Multiplayer Edizioni ha annunciato in questi giorni che Metro 2033 di Dmitry Glukhovsky è disponibile anche in formato epub.

Il primo romanzo del Metro Universe - scaricabile gratuitamente anche in Italia - è giunto alla sua terza ristampa vendendo più di 25 mila copie, e di recente è stato tradotto anche in cinese, giapponese e coreano.

Inoltre, il videogioco omonimo ha raggiunto 1 milione e mezzo di copie vendute.

Per arricchire la lettura di chi sceglierà il digitale, Glukhovsky ha aggiunto un capitolo inedito al suo romanzo d'esordio: Il Vangelo secondo Artyom, ovvero un ulteriore sguardo sulla vita del protagonista, nella Mosca distopica e postapocalittica del 2033.

Il Metro Universe, che nel 2002 è cresciuto in rete grazie al contributo dei lettori, ha generato un mosaico crossmediale in grado di coinvolgere anche scrittori di altri paesi. Oltre Metro 2033, sono già disponibili in formato epub Verso la Luce, sempre di Glukhovsky, e Le Radici del Cielo di Tullio Avoledo, tutti su BookRepublic.it e sui principali store online.

L'incipit del capitolo inedito:

"Nel raggio di chilometri non si poteva trovare una sola foglia viva, nè un solo filo d’erba…Solo fuliggine, ferro fuso, tizzoni spenti e detriti. Qualsiasi seme venga portato dal vento, cadendo in questo terreno maledetto non riesce ad adattarsi e muore. E persino i sacchetti, fermatisi un attimo a prendere fiato si trascinano più avanti. Vengo qui ogni giorno, e da molto tempo ormai ho perso il conto dei giorni trascorsi qui. Mi avvolgo nella pesante tuta protettiva antiradiazioni, indosso la maschera antigas afferro un arma…"

Inoltre, sul numero di maggio di RussiaOggi, inserto di La Repubblica, Glukhovsky racconta i retroscena della Metro di Mosca:

Non credo che al mondo vi sia un'altra città più preparata di Mosca all'Apocalisse. Con la comparsa delle armi atomiche, le stazioni della metropolitana di Mosca furono trasformate in bunker, ciascuna dotata di un sistema di chiusura ermetica e attrezzata con portoni a tenuta stagna.

Quando ho scoperto queste cose, ho pensato di scrivere un'antiutopia su come - due decenni dopo la Terza Guerra Mondiale - i superstiti che hanno trovato rifugio nelle stazioni, continuino là sotto la loro vita.