Fa una pausa per sospirare.

- Quando camminavo alla mattina per quei marciapiedi e vedevo un bambino con il grembiule e la cartella a bordo di un auto, mi piaceva pensare che gli ho salvato la vita io…che ero stato un eroe…questa cosa mi ha dato un sorriso fino all’ultimo.

Morte è commossa e la stessa Gloria si intenerisce a seguito delle parole di Mario.

- Credo non ci sia bisogno del voto del pubblico - dice, semplicemente, l’incappucciato.

I cadaveri applaudono.

- Fermi tutti! Io non voglio la Gloria, ho già una moglie bellissima che mi raggiungerà fra qualche anno! - le parole di Mario sbalordiscono il regno dei defunti intero.

Impossibile - sussurra appena Morte - Tutti vogliono la Gloria dopo la morte.

- Non io!- ribatte - Non credete che questa storia della Fama e della Gloria è diventata una cosa troppo commerciale?- fissa gli spalti, il teleschermo al plasma gigante, i telecomandini, la povera ragazzina e il suo corpo sessualmente sfruttato per innalzare l’Audience - Tutti cercano di ottenerla come il montepremi di un quiz televisivo. Apri gli occhi, signorina Gloria, sei tu che devi scegliere chi accompagnare in eterno, senza farti pubblicità con scollature che lasciano vedere fin troppo.

- Voi umani avete creato ciò - ammette Morte - Sta a voi spegnere tutto.

- Lo faccio io.

Morte gli indica una salita nell’oscurità, al culmine della quale c’è una roccia e nel mezzo, incastonato, il sacro telecomando che tutto digita.

- Se estrarrai il telecomando dalla roccia, spegnerai questo mercato.

Mario s’incammina senza farselo ripetere. Mentre sale sulla collina, gli zombi, consci di quello che sta per accadere, iniziano a distruggere tutto. Con ruggiti e gemiti di dolore, divelgono sedie, fari, telecamere, fracassando ogni cosa. Mario impugna il telecomando con la destra e lo strappa dalla roccia, come un moderno Artù. Infine, lo punta sopra tutto ciò che gli sottostà: furia, cadaveri imbestialiti che rompono macchinari e tecnologie, la Morte, l’eterno riposo e lei…vede con rammarico lei, bellissima e poverella, che spaventata corre a nascondersi dietro gli spalti. Un’ultima volta incrociano lo sguardo, un’ultima volta che serve appena a dirle:

- La gloria non si svende.

Pallino rosso.