Il giovane Clark Kent è appena giunto a Metropolis, in cerca di uno scopo e di risposte che forse nessuno potrà mai dargli. Si lascia alle spalle la vita tranquilla del Kansas e per la prima volta si trova a usare i suoi prodigiosi poteri in un contesto urbano caotico e pericoloso. Qualcosa di sinistro, però, è già sulle sue tracce, e giocherà un ruolo fondamentale nel destino del pianeta terra come nella vita del giovane che diventerà Superman...

Superman – Terra Uno nasce programmaticamente come apripista di una nuova linea editoriale che dovrebbe essere la risposta DC all’etichetta Ultimate della Marvel.  Un universo indipendente dove eroi classici saranno ridisegnati secondo quelle che sono ritenute le sensibilità più attuali. Prevedibilmente, tocca all’Uomo d’Acciaio essere l’alfiere di questa nuova via, mentre già si lavora a Batman – Terra Uno. A occuparsi della nuova, ennesima origine di Clark Kent è il prolifico J.M. Straczynski, contemporaneamente all’opera sul restyling di Wonder Woman di cui ultimamente si è fatto un gran parlare. Dopo Man of Steel di John Byrne, Birthright, di Mark Waid e Leinil Yu, e il recente intervento di Geoff Johns (Secret Origins), ecco dunque un’ulteriore genesi del supereroe per antonomasia. Un appuntamento che si propone quasi a ogni decade, con risultati spesso differenti per qualità e necessità. In Superman – Terra Uno,

Tutta mia la città...
Tutta mia la città...
Straczynski glissa decisamente sulla caduta della navicella con dentro il bambino alieno, e si concentra maggiormente sui turbamenti del giovane Clark, qui ritratto come una figura amletica, ancora incerta sui propri obiettivi. L’origine dell’eroe è qui osservata dal punto di vista morale, come crescita interiore, e la sostanza del racconto verte sulla catena di eventi che porterà Clark a indossare per la prima volta il manto di Superman, assumendo il ruolo di difensore della terra.

Il risultato è una lettura intimista, con lampi di misticismo new age scandita però da un ritmo troppo lento che impedisce alla storia di decollare come dovrebbe. Il vero pezzo forte di questa riscrittura dovrebbe essere il mistero della distruzione di Krypton, e le conseguenze di una verità molto più orribile della storia che ricordavamo. Quel che non persuade è la caratterizzazione tetra e un po’ depressa di questo giovane Clark Kent, elemento che influenza un po’ tutta l’avventura, suggerendo l’idea giovanilista di un Superman emo. L’alienità dell’eroe è resa, stavolta, in modo sottilmente satirico, ma poco in sintonia con il respiro generale della storia. Clark è molto più umano dei macchiettistici uomini e donne che lo circondano, e ai quali deciderà di conformarsi, nascondendosi dietro la caricatura di un’umanità stereotipata e superficiale. Come la nuova, irritante caratterizzazione di Lois Lane, qui

I tuoi occhi sono fari abbaglianti...
I tuoi occhi sono fari abbaglianti...
protagonista di una particolare interpretazione dell’annosa questione di un’identità mantenuta segreta solo da un paio di occhiali. L’espediente usato da Straczynski è surreale e quasi pirandelliano. Lois, infatti, incontra Clark per la prima volta quando questi ancora non fa uso delle lenti, ma non lo degna di uno sguardo. Lo vede, ma non lo elabora in quanto il suo cervello iperattivo di giornalista lo ha già catalogato come elemento di scarso interesse. Superman colpirà la sua attenzione, ma la sua superficialità, come quella di tutto il Daily Planet, le impedirà di associarlo all’insignificante (e ormai occhialuto) Clark Kent. Una lettura amara, che avvolge il personaggio di Superman in un alone di malinconia e conferisce alla solitudine del supereroe un nuovo, grottesco significato.

Il pullover che mi hai dato tu...
Il pullover che mi hai dato tu...

Completano l’opera i serissimi disegni di Shane Davis, crepuscolari quanto basta per una storia che fatica a darsi una caratterizzazione precisa. Il

E ancora adesso io volo...
E ancora adesso io volo...
mestiere non manca, ma Superman – Terra Uno non lascia nessuna emozione duratura, pervaso com’è da una tangibile freddezza commerciale e da una sensazione di già visto ormai inevitabile. Appuntamento irrinunciabile per tutti gli appassionati dell’Uomo d’Acciaio, Superman – Terra Uno potrà piacere più o meno a seconda dell’età e di quanto si è già letto sulle origini dell’ultimo figlio di Krypton. Una rinarrazione, quella di Straczynski, che - ne siamo certi – non sarà l’ultima, e che ormai funziona come una cover ambita da molti interpreti, in grado di eseguirla ciascuno secondo il proprio estro con maggiore o minore spettacolarità.

Questo è Superman – Terra Uno. L’esecuzione professionale di un brano classico con una libera variazione nella parte centrale. Un Superman in più, tra i tanti Uomini d’Acciaio partoriti in periodi differenti, che potrà affascinare soprattutto i più giovani. Ma non certo il Superman definitivo.

Se bruciasse la città...
Se bruciasse la città...