai noi e il tuo scudiero a ricordarsi di te.»

«Sì, lo so. Siano ringraziati gli dèi per la tecnologia moderna. Altrimenti impazzirei.»

Talon cambiò posizione sulla sua sedia pieghevole. «Non per cambiare argomento, ma hai visto chi ha trasferito Artemide per prendere il posto di Kyrian?»

«Ho sentito che si trattava di Valerio» rispose Wulf incredulo.

«Cosa le passava per la testa?»

«Non ne ho idea.»

«Kyrian lo sa?» chiese Wulf.

«Per un’ovvia ragione, Acheron e io abbiamo deciso di non dirgli che il nipote, nonché l’immagine sputata dell’uomo che lo crocifisse e distrusse la sua famiglia sarebbe stato trasferito in città proprio nella sua via. Purtroppo, però, sono certo che presto o tardi lo scoprirà.»

«Amico, umano o no, Kyrian lo ucciderà se mai lo dovesse incontrare... Non è un problema che vorresti affrontare in questo periodo dell’anno.»

«Non me lo ricordare.»

«Allora, a chi tocca il Mardi Gras quest’anno?» domandò Wulf.

Talon lasciò cadere la moneta che aveva in mano mentre pensava all’antico schiavo greco-romano che sarebbe stato trasferito temporaneamente in città il giorno successivo per aiutare a combattere l’esplosione di demoni che avveniva sempre in quel periodo dell’anno. Zarek era ben noto per l’avidità di sangue umano. Era instabile nella migliore delle ipotesi, psicopatico nella peggiore. Nessuno si fidava di lui.

Una vera fortuna per Talon che fosse lì, specialmente dal momento che sperava che fosse una femmina dei Cacciatori oscuri a venire in visita. Essere in presenza di un altro Cacciatore

oscuro poteva prosciugare i suoi poteri, ma avrebbe preferito comunque avere una donna attraente da guardare che trattare con la psicosi di Zarek.

Inoltre lui e una Cacciatrice oscura non avevano comunque bisogno dei loro poteri, per quello che Talon aveva in mente...

«Stanno trasferendo Zarek.»

Wulf imprecò. «Non pensavo che Acheron gli avrebbe mai permesso di lasciare l’Alaska.»

«Sì, lo so, ma è stata Artemide in persona a ordinare di mandarlo qui. Pare che avremo una riunione di psicopatici questa settimana... Oh, aspetta, è Mardi Gras. Toh!»

Wulf rise di nuovo.

Perlomeno la cameriera portò il suo caffè e un piattino con tre frittelle abbondantemente ricoperte di zucchero a velo.

Talon sospirò in segno d’approvazione.

«È arrivato il caffè?» chiese Wulf.

«Oh, sì.»

Talon annusò l’aroma del suo caffè, lo mise da parte e allungò la mano verso una frittella. L’aveva a malapena toccata quando vide qualcosa dall’altra parte della strada, sul lato destro di Jackson Square, lungo Pedestrian Mall. «Ah, amico.»

«Cosa?»

«Allarme rosso, capitano.»

«Ehi, anche tu non sei molto giusto, biondino.»

«Va’ al diavolo, vichingo.»

Indispettito da quel tempismo, Talon osservò il gruppo di quattro demoni incedere nella notte. Demoni alti e coi capelli biondo-oro che possedevano la bellezza divina della loro

razza. Andavano in giro come pavoni altezzosi, ebbri del loro potere mentre scandagliavano turisti da uccidere.

Per natura, i demoni erano dei codardi. Combattevano contro i Cacciatori oscuri, senza fuggire solo quando erano in gruppi, e soltanto come ultima risorsa. Dato che erano molto

più forti degli umani, li cacciavano apertamente, ma bastava che un Cacciatore oscuro si avvicinasse a loro e fuggivano a cercare riparo.

C’era stato un tempo in cui non era così. Ma le generazioni più giovani erano più caute dei loro antenati. Non erano altrettanto intraprendenti o ben addestrate.

Però erano dieci volte più arroganti.

Talon strinse gli occhi. «Sai, se fossi una persona pessimista, in questo momento sarei seriamente irritato.»

«A me sembri irritato.»

«No, questa non è irritazione. È un lieve turbamento. Inoltre, dovresti vedere queste tizie.» Talon mise da parte il suo accento celtico mentre inventava una conversazione con i demoni. Alzò la voce a un livello estremamente acuto. «Oh Oh. Mi è semblato di fiutale un Cacciatole osculo.»

«Oh, no, Titti» continuò, facendo calare il suo tono di due ottave. «Non essere sciocco. Non c’è nessun Cacciatore oscuro qui.»

Talon tornò al falsetto. «Non lo so...»

«Aspetta» proseguì, tornando alla voce profonda. «Sento odore di turisti. Turisti con anime grandi... e forti.»

«Vuoi smetterla?»

«Dannate macchie d’inchiostro» disse Talon, usando il termine dispregiativo che i Cacciatori oscuri utilizzavano per i demoni. Derivava dallo strano marchio nero che tutti i demoni sviluppavano sul petto quando passavano dall’essere semplici Apollinei a uccisori di umani. «Maledizione, tutto quello che volevo era una tazza di caffè e una frittella.»

Talon lanciò un’occhiata bramosa alla tazza mentre ponderava cosa dovesse avere la priorità. «Caffè... Demoni... Caffè... Demoni...»

«Penso che in questo caso sia meglio che vincano i demoni.»

«Sì, ma è caffè di cicoria.»

Wulf schioccò la lingua. «Ecco Talon che vuole farsi arrostire da Acheron per non aver protetto degli umani.»

«Lo so» replicò lui con un sospiro disgustato. «Lasciami andare a finire quei demoni. A dopo.»

Talon si alzò, si infilò il telefono nella tasca della giacca da motociclista e fissò con sguardo desideroso le sue frittelle.

Oh, quei demoni avrebbero pagato per questo.

Dopo un rapido sorso di caffè che gli scottò la lingua, zigzagò attraverso i tavoli e si fece strada verso i demoni, che stavano procedendo verso il Presbytere.

Con i suoi sensi da Cacciatore oscuro in allerta, Talon si diresse dal lato opposto della piazza. Li avrebbe intercettati e si sarebbe assicurato che pagassero per essere dei succhia-anime.

E per le frittelle che non aveva mangiato.

Prima edizione: ottobre 2010

Titolo originale: Night Embrace

© 2003 by Sherrilyn Kenyon

© 2010 by Fanucci Editore