Riluttante, Shade mise il palmo della mano sulla cresta ossea della fronte di Derc. Le cifre sul monitor scesero improvvisamente, poi si alzarono ancora e infine si stabilizzarono, ma il cambiamento sarebbe stato temporaneo. I poteri di Shade non potevano sostenere una vita che non c’era, e se Eidolon non avesse trovato il problema, l’intervento di Shade non

sarebbe servito a nulla.

Una rapida valutazione delle altre ferite non rivelò nulla che potesse spiegare il calo delle funzioni vitali. Poi, proprio sotto la dodicesima costola, trovò una cicatrice fresca. Sotto il taglio netto qualcosa gorgogliava.

«Shade.»

«Per le fiamme dell’inferno» disse Shade in un sospiro. I suoi occhi si mossero in modo frenetico mentre si passava le dita fra i capelli quasi corvini che, arrivandogli alle spalle, erano più lunghi ma dello stesso colore di quelli di Eidolon. «Potrebbe non essere niente. Non è detto che siano stati i ghoul.»

Ghoul. Non si trattava dei mostri che secondo il folklore umano si nutrivano di cadaveri. Così venivano chiamati coloro che facevano a pezzi i demoni per vendere le loro parti al mercato nero degli inferi.

Sperando che il fratello avesse ragione, ma di certo non così ingenuo, Eidolon premette delicatamente sulla cicatrice.

«Derc, che è successo qui?»

«Mi sono tagliato.»

«Questa è una cicatrice chirurgica.»

L’UG era l’unica struttura sanitaria al mondo che praticasse la chirurgia sulla loro specie e Derc non era mai stato ricoverato prima d’allora.

Eidolon percepì il puzzo pungente della paura. «No. È stato un incidente.» Derc strinse i pugni, gli occhi privi di palpebre erano disperati. «Devi credermi.»

«Derc, calmati. Derc?»

Le spie del monitor cominciarono a suonare e al divoratore di bambini vennero le convulsioni.

«Paige, prendi il carrello delle emergenze. Shade, alza le funzioni vitali.»

Un misterioso lamento sembrò fuoriuscire da ogni poro della pelle di Derc e un fetore di bacon andato a male e liquirizia riempì lo spazio angusto. Paige vomitò la colazione nel bidone dell’immondizia.

Il tracciato dell’elettrocardiogramma era piatto. Shade tolse la mano dalla fronte del paziente.

«Odio quando fanno così.» Chiedendosi cosa avesse spaventato Derc a tal punto da fargli decidere di fermare da solo le proprie funzioni vitali, Eidolon aprì la cicatrice con un colpo deciso del bisturi, sapendo cos’avrebbe trovato, ma col bisogno di esserne assolutamente certo.

Shade infilò la mano nella tasca della divisa e tirò fuori l’immancabile gomma da masticare. «Cosa manca?»

«Il sacco di Pan Tai. Raccoglie i materiali di rifiuto e li reintegra nell’organismo, così la sua specie non deve mai urinare o defecare.»

«Che praticità» mormorò Shade. «E uno cosa se ne farebbe?»

Paige si tamponò la bocca con una spugna chirurgica, aveva un colorito ancora verdognolo, anche se il puzzo della morte del paziente si era prevalentemente dissolto. «Il contenuto viene usato durante alcuni riti vudu che colpiscono i movimenti intestinali.»

Shade scosse la testa e diede all’infermiera un pacchetto di gomme. «Non c’è più niente di sacro?» Si voltò verso Eidolon.

«Perché non l’hanno ucciso? Hanno ucciso gli altri.»

«Valeva di più da vivo. La sua specie riesce a farsi ricrescere un organo nel giro di qualche settimana.»

«Cosa da cui avrebbero tratto profitto.» Shade si lasciò sfuggire una sfilza di imprecazioni, incluse alcune che Eidolon non aveva mai sentito nonostante i suoi cento anni d’età. «Deve trattarsi dell’Aegis. Morbosi bastardi.»

Chiunque fossero i bastardi in questione, erano stati piuttosto occupati. I paramedici avevano portato in ospedale dodici corpi mutilati nelle ultime due settimane e la violenza era andata crescendo. Alcuni segni sui corpi delle vittime indicavano che erano state squartate mentre erano ancora vive... e coscienti.

Peggio ancora: alla maggior parte dei demoni non importava nulla, e quelli a cui importava non avrebbero cooperato con i Consigli delle altre specie per aprire un’indagine. A Eidolon 

importava, non solo perché era implicato qualcuno con conoscenze mediche, ma perché era solo una questione di tempo prima che i macellai acciuffassero qualcuno che conosceva. 

«Paige, informa l’obitorio perché vengano a prendere il corpo e comunica loro che voglio una copia del risultato dell’autopsia.

Ho intenzione di scoprire chi sono questi stronzi.»

«Dottor E.» Eidolon non aveva fatto più di dieci passi quando Nancy, una vampira che faceva l’infermiera da prima di essere trasformata, lo chiamò dalla postazione dietro al banco dell’accettazione. «Ha chiamato Skulk, ha detto che sta portando qui un Cruentus. Arrivo stimato fra due minuti.»

Eidolon si lasciò quasi sfuggire un gemito. I Cruenti vivevano per uccidere, il loro desiderio di