E le soddisfazioni più grosse?

Da editore, dovendo vendere, le vendite e le classifiche. Ma anche la sensazione di aver fatto dei libri buoni, di avere un profilo riconoscibile su tante tipologie di libri diverse, dai pop-up alla narrativa. E ogni tanto di aver fatto, nonostante tutto, dei libri scomodi perché era giusto farli.

Nel vostro mondo ideale, che volto avrebbe l'editoria?

L’editoria è comunque una creatura fantastica, una specie di mostro a più teste che nasce dall’incrocio di passioni e competenze diverse. Questa è una grandissima fatica, ma è anche, quando s’incrociano le persone giuste, l’unica garanzia di fare qualcosa di buono e magari anche di nuovo. L’impresa editoriale non è mai un’impresa solitaria, e non potrà perciò mai essere ideale.

A parte questo, nel nostro mondo ideale i libri sono importanti, e le persone ne parlano spesso; nel nostro mondo ideale c’è spazio per tutti i libri di tutti, e gli autori si confrontano costruttivamente tra di loro e con l’editore, avendo come unico obiettivo quello di fare libri migliori.

Con quali criteri scegliete un libro di genere Fantastico?

Ci piacciono i libri fuori dai canoni classici, che escano dai recinti del genere.

Siamo molto cauti sulle trilogie: cerchiamo sempre (ma non sempre troviamo) libri che siano quantomeno autoconclusivi e a sé stanti.

Ci piace che il libro proponga una storia di crescita, una scommessa personale, più che una serie di vicende epocali all’interno di un mondo.

Ci piacciono, anche, protagoniste femminili.

Che caratteristiche avrebbe il libro che sognate di scoprire?

Beniamino Sidoti: Appassionante, veloce, diverso.

Valentina Deiana: Dovrebbe avvolgere la mia mente, come una coperta di lana in inverno. Farmi ridere e piangere. Dovrebbe lasciarmi con il fiato sospeso ma avere la sicurezza del lieto fine…

Accettate elaborati da chiunque o solo tramite agenti?

Vedi sopra: non siamo strutturati per gli esordienti.  Ci piace mantenere aperto il dialogo con gli autori proponendo e cercando buoni lavori, anche con chi ha già pubblicato. Gli esordienti o gli scrittori senza agente non ci spaventano a priori, ma chiediamo sempre professionalità: una professionalità che si capisce spesso fin da una presentazione, una sinossi o una pagina di prova.

Due consigli agli scrittori: cosa fare e cosa non fare assolutamente quando si rivolgono a voi.

Presentate la vostra storia in poche parole: una buona storia può sempre essere riassunta in un sms.

Non imbastite la presentazione con informazioni che non hanno a che fare con la vostra storia: vagliare le proposte (e sono tantissime) è un vero e proprio lavoro a cui, purtroppo, possiamo dedicare solo parte del nostro tempo. Fondamentale diventa quindi l’immediatezza delle informazioni.

Quali sono i difetti che riscontrate più spesso in un manoscritto?

Beniamino Sidoti: Cattivi dialoghi, scritture leziose pensate per bambini poco intelligenti, eccesso di cliché, errori ortografici (contano, contano…)

Valentina Deiana: L’errore più frequente è quello di sottovalutare la letteratura per ragazzi: scrivere per i bambini necessita della stessa passione e dello stesso talento di chi si rivolge a un pubblico adulto. Anzi, forse di più!

E nella lettera che accompagna l’elaborato?

Beniamino Sidoti: La presunzione, quando c’è, è la cosa che più mi infastidisce.

Valentina Deiana: La lettera di presentazione non è surplus: si possono capire tante cose dalle brevi frasi descrittive che si sceglie di scrivere. Intanto ci danno modo di contestualizzare l’autore, per capire cosa l’ha spinto a inviarci la sua proposta; e poi ci danno una prima idea di come scrive…

E nella sinossi?

Beniamino Sidoti: L’atteggiamento del tipo “poi ci torno sopra”

Valentina Deiana: Dev’essere diretta e permettere a chi legge di capire subito di cosa si sta parlando… il riassunto serve a questo, no?

Promozione e marketing: la vostra ricetta

Siamo presenti con la promozione sul punto vendita perché in libreria il nostro libro si veda, e non sparisca. Lo facciamo in modo non aggressivo, cioè senza togliere spazio agli altri, o inseguendo altri sui loro territori.

Il nostro approccio al marketing non è “vendere” ma “far conoscere”: cerchiamo, soprattutto su alcuni titoli, di far conoscere il libro alle comunità di appassionati di un genere o sottogenere; manteniamo un dialogo costante con chi è presente sul territorio con festival, premi letterari o iniziative di valore; facciamo poca pubblicità su riviste o giornali, ma cerchiamo di invitare i nostri autori perché incontrino il proprio pubblico.

Sempre dal punto di vista della promozione e del marketing, gli autori sono attivi o potrebbero fare meglio?

Ciò che tutti chiediamo agli autori è anzitutto di scrivere: ci sono poi alcune, valide, iniziative che mettono in contatto autori e pubblico; ma un autore non è una rockstar e non dovrebbe solo andare in giro. Tra i nostri autori ve ne sono di attivissimi e di timidi: noi rispettiamo il loro

approccio e non cerchiamo di forzarne il comportamento pubblico.

Alcuni autori, anche famosi, lamentano a volte di aver subito editing invasivi dai propri editor: qual è la politica della Vs casa editrice in merito? Come si sentono i Vs autori dopo essere usciti dal 'confronto' con l'editor?

In generale non siamo interventisti. Se c’è lo spazio, ci piace, prima della stesura, aiutare lo scrittore a individuare alcuni punti chiave. A libro finito, facciamo poche proposte mirate ma mai, mai, riscriviamo al posto dell’autore. Curiamo molto l’uniformazione del testo e controlliamo che le informazioni siano sempre corrette.

C’è un’interazione diretta fra la vostra casa editrice e i lettori?

Il dialogo è ormai costante, grazie alla rete, tra autori e lettori senza bisogno di intermediari. Il mestiere dell’editore è ancora più invisibile di quello dell’autore. Noi siamo quelli che facciamo che le cose accadano, non scriviamo il libro né lo stampiamo: cerchiamo di creare le condizioni migliori perché il libro esista: non è un lavoro molto glamour e perciò è raro che i lettori ci cerchino direttamente.

E fra casa editrice e la stampa che si occupa dei vostri libri?

È un lavoro mediato dall’ufficio stampa: cerchiamo sempre di far conoscere i nostri libri ai giornalisti

che pensiamo potrebbero essere interessati, ovviamente nel rispetto dei ruoli.

Grazie per essere stati ospiti di FantasyMagazine.