Casa produttrice: SnowBlind

Versione provata: PC

Genere: RPG

Voto: 2/5

Dai Snowblind Studios, gli sviluppatori di Baldur's Gate: Dark Alliance arriva Il Signore degli Anelli: La Guerra del Nord, un RPG ispirato al mondo di J.R.R. Tolkien, ma che sembra molto più collegato con la sua versione cinematografica, realizzata da Peter Jackson, che al modello letterario.

Le potenzialità per un prodotto divertente c'erano tutte, a partire dalla possibilità teorica di esplorare una ambientazione di grande effetto per tutti gli appassionati della Fantasy, impersonando personaggi peculiari del genere.

Certo gli stilemi di questo genere di giochi sono noti: tanti scontri con creature pericolose come orchi, goblin e troll. Bottini, punti esperienza da accumulare e nuove armi da acquisire o comprare. Come sempre è il come le cose vengono fatte che può fare la differenza.

La scelta di personaggio non noti, che si muovono tra le pieghe della storia originale, con eventi che sono concomitanti a quelli della Saga, poteva già essere un motivo di interesse. Tutto sommato l'arco narrativo dei personaggi conosciuti è fin troppo delineato. I designer hanno sviluppato il gioco sul concetto della Compagnia, formata nel gioco da un umano, il ramingo Eradan, la Loremaster elfica Andriel, e il campione nano Farin.

Le potenzialità narrative e di esplorazione però si esauriscono, senza troppa fantasia, in un continuo esplorare, uccidere, raccogliere punti e abilità, esplorare, uccidere.

Oltretutto, se il personaggio cresce di livello, sono anche i nemici a farlo, e a un certo punto gli scontri diventano degli stalli.

L'interazione con altri personaggi non giocanti è veramente minima, serve solo ad avere dei frettolosi briefing su dove trovare cosa.

La modalità cooperativa potrebbe essere una salvezza, a patto di trovare degli amici online, perché l'intelligenza artificiale dei compagni di avventura è del tutto casuale.

L'unico vera interazione con le AI è di soccorso in caso di ferita mortale, per il resto è il giocatore umano che deve rincorrere e dare manforte ai compagni, mai il viceversa. Nei momenti di gioco in cui c'è da tenere qualche specifica posizione, concentrarsi su dei punti particolari, meglio essere tre umani, altrimenti non c'è speranza di proseguire.

È interessante la possibilità di usare diverse modalità di combattimento: mischia, a distanza, armi magiche. L'importante è imparare a usare i personaggi nel modo opportuno. Da usare con parsimonia l'aquila Beleram, che aiuta a disbrigarsi da situazioni complicate. Sebbene l'enfasi pubblicitaria la definisca una sorta di quarto membro della compagnia, in realtà è una sorta di super-arma da invocare negli stalli di cui sopra.

Difetta anche la varietà delle minacce, scelta ingiustificabile se si pensa alla ricchezza dell'ambientazione.

La qualità grafica è negli standard odierni, non fa gridare al miracolo ne alla povertà, anche se sicuramente si sono viste ambientazioni rese in modo più immaginifico. Ma qui forse l'esigenza è di non tradire l'iconografia già nota. Sono presenti anche località dove non si combatte, come Bree o Rivendell, ma sono più aree di sosta che luoghi dove si vivano svolte narrative, visto che sono praticamente deserti.

La telecamera talvolta perde il punto di vista, e aggiunge difficoltà non previste al gioco.

La ripetitività dello schema di gioco, la mancanza di forme più soddisfacenti di narratività, più sentita proprio dagli appassionati della saga letteraria, rende La Guerra del Nord un gioco che consiglio solo per serate disimpegnate, e solo agli appassionati della saga cinematografica, nonché ai collezionisti che hanno tutto o quasi del loro mondo narrativo preferito. Se volete appassionarvi al mondo tolkeniano con un gioco, questo non fa per voi.