Ciao, Luca. Benvenuto su Fantasy Magazine! Parliamo innanzitutto del vostro percorso musicale come Rhapsody of Fire: dal 2010 ho notato un cambiamento stilistico netto degli ultimi album rispetto a Triumph or Agony, più maestoso e orchestrale. Si è passati, a mio giudizio, da un power metal sinfonico a un prog metal molto dinamico. Condividevi questa scelta? E cosa puoi raccontarci della vostra evoluzione nel tempo?

Ciao a tutti, e grazie per il benvenuto. Sono felice di essere su Fantasy Magazine: non è la prima volta che mi capita di seguirvi. Dunque, se fate scorrere la discografia (senza considerare i mini-album, si intende), dall'inizio a oggi noterete che i primi due cd sono stati prodotti in un modo, il terzo in un altro; Rain of a Thousand Flames e Power of the Dragonflame suonano differentemente, sesto e settimo sono stati composti ancora in modo diverso, eccetera. Di solito siamo sempre andati avanti così, per cui due/tre anni in una direzione e due anni in un'altra. Quando io e Alex Staropoli componevamo assieme, ci dicevamo: “Stavolta facciamo un album ancora più duro”. Col passare degli anni, abbiamo inoltre riflettuto su come realizzare certe canzoni dal vivo: bisognava comporre in maniera un po' meno orchestrale, concentrarsi su tanti nuovi dettagli che andavano a mano a mano ad aggiungersi a quelli dei vecchi brani. E senza mai svilirne il lato artistico con la scusa di “accontentare” il pubblico, perché l'artista deve sempre comporre l'album per sé. Se piace o non piace, poi, saranno i fan a giudicarlo ovviamente, ma la passione viene prima di ogni altra cosa, con tutti i brividi e le emozioni che essa comporta.

Parliamo del vostro The Frouzen Tour of Angels. Ho avuto la fortuna e il piacere di ascoltarvi in prima fila all'Alcatraz di Milano il 28 febbraio 2011. Vi aspettavate un successo del genere?

È stato un tour incredibile: dopo dieci anni, non ci saremmo mai aspettati un'accoglienza simile. I promoters approfittavano del nostro congedo dal palco e tentavano di sfruttarlo a loro favore, ma non ci siamo abbattuti. Eravamo sicuri della buona riuscita del tour: percepivamo l'attesa e il sostegno dei fan, sempre là, sempre pronti per noi, soprattutto tramite il messaggio positivo che abbiamo voluto trasmettere con le nostre liriche sin dalla nascita della band. Abbiamo aiutato tanta gente a uscire da diversi problemi, e questo ha significato e continua a significare tuttora molto per noi. Ricevere complimenti dal pubblico, negli ultimi tempi non solo attraverso il nostro sito ufficiale ma anche grazie alle fan page dei social networks, ci spinge a dare il meglio.

Ci abbiamo creduto sino in fondo; abbiamo sfidato i promoters. Il risultato è stato un tour di successo, con una media di ottocento persone a data. Dicevano che correvamo il rischio che si fossero dimenticati di noi, ma è stato gratificante rendersi conto dell'esatto opposto. A Milano il pubblico era quasi di duemila persone, così come a Bologna e a Roma. Adesso, con la scissione tra LT Rhapsody e Rhapsody of Fire, i fan si sono dimezzati, ma sia Fabio Lione che io lo avevamo messo in conto. Ora si tratta di dare un proprio significato alle due band, in modo che entrambe possano conquistare al più presto una propria identità. È abbastanza scontato che il nuovo tour non potrà essere paragonabile a The Frouzen Tour of Angels, organizzato dopo tanti anni che mancavamo dal palco. Ma la cosa importante è che, quando i Rhapsody sembravano morti e sepolti a causa dei problemi legali dovuti all'etichetta discografica, la risposta da parte dei fan non è mai venuta a mancare. È stata una delle sorprese più belle del nostro percorso. Vi dobbiamo molto.

Okay, veniamo finalmente al nuovo album: Ascending to Infinity. Un titolo epico, come quelli che da sempre contraddistinguono la potenza della vostra musica. Chi si è occupato dei testi?