Lo spunto iniziale di questo interessante esordio sembra tratto dalla cronaca del mondo reale. Alida De La Calla è accusata dell'omicidio della coinquilina Licia Amaranto. L'imperativo categorico del mondo dei media è "sbatti il mostro in prima pagina", e anche in questo caso è quello che avviene. Ma in questo caso di "mostro" vero si tratta. Alida non avrebbe bisogno di questo clamore, non solo perché è innocente del delitto di cui è accusata, ma perché ha una particolarità, appartiene a un razza di immortali.

La scoperta del lettore di questa verità è graduale, all'inizio si è immersi in una atmosfera da romanzo realistico, con una trama gialla tutta da dipanare. Ma qualcosa comincia a disturbare il lettore. Frasi che non sembrano appartenere alla classica struttura del giallo. Gesta della protagonista che non sembrano propriamente umane.

Niente è come sembra all'inizio insomma. E piano, piano Anna Tasinato ci porta in un mondo e in una ambientazione che ha le sue unicità. Il suo modo di apparire originale pur miscelando elementi ovviamente proviene da letture, da mass media, da assimiliazioni più o meno consapevoli, che nel romanzo camminano con le proprie gambe.

L'evoluzione del rapporto con lo psicologo Mirko, con la sorella Sofia, con il carismatico immortale Ciano e con i burattinai che sin dall'inizio (non credo di spoilerare nulla), sembrano dietro tutto questo, i Boidi, riescono a sorprendere. Forse l'unico elemento più "convenzionale" è il conflitto ombra dietro la vicenda principale. Però il modo in cui irrompe nella vicenda funziona lo stesso. 

I personaggi riescono a bucare la pagina, anche alcuni comprimari, la cui vicenda a volte è più raccontata che mostrata, come la tormentata Angelica.

I dialoghi sono uno dei punti di forza del romanzo, molto credibili, con il giusto ritmo e la giusta capacità di caratterizzare il singolo personaggio senza dover ogni volta specificare chi sta parlando.

Anche il lavoro sui dettagli, come la marca della borsa della protagonista, le auto, la descrizione di luoghi che se non sono "veri" per definizione, in quanto descrizione di luoghi veri, ma in un contesto di finzione, diventano verosimili. Le calli veneziane affollate di motoscafi privati, le autostrade o le cittadine tedesche, sembrano davvero immergere il lettore. Questo buon lavoro di costruzione dei personaggi e dell'ambientazione fa perdonare qualche ingenuità che con l'esperienza la narratrice potrà superare, come qualche momento, pochi per fortuna, in cui il narratore sembra rimarcare quanto già visto nello svolgersi della storia.

Nel complesso il romanzo diverte e appassiona, con un giusto mix tra thriller, fantastico e una ambientazione urban, tra Milano, Venezia e una leggera deviazione verso la Germania, che funziona. Anche la mitologia che l'autrice crea è interessante e potrebbe essere suscettibile di sviluppi futuri. Se l'arco narrativo di alcuni personaggi è compiuto, il mondo narrativo percepibile al di fuori della cornice del romanzo sembra ancora esplorabile, anche se con molta cautela: è un luogo molto pericoloso.

Un esordio promettente, credetemi.