Robredo è in definitiva un bel racconto, capace di offrire una lettura che non lascia indifferenti.

L'ambientazione è, anche dal finale del racconto lo si desume, così piena di personaggi e situazioni che vogliono essere raccontate, che non potrà mancare un altro capitolo nella saga.

L'interno di Chatarra.
L'interno di Chatarra.

Chatarra, è il racconto successivo, che allarga ancora di più l'orizzonte narrativo, mostrandoci la terribile fine delle macchine, che fino all'ultimo sono allo stesso tempo utili e letali agli uomini.

L'isola di Chatarra è un gigantesco aggregato di macchine in agonia, che formano una isola vivente moribonda, mefitica e ancora densa di pericoli.

Per compiere l'atto di eutanasia delle macchine esiste una congrega di esseri umani, che devono esporsi in prima persona per inoculare in esse il veleno atto a distruggerle. Di questa Gilda fanno parte Marcelo e Lara, fratello e sorella.

Le macchine agonizzanti sono portatrici della minaccia del Morbo, che tramuta in metallo qualsiasi cosa tocca. Tanti saranno i pericoli incontrati dai due durante la missione e non mancano i momenti di tensione. Chatarra è diventato un ecosistema, popolato di creature pericolose quanto e più del Morbo. Metallo vivente, che ha generato forme di vita che forse erediteranno la vita, strappando il primato alla materia organica.

Pur tuttavia il terzo racconto non mantiene tutte le promesse di espansione dell'universo narrativo contenute nel precedente. 

Se da una lato è indubbio che abbiamo visto un altro pezzo di Mondo9, è anche vero che il respiro della vicenda è ancora più breve che nei casi precedenti. È chiaro che stiracchiare una idea da racconto in forma più lunga sarebbe stato controproducente. Però in questo caso la raffinata tastiera di Dario Tonani è sembrata veramente chiusa dai limiti del formato.

Ma ormai l'autore è lanciato verso la chiusura del ciclo e con Afritania aggiunge l'ultimo tassello alla costruzione narrativa.

Il respiro della vicenda, che vede il ritorno di Garrasco, è sempre quello del racconto.

Trent'anni dopo gli eventi di Cardanica, l'ex Commodoro naufrago si trova a bordo di una grande nave che solca i deserti, l'Afritania. Sopra di essa vivono gli Esterni, altro campionario di umanità disperata e sofferente, malata di quel morbo che riduce la carne a metallo. Essi non possono entrare dentro la nave sigillata, così come non possono uscire gli Interni.

Garrasco, che si trova all'esterno della nave, cercherà di comunicare con quest'ultimi, impegnato a sopravvivere, ma ancora affamato di sapere cosa sta succedendo intorno a lui.

Intorno a lui, e per tutto il pianeta, divampa un conflitto tra macchine viventi, che ha negli esseri umani vittime collaterali. Questa graduale scoperta avrà il suo culmine quando Garrasco, tra le dune del deserto, avrà il confronto finale con una “pulce bastarda”, una creatura di sabbia che l'uomo affronta con il piglio di chi si scontra con la sua peggiore nemesi, come un novello Achab alle prese con la sua Moby Dick.

Tale confronto non poteva essere più avvincente. L'elegante prosa dell'autore conferma l'ormai raggiunta maturità delle sue capacità narrative ed evocative.

Una degna conclusione del ciclo di Mondo9.

L'Afritania e la Robredo.
L'Afritania e la Robredo.

Filo conduttore tra i racconti, tirate le somme, è la piccolezza degli esseri umani di fronte alla sfida con la macchina. Il destino finale dell'umanità e dell'intero ecosistema è nella ruggine, nell'acqua salmastra contaminata di metallo. Sono panorami spettrali, che evocano molti luoghi del nostro pianeta, distrutti e deturpati dal mito dello sviluppo chimico e industriale, ormai irrimediabilmente compromessi per i secoli a venire. Dario Tonani ce ne ha ricordato l'esistenza, ma in una forma che non è denuncia, o ricerca di una morale o di una salvifica verità su come evitare il disastro ecologico. È la testimonianza del narratore che diventa denuncia suo malgrado quando, come in questo caso, è precisa ed efficace come scrittura. È il racconto di come quel mondo ha preso una direzione, nel quale la vita organica e il metallo, il sangue e l'olio combustibile si sono fusi per dare luogo a qualcosa per cui bisogna allargare i confini del concetto di “vita” per come lo intendiamo. Ciò che ha scatenato la scintilla non è la tecnologia in quanto tale, ma la vita stessa che ha trovato nuove forme per esprimersi, per continuare la lotta per la sopravvivenza, vero motore dell'universo.

La narrazione di Tonani ci pone davanti a ciò che accade, senza che il narratore tenti anche solo per un istante di speculare su cosa potrebbe essere l'alternativa, su quali altri binari potrebbe andare l'arco narrativo. Un testimone che non formula giudizi.

Ma se il narratore non rassicura il suo lettore, per esso è anche difficile tentare di tranquillizzarsi incasellando, classificando in un “genere”, il ciclo di Mondo9. Tante sono le atmosfere evocate, fantascienza, horror, post steampunk, science fantasy, post apocalittico; ognuno a seconda della propria sensibilità troverà e riconoscerà gli elementi a lui congeniali, in una lettura imprescindibile per chi ama la buona, anzi ottima, parola scritta.

Tutte le immagini a corredo dell'articolo sono di Franco Brambilla, che ce ne ha concesso gentilmente l'uso, e sono disponibili, insieme ad altre ispirate a Mondo9 sul sito dell'autore, francobrambilla.com.