- Stai bene con i capelli sciolti, sembri quasi carina! - le dice rubandole il laccio dei capelli.

Idiota. Lo sta aiutando a studiare e lui, invece di ringraziarla, la importuna.

- Stavo pensando che magari potremo passare più tempo insieme... non per studiare, intendo... - butta lì poi con aria indifferente, scrutando di sottecchi la sua reazione.

Ha un sorrisino beffardo stampato in faccia; si crede irresistibile. Non mi piace per niente.

Al contrario, inaspettatamente, a Clara sembra piacere. Diventa rossa di colpo, si morde il labbro indecisa; lo fa sempre quando è ansiosa. Non può piacerle davvero...

Eppure la sua testa sembra annuire, quando l'idiota apre di nuovo bocca.

- Certo se non dovessi studiare tanto per l'esame, avremo più tempo per conoscerci meglio... -

Voglio fargli male. Tanto male. Ma ci pensa Clara, anche se non con le mani.

- Sei un imbecille! Non ti passerò mai l'esame, tanto meno per uscire con te! Se non vuoi studiare, arrangiati!

Lo invita a levare le tende.

E lui quasi mi spacca, urtandomi con il gomito mentre gesticola delle scuse fasulle.

- Attento! - grida Clara atterrita.

L'idiota la scruta perplesso, dopo avermi preso al volo. Per grazia della Luce, quei muscoli non gli servono solo a pavoneggiarsi. Non ho la minima idea di cosa accadrebbe se Neve si rompesse. Mi dissolverei nell'aria, forse.

- Ci tieni tanto a 'sta cosa?

- È un regalo di mia madre. - risponde secca la mia Clara, mettendomi delicatamente al riparo.

Sua madre è morta da qualche anno, è stata dura ma è sopravvissuta al dolore ed ora è più forte. Forse è per questo che ancora adesso è così attaccata a Neve: le ricorda lei.

- Mi sa proprio che dovrò arringarmi altrimenti... - dice l'idiota invece di scusarsi di nuovo, e questa volta per bene.

Finalmente se ne va.

Però lo sguardo sornione che mi ha lanciato e il fermo che ha messo alla finestra mentre Clara non guardava, mi allarmano. Non mi fido di quel tipo; ha in mente qualcosa e niente di buono.

Infatti più tardi, quando fuori fa buio e Clara è da Giorgio, dopo aver udito dei rumori sospetti mi ritrovo in un sacco. Il geniale piano di Dante per arrangiarsi: rapire Neve e costringere Clara a passargli i risultati. E' più stupido di quanto pensassi.

A causa di quella stupidità, io ora sono sistemato nell'erba del suo giardino. Al posto di salvare il mio regno, sono costretto a sorbirmi la sua voce irritante atteggiarsi con una ragazza, su cui evidentemente lui vuole fare colpo.

Magari sono già morto e questa è la mia punizione. Alla fine la Grande Luce non ha avuto misericordia di me.

Per fortuna dalla mia posizione vedo solo i loro piedi e mi risparmio almeno la faccia ebete di Dante, finché ad un tratto i saldali di lei si avvicinano. Si abbassa verso di me, sicché io vedo prima una cascata di boccoli chiari, poi una mano affusolata scostarli, e infine il suo viso. Perfetto. La pelle di porcellana, la bocca carnosa, il piccolo naso un po' spellato dal sole, lo stesso che ha colorato anche le sue guance, immagino. Soprattutto penetro nei suoi occhi e ci sprofondo.

Cuore d'ambra. Profumo di rosa scarlatta. Tocco di velluto che mi squarcia l'anima.

Prima di rendermi conto di non stare sognando, lei balza via all'improvviso. E un getto giallo m’inonda appannandomi la vista. La risata sguaiata di Dante risuona nell'aria, insieme alle mie maledizioni, che restano però fra queste mura di terracotta.

La Grande Luce si fa beffe di me. E non solo perché lo stupido cane di Dante mi ha pisciato addosso, ma perché adesso, per quanto la mia anima si strappi chiamandola, posso solo osservarla allontanarsi al fianco dell'idiota. Melina. La mia Melina. Se non è proprio lei, ne è la copia esatta.

Se non lo sono già, voglio morire. L'ho persa di nuovo. Il mio regno è perso per sempre. La Grande Luce mi odia.

Tuttavia prego lo stesso.

Ti prego fammi riportare a casa Melina, la Chiave di Luce. Perché Melina non ne è soltanto la custode, lei è la Chiave. E' lei ad avere in sé il potere di trattenere l'Ombra, il cancello di luce che imprigionava Kahalan. Perciò ha preferito pugnalarsi a morte piuttosto che... essere violata da me. Per mantenere l'equilibrio Melina non poteva essere di nessuno, ma io la desideravo troppo. Credevo di amarla, che anche lei mi volesse, e che questo mi desse il diritto di averla. Sopra di tutto e tutti.

Ora so che quello non era amore. L'amore è ben altra cosa.

Scende la tenebra e io ancora prego. Sto ancora pregando quando odo dei passi e per un attimo spero. Che sia lei. Che mi abbia riconosciuto. Che sappia come tirarmi fuori di qui. Che mi abbia perdonato.

Senza capire alcunché mi ritrovo di nuovo in un sacco e per un po' vengo sbatacchiato qua e là. Per un paio di volte temo di andare in frantumi e alla fine... succede. Con un gran botto Neve viene scaraventata a terra. Pezzi ovunque. E penso a Clara: il suo viso è l'ultima immagine prima di dissolvermi. No, un'altra volta risucchiato chissà dove. Porca... Oblio.